Non so se mai ti accorgerai di quest'ennesima recensione; da scrittrice, raramente passo a rileggere le vecchie storie, ma dopo aver riletto questa, mi sembrava giusto lasciarti un piccolo commentino, con quelle che sono state le mie impressioni. Un modo come un altro per dirti grazie, insomma.
Non ricordo quando, né quale fosse il mio stato d'animo quando ho aggiunto il tuo frammento tra le storie preferite; probabilmente è stato qualche mese fa, o forse addirittura un anno fa; in ogni caso non posso far altro che essere grata a me stessa per averlo fatto.
Sai, nei sogni, talvolta, ci ritroviamo ad assistere impotenti alle vicende che ci vedono come protagonisti; restiamo immobili, ad osservare la vita di un nostro sosia senza poter fare nulla per cambiarne le sorti. Poi, ci sono i sogni lucidi, quelli che preferisco in assoluto, quando, noi stessi, in prima persona, siamo in grado di modificare i nostri sogni senza limite; l'unico limite, ovviamente è la nostra fantasia.
Ebbene, leggendo il tuo frammento non mi sono solamente immedesimata in Francesca, ho vissuto la sua storia, ho avvertito sulla sua pelle il dolore e la tristezza; ho sentito l'odore freddo e distaccato degli ospedali e ho visto l'unica persona che sia mai stata in grado di comprendermi, stesa su un lettino d'ospedale, circondata da flebo d fili di ogni genere.
E' stato quasi un sollievo avvertire il respiro farsi attimo dopo attimo più flebile e la vita fluire via goccia a goccia...
Sembrerà strano, detto da chi non attraversa un momento di quel genere, ma per cinque minuti sei riuscita a farmi osservare il mondo con gli occhi di Francesca e respirare la sua assenza è stato quanto di più reale abbia sperimentato in questi giorni.
Questo frammento è a dir poco poetico e trascende il significato stesso della dolcezza; vorrei solamente poter essere in grado di cambiare questo sogno e regalare un abbraccione da orso alla piccola Francesca...
I ricordi.
Scheggie.
Frammenti.
Li scaccia indietro con un colpo di volontà ma il ricordare la guancia contro la schiena di Alessandro le fa scendere una lacrima dagli occhi.
E' lui di là della parete, attaccato ad un respiratore.
Vorrebbe vederlo ma non è una parente e non glielo hanno permesso.
Questo è, forse, il paragrafo che preferisco. Forse, semplicemente perché sceglierne uno è impossibile, ma queste parole, rendono veramente l'idea di ciò che significhi risvegliarsi da un sogno e avvertire i ricordi tornare e ferire l'animo come piccole schegge di vetro.
Dei, avrei ancora un sacco di cose da dire, ma rischierei di diventare ripetitiva e non è questo lo scopo della mia recensione.
Se ho deciso di commentare è stato solamente per dirti grazie.
Grazie per aver condiviso con noi la storia di Francesca.
Grazie per avermi fatto osservare il mondo con i suoi occhi.
Grazie per la semplicità e la delicatezza con la quale hai descritto i loro ultimi attimi.
Sembrerà scontato, ma ti sono grata sul serio.
Un abbraccio,
Siria. |