Recensioni per
Not a case. A person
di OperationFailed

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/09/14, ore 22:00

" Sherrinford è l’incarnazione di qualcosa che in Sherlock spesso viene negata": la sfida lanciata dall'autrice è impegnativa, vedremo, più avanti se potrò capire quello che basta per trovare la risposta esatta. La presente fic è del 2011, lo so, ma nulla mi ha impedito di leggerla ora e, soprattutto di apprezzarne l'efficacia. Siamo nel 2014, dopo la Season 3, ci sono stati molti sviluppi che, tre anni fa, non erano certamente prevedibili. Eppure OperationF. ha scritto qualcosa che non è assolutamente "passato" o ormai non più in linea con il canone BBC, vista anche l'evoluzione nel carattere di Sh (maggior espressione di un'umana fragilità). Infatti è una storia completamente IC, con uno Sh che più Sh non si può e un John che è ancora così, paziente e in sintonia con quello che è il suo innamoramento meraviglioso per il detective. Anche dal punto di vista del registro linguistico è necessario riconoscere la bravura di OperationF.: ci sono immagini splendide e difficilmente replicabili per la loro originale espressività (ne riporto alcune): "...La fierezza gli raffreddava il volto, gli occhi erano un mare di piombo. Le braccia, abbandonate in grembo, ne spezzavano l’immagine rigida, come alghe senza forze in balìa dell'oceano..." "...sospesi nella condizione di galleggiamento che sempre avvolge il ricordo di un triste passato..." "...Soffriva, dietro quegli occhi d’acciaio...". Invito, chi non l'ha ancora fatto, a riguardarsi anche le storie più datate, come la presente, perchè ne vale la pena. Ora tento di dare una risposta alla domanda iniziale: Sherrinford è il cuore di Sh, la sua capacità di amare perduta con la morte del fratello gemello . La sua fortuna è che ha trovato, però, John che, di cuore, ne ha per due...
Non so, però, se ho indovinato....

Recensore Junior
09/12/13, ore 20:44

E fai bene ad amarla! So che è passato tanto da quando l'hai postata, ma non posso non dirti quanto l'ho amata. Sia la trama (toccante e commovente), sia i piccoli gesti tra John e Sherlock, che ho amato alla follia!
Li hai resi perfettamente credibili, anche Mycroft, ovviamente. u.u
E' tutto meravigliosamente bello! Bravissima!!

Recensore Veterano
09/11/11, ore 20:50

Molto bella!
Commovente, profonda ed assolutamente innovativa. Mi ha davvero preso molto. Mi piace molto il tuo stile, sei riuscita a trasmettere molto bene i sentimenti che non si manifestano di Sherlock ed ho adorato che lui lo definisse il suo "cuore".
Naturalmente ora lui "affitterà un pò di spazio" nel petto di John. Continua a scrivere!

Nuovo recensore
16/07/11, ore 14:56

Ci pensavo l'altro giorno ed ogni volta mi scordo di dirtelo, allora te lo scrivo, così aggiro la mia alquanto pessima memoria.

La tua scelta di aggiungere un 'capitolo extra' con i dialoghi in inglese così come li hai sentiti è un'altra tra le tante prove del tuo amore per le parole.
Per quello che dicono. Per come le accosti. E ANCHE per come suonano.

L'inglese e l'italiano sono due lingue profondamente differenti.
Non solo hanno origini diverse, ma struttura diversa e soprattutto una sonorità completamente diversa.
Tu, che sai scrivere così bene, questa differenza la senti, e la soffri ogni volta che non puoi 'scegliere' quale lingua usare a seconda dell'impostazione 'musicale' che vuoi dare al tuo testo.

Perchè l'italiano è musica. È melodia.
Mentre l'inglese è ritmo.
E quando vuoi 'colpire' con le parole spesso riesce a picchiare molto più duro.

Sono entrambe lingue bellissime, dalle quali si possono tirare fuori testi meravigliosi. Ma solo chi ama e sa gestire le parole come te capisce quando l'una è meglio dell'altra, e cerca di farcelo 'sentire'.

Nuovo recensore
08/07/11, ore 22:01

Mi piacciono tanto questo tipo di storie.
Quelle che vogliono infilarsi tra le maglie della creazione, andando a scavare lì dove l'oggetto del nostro amore di fan non era ancora completamente formato, per poter immaginare quella storia che non è stata ma poteva essere, e non è divenuta realtà forse soltanto a causa di una partita di criket.

Tu hai dato un volto ed un cuore a questo nome bizzaro che avrebbe potuto essere e non è stato, regalandogli una vita che avrebbe potuto essere e non è stata, perfettamente integrata nei meccansimi per lo più oscuri che regolano i rapporti nella famiglia Holmes.
Sotto questa bella e complessa superficie traspare chiaramente la simbologia di cui hai voluto rivestire questo personaggio, attraverso la malattia che hai scelto per lui, e soprattutto attraverso le parole di Sherlock, che lo costruiscono passo dopo passo davanti agli occhi di John, concretizzando il ricordo straziante di questa creatura tutt'ora strettamente avvinghiata alla sua anima.

