Recensioni per
Come to me
di Claa

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
23/06/12, ore 20:42
Cap. 1:

Una storia introspettiva coglie nel segno quando riesce a far vergognare. Non fraintendere, questa parola non ha un significato negativo per me, significa che hai dato voce così compiutamente ad un certo sentimento da farmi vergognare nel leggerlo; quel tipo di vergogna da "sì, è proprio così, esatto", quella che si prova nell'essere messi di fronte alla riproduzione della situazione vissuta, con la giusta dose di estraneità che ti permette di avere una visione d'insieme.
Clarissa è consapevole, sa perfettamente quel che l'aspetta, ma non può evitare di andarle incontro (tanto per richiamare il titolo) e i momenti su cui hai scelto di soffermarti sono scenette semplici e al contempo significative, indicano proprio questa impossibilità di andare oltre un certo limite d'intimità e scandiscono l'avvicendarsi degli stati d'animo di Clarissa, dalla felicità più pura, tipica dell'innamoramento, a una disperata disillusione.
All'inizio, nel post colpo di fulmine, Clarissa è più intraprendente (la preoccupazione riguardo la sua salute, il suo benessere, i regali) ma Sofia la fa scendere dalle nuvole, la riporta alla realtà. Anche questo mi è piaciuto, non si tratta di cercare il drammone sull'amore impossibile, ma di descrivere la realtà, per quanto dura e triste essa sia Sofia non potrà mai essere per Clarissa ciò che questa vorrebbe. Ecco allora il timore di "non raggiungerla": non si sa nemmeno bene di che cosa si sia manchevoli, ma non si è mai abbastanza; poi la disillusione: quando Sofia domanda cos'è che la fa star male non dispensa frasi di circostanza sul fantomatico trionfo dell'amore e sulla forza del sentimento che vince ogni cosa, dice semplicemente la verità (le dice di amare comunque, anche se il sentimento non si risolve in nulla, cosa che ritorna alla fine).
Una volta raggiunta questa dolorosa consapevolezza, poi, Clarissa dà un peso tutto particolare ad ogni istante, ogni momento, anche le cose più stupide diventano importantissime e le conserva come tesori preziosi, comincia ad accettare l'impossibilità della situazione e si accontenta di un attimo che riempie tutto, che è "meglio di un sogno".
Ma, altra cosa che mi ha aiutata ad entrare in empatia con la protagonista, la progressione verso la disillusione non termina in un vicolo cieco. Mi è piaciuto (e lo condivido in tutto) il concetto espresso nell'epilogo, quel voler ricordare sempre l'amore provato, non cancellarlo (perché se davvero è stato così intenso, non lo si dimenticherà). Perché voler mettere a tutti i costi un punto a quella frase?
Infine, parlando di cose più tecniche, ho apprezzato la narrazione "informale", che è in effetti quella che meglio accompagna i pensieri dando loro più importanza rispetto agli eventi e il fatto di non aver minimamente accennato alla persona di Sofia al di fuori della testa di Clarissa (l'atteggiamento imbarazzato di fronte alle attenzioni dell'alunna, il marito, i figli, ma davvero non ce n'è bisogno, in questo contesto non hanno nessun significato).
Mi piacerebbe dire di aver recensito questa storia in maniera impersonale, basandomi sul suo valore oggettivo -su cui certo non ho nulla da ridire, è una buona storia ed è scritta bene, oltre ad essere realistica, vera- e valutando le azioni di Clarissa dall'esterno, ma direi una bugia. Non mi piace troppo recensire le storie introspettive perché, trattandosi spesso di scritti in cui l'autore riversa una buona parte di se stesso, mi sento inappropriata, fuori luogo, temo di snaturarne il significato. Penso che il tema dell'amore non corrisposto permetta una facile immedesimazione, ma avendo la mia personale Sofia capisco bene Clarissa (la gelosia, l'impotenza, quell' "io ti amo, cosa devo fare?"), più di quanto mi piaccia ammettere. D'altronde, se così non fosse, non ci sarebbe di che vergognarsi. Complimenti, è una bella storia.

Recensore Veterano
20/08/11, ore 16:58
Cap. 1:

Con storie come questa non so mai come iniziare. La cosa speciale, di cui ci si accorge subito, è che fin dalle prime righe si avverte quanto cuore tu ci abbia messo; anche cura e impegno, sicuramente, ma dietro ogni parola soprattutto c'è tanta emozione, e secondo me è proprio questo che la rende tanto più preziosa. Credo sia una cosa molto coraggiosa riversare tanto di se stessi in uno scritto. Per una certa estensione è inevitabile, succede sempre quando si scrive che qualcosa di te venga fuori, ma non sempre è una scelta deliberata. Io per esempio non credo che ne sarei capace, forse perché mi sentirei troppo vulnerabile. Di certo la tua è una storia in cui ci si identifica facilmente (credo che a chiunque prima o poi sia capitato di provare un amore non corrisposto, anche se forse non di questa intensità), fatto sta che il sentimento descritto è talmente reale, vivo, da risultare familiare, da farti pensare ''so cosa si prova, lo capisco'', anche se può sembrare la solita frase banale di circostanza. Infatti mi vengono meno le parole, per paura di poterti dire le solite cose, perché questa non è una storia qualunque e non lo meriterebbe. Alcune frasi mi hanno fatto venire la pelle d'oca per quanto mi ci sono riconosciuta, come ''Clarissa aveva l’abitudine di fuggire davanti al dolore. L’aveva capito sentendo sua madre piangere, durante gli anni, e vedendosi reagire sempre allo stesso, codardo modo: andando in camera e chiudendo la porta. Non lo sapeva gestire, le faceva paura.''.
Così come la frase finale, perfetta, perché un amore così non si può e non si deve dimenticare, per quanto abbia fatto male.
L'ho trovata una storia splendida, e sono stata veramente onorata di leggerla.
Continua a scrivere e a metterci il cuore, mi raccomando, il talento di certo non ti manca.
Un abbraccio forte,
Sisya