Molto bella, soprattutto per la scelta stilistica di sviluppare la trama attraverso frasi brevi, concise nel loro descrivere azioni quotidiane e ordinarie, come se nulla facesse prevedere il disastro imminente nella vita della protagonista, intenta ormai a fare ben altro rispetto a quello che rese così problematica ma decisamente avventurosa la sua preadolescenza, così ora si vede intenta a svolgere faccende domestiche e dedita a manifestare affetto per i figli del fratello, aspettando, chissà, di averne di propri, magari proprio dalla persona nella quale ripone la massima fiducia.
Mi ha stupito davvero vedere Tomoyo nei panni dell'amica infingarda che soffia il fidanzato storico dell'amica (proprio lei, che nella saga era l'ombra della sua amica, evidentemente il tempo ha cambiato molte cose in lei), si dice che l'amore faccia passare il tempo e il tempo faccia passare l'amore; ecco, qualcosa del genere dev'essere avvenuto in lui, non è riuscito a rinnovare quella particolare capacità che una persona innamorata prova per l'oggetto del suo amore, ovvero la capacità di "sceglierla" ogni giorno, invece ha preferito lasciar finire la relazione, optando per la scelta più offensiva possibile per la malcapitata, in questo caso, oltre che egoista si è dimostato di un'insesibilità rara.
Mi spiace per il finale, sembra che la protagonista voglia optare per sé un doloroso e ferito destino di solitudine, dovrebbe ripensarci, se si chiude una porta, si apre un portone...
Mi sembra che in questa storia ci sia stata una specie di crudele contrappasso, lei che si arrabattava tanto per raccogliere carte è stata trattata lei come cartastraccia. |