Il cuore grande il doppio del normale che batteva nel petto di Sherrinford, fratello gemello di Sherlock, è una metafora chiara e potente, che arriva dritta al nostro, di cuore.
E la tua meravigliosa allegoria mi ha fatto inevitabilmente pensare a Jeremy Brett, uno dei migliori interpreti di Sherlock Holmes sul piccolo schermo, che vestì i panni del grande detective in una delle più famose trasposizioni televisive dell'opera di Doyle.
Non so se tu ne fossi a conoscenza. Forse sì, e l'idea ti è venuta proprio per questo. O forse no, e la coincidenza non potrebbe essere più straordinaria. Ma questo attore aveva davvero un cuore grande il doppio del normale, e spesso sul set doveva far uso di una bombola ad ossigeno per poter respirare.
Brett negli ultimi anni della sua vita è stato letteralmente 'fagocitato' dal personaggio di Holmes, identificandosi con lui al punto da non riuscire più a distinguere sè stesso dalla creatura di Doyle.
Ho sempre trovato così terribilmente ironico ed allo stesso tempo crudele che proprio colui che aveva consumato la sua vita tentando di 'diventare' Sherlock Holmes, ospitasse nel suo petto un cuore che valeva per due.

Perdonami quindi se nel tuo Sherrinford io ho visto lui, che non somiglia affatto a Benedict Cumberbacht, eppure ai miei occhi incarna in modo perfetto e drammatico quel 'gemello' di Sherlock Holmes che custodisce nel suo petto entrambi i loro cuori.

Il compito che aspetta John Watson può sembrare arduo, e non gli sarà forse mai possibile sostituire l'insostituibile, com'è giusto che sia.
Ma nel suo petto batte un cuore tanto grande che può servire per due. Ne sono certa.

Chiudo col mio solito ritornello noioso, che puoi saltare se ti sei stancata di sentirmelo ripetere: tu scrivi benissimo.
Forma e sostanza nelle tue storie hanno sempre lo stesso esatto valore.
(Recensione modificata il 08/07/2011 - 10:34 pm)

Recensore Master
07/07/11, ore 22:40

Partiamo subito con una cosa: quando ho letto il nome, mi sono subito chiesta: ma chi è? Non mi ricordo 'sto nome! O_O Sono contenta di non essere pazza io: non sono andata così nello specifico, quindi non ho mai trovato questo accenno - o, se l'ho letto, non mi è rimasto in testa, quindi della cosa non dev'essermene importato nulla, se poi l'ho rimossa.
Fatta questa inutile premessa, devo dire che tutto il discorso fila. Nel senso che il nuovo personaggio lo trovo molto ben inserito sia nel discorso, sia nel rapporto tra i fratelli. La domanda di John «Perché non me ne hai mai parlato?», oltre alla risposta geniale di Holmes, ne ha anche un'altra, mia: perché, da quando in qua Sherlock parla di sé? Mai. Mycroft lo conosciamo perché lui si è fatto conoscere, e vorrei ricordare a John che ha pensato - e noi con lui - chissà chi diavolo fosse quel tizio prima di scoprire la verità. Parlare di qualcuno che non tornerà mai in vita, è logicamente - per lui - ancora più normale che non parlare di Mycroft nonostante il povero John per poco non si pigliava un colpo per colpa sua - 'sta cosa è meno normale, ma va beh.
La mente di John, comunque, è davvero così lenta, a volte, che mi sento molto Sherlock nel pensarlo. Al paese mio, quando una persona dice che "Lui aveva il mio cuore" vuol dire due cose: sono gemelli e si amano. E subito, la prima cosa che lui ha pensato è stata questa. E già me lo vedevo in un drammone psicologico sul "perché sono geloso di Sherlock? No, sono solo arrabbiato per il fatto che non me l'abbia mai detto..." e menate simili. Meno male che Sherlock lo ferma in tempo! XD La seconda è la logica conseguenza della prima: io l'avevo capito subito, ancor prima che parlasse della faccia. E francamente, pensavo ci fosse arrivato anche lui, tanto che inizialmente mi stavo chiedendo il perché di quelle specificazioni. Per poi capire e pensare che John, quando vuole, sa essere davvero idiota.
Dopo dimostra di esserlo ancora di più, ma va beh. XD
Mi sarebbe piaciuto conoscere il resto della lettera! Anche se, il fatto che la storia finisca così, mi piace: dà quel senso di attesa, ma anche di finito, che fa immaginare tante cose, perché ormai tutti gli elementi sono stati dati. Non so se sono stata chiara...
La cena finale con protagonista Sherlock, pronto per uscire, poi... va beh, del resto, stiamo parlando di lui, non di un uomo normale! XD

Recensore Veterano
07/07/11, ore 14:24

just dropped by to reassure you.
il tuo inglese è molto più che "poco più che scolastico", bella mia; te lo assicura un dieci spaccato al liceo linguistico, modestia a parte haha u.u
comunque.
ci sono delle proposizioni che mi suonano un po' strane qui e lì, ma forse è perchè i Green Day mi hanno condannato ad un inglese molto americano e per niente britannico, una vera maledizione.
cheer up, che sei bravissima!

Recensore Veterano
07/07/11, ore 14:17

okay, non ho tanto da dire, soprattutto perchè.. non so, non conosco molto bene tutta questa cosa di Sherlock e John, le loro storie e tutto quanto. le mie esperienze a baker street si limitano ad una visita alla casa, il film e un librettino leggiucchiato tanto per dimostrare alla profe di inglese di non essere stata in coma vegetativo per tutte le vacanze. comunque.
cosa vuoi che ti dica? scrivi sempre meglio, io ti adoro.
E adoro anche Sherlock, okay, lo ammetto, ho un debole per i personaggi taglienti/sarcastici.
quando scriverai un libro, fammi sapere. costringerò la gente a comprarne copie a bizeffe.
come sei braava, moglie :33