1° Classificata:
Maylrohin
Punti totali: 65,5/71
Grammatica e sintassi: 12,75/15
Prima cosa: i termini “potteriani” come “Smaterializzarsi”, “Babbani”, vanno con l’iniziale maiuscola (-0,10;-0,40).
Inoltre, come ho specificato nel post pre-pubblicazione, ho tolto un punto a chiunque avesse impostato scorrettamente i dialoghi, con la punteggiatura errata. Troverai, sempre in quel post, un utile specchietto delle poche e semplici regole di impostazione del dialogo, che troverai senza dubbio utili. Un errore di battitura: “Durmastrang” invece di Durmstrang, e un altro: nella reminiscenza di Gellert c’è un “su i” invece di un “sui” (-0,25). E un “meditato” invece di “meditavo” (-0,25).
Stile e lessico: 15/15
Prima ho creduto di passeggiare per i viali di Monaco; poi ho voluto conquistare il mondo per il Bene Supremo. Poi, nei panni di Albus, ho voluto baciare Gellert. E infine sono stata in dubbio. Il tuo lessico e il tuo stile mi hanno coinvolta del tutto, mi hanno letteralmente trascinata in un mondo parallelo. Lo stile è fluido, scorrevole e ottima sintesi fra periodi lunghi e brevi; leggere ad alta voce la tua storia è un piacere. Il tuo lessico è estremamente vario, adatto in ogni momento al contesto, piacevole e ricco. Entrambi sono suggestivi: spingono il lettore dentro il vortice della tua creazione e portano all’immedesimazione. Non mi capita praticamente mai di farlo, ma punteggio pieno. Non saprei che cosa rimproverarti.
Originalità: 9,75/10
Questa è in assoluto la prima Grindeldore che leggo ambientata in questo momento: già la scelta è ottima, sicuramente interessante, e ti ha fatto guadagnare moltissimi punti, ai miei occhi. Il viaggio a Monaco, e sottolineo la parola viaggio, l’incontro coi due vecchi compagni di scuola, Gellert che getta le basi per il suo nuovo impero a partire da una fabbrica di calderoni… cosa c’è di banale, di cliché, di già visto in tutto questo? È stata una piacevolissima ventata d’aria fresca, dico sul serio, e l’unica cosa che si era in qualche modo già vista, e che forse hai analizzato fin troppo, è la smania di potere di Gellert e il suo “Per il Bene Superiore”, ma ad ogni modo non ho potuto toglierti più di un quarto di punto per questo. Non potevo, perché l’originalità di questa storia andava premiata.
Caratterizzazione: 15/15
Caratterizzando una coppia, si tende a focalizzare la propria attenzione su uno solo dei due personaggi. Errore che tu non hai commesso: se prima ho apprezzato la freddezza e la sottile malvagità di Gellert (“Gellert si limitò a rispondere con un sorriso ambiguo. Che cosa ci faceva a Monaco erano affari suoi.” Magnifico.), poi mi sono messa nei panni di questo giovane Albus, assorto nella lettura, che probabilmente non credeva neppure di aver esaltato tanto Gellert con le proprie parole e che, diciamolo, è un po’ intimorito dalla follia che legge nei suoi occhi. E poi questo Gellert, andiamo! Semplicemente splendido. Mi sembra quasi di conoscerlo, dopo aver letto questa storia. Calcolatore, freddo, silenzioso. Gli hai fatto dire una sola parola, e mi ha fatto venire i brividi. La sua titubanza, la sua esitazione… tutto va a contribuire nella formazione di un personaggio a tutto tondo, che inquieta con i suoi pensieri di guerra e schiavitù ma che affascina, che fa comprendere le ragioni del personaggio. È una persona, Gellert, con la quale – grazie a te – si può empatizzare, nonostante la crudeltà evidente delle sue idee. Punteggio pieno e non potrei fare altrimenti.
Punti bonus: 10/10
Il tema del viaggio e la prima citazione. Il viaggio è una delle colonne portanti dell’intera storia nonché elemento di caratterizzazione fondamentale: ricopre un ruolo importantissimo e l’intera fic ruota intorno a esso. Hai dato a un tema comunemente banale spessore e intensità. Per quanto riguarda la prima citazione, la ritengo altrettanto perfetta: questo Mezzosangue che cerca di spiegarsi, che nella sua ingenuità non comprende la grandezza dei pensieri di Gellert, cerca di inculcare le sue idee in una mente tanto testarda quanto già piena di concetti ben diversi e profondamente radicati. Povero Emil. Punteggio pieno per entrambe.
Punti bonus aggiuntivi: 3/3
L’ultima citazione è ancor più magistralmente inserita dell’altra, a parer mio. La decisione di Gellert di incidere la frase sulle sue prigioni mi ha fatta rabbrividire, l’idea stessa che un dipendente possa averla appuntata sulla porta del suo capo mi ha fatta sorridere. Veramente ottimo, in ogni suo punto, l’utilizzo del pacchetto. Non ho alcuni suggerimenti da dare, nessuna precisazione. Fanno da cornice e da architrave a un complesso architettonico stabile, di bell’aspetto e stilisticamente maturo. I miei complimenti. |