Buondì, nuova lettrice.
Sono capitata per puro caso sulla tua pagina avendo notato una tua recensione ad una storia.
Mi ha colpito la prima parte del tuo nick -che a me ha dato un palese rimando ad Enya- e, in preda alla mia solita curiosità, ho spulciato un po' il tuo profilo.
Ho trovato questa poesia, il cui titolo mi ha invece fatto ricordare le prime elegie sulle tombe come quella famosissima di Thomas Gray (non dirmi nulla, sono strana ed il fatto di esserne consapevole è tutto dire, ma mi piace fantasticare sui rimandi letterari che mi può dare uno scritto).
E devo ammettere che ho riflettuto soppesando i tuoi versi, belli ed armoniosi in quanto liberi e leggeri al contempo.
Il concetto che la gente è andata avanti rispetto a noi mi ha colpito, proprio perché due giorni fa, vedendo la mia ex compagna di banco del liceo in attesa del suo compagno mi ha spiazzata, e molto.
Ha iniziato a costruire la sua famiglia da giovane, come lei desiderava e diceva a noi in classe due anni fa, all'epoca del diploma.
Ho iniziato a pensare "ed io oltre ad andare all'università e proseguire gli studi, cosa ho fatto in più? Ho raggiunto anche io un traguardo così importante e degno di nota?" la risposta è no, e mi sono sentita un attimo smarrita, un po'come te che dici che dopo aver abbandonato il giaciglio vedi che è tutto cambiato.
Ecco perché io adoro le poesie ed anche la tua, possiamo leggerle ed interpretarle come vogliamo, leggendovi messaggi, insegnamenti, ma anche una parte del nostro vissuto che ci ha fatto riflettere, senza mai sbagliare, proprio perché i versi hanno la bellezza di accomunare i lettori del fatto che abbiano letto una data poesia pur conservando la loro individualità, leggendo messaggi diversi per ognuno di noi, ma spesso profondi.
Con me tu l'hai fatto, perciò ti ringrazio, brava.
Alla prossima,
Layla_Morrigan_Aspasia. |