Per mancanza di tempo ed inerzia mi trovo a recensire solo ora (risponderò anche alla mail, non temere).
Non avevo notato subito il tuo ultimo aggiornamento, però mi ha incuriosita immediatamente il fatto che si trattasse di due ragazzine appena adolescenti. La storia è bella, davvero bella, soprattutto perchè leggendola ho rivisto come in un lampo me stessa a quell'età, innamorata della mia migliore amica che si struggeva per un ragazzo deficiente. Mi sono completamente ritrovata in Marianna, e ho rivisto proprio Lei in Virginia. E' uno dei punti di forza di questa storia, creare una situazione nella quale il lettore si possa rispecchiare, e sono sicura di non essere stata l'unica.
Ho apprezzato soprattutto l'innocenza che pervade il racconto: c'è ancora un forte legame con il mondo infantile, ancora bambini ma già proiettati verso le superiori; si percepisce nettamente il passaggio alla fase successiva con le sigarete, il gioco della bottiglia, il desiderio di esplorare quel tabù che è la sessualità, ed è come se lentamente sbiadisse l'innocenza in un percorso che è già segnato, fino al bacio tra le due amiche.
Inoltre, il finale volutamente ombroso, con la madri che dialogano, lascia quella piccola, seppur presente traccia di dubbio circa il rapporto tra le due: se all'inizio sembra che Marianna e Virginia abbiano smesso di frequentarsi, quel dettaglio delle sigarette ci avvisa che probabilmente passino più tempo insieme di quanto non diano a vedere.
Be', devo farti i miei più sinceri complimenti perchè, pur essendo un racconto breve, uno spaccato, è vivido, realistico e sentito. Davvero brava, Pichichi! |