L'autrice ci mostra una parte complessa e oscura di Severus e sceglie le parole di una donna innamorata per questo difficile viaggio, una donna nella quale è facile ritrovarsi.
Devo dire che ho riconosciuto come “mio” quest’uomo che non permette ad alcuno di amarlo: credo sia la caratteristica di Severus che più mi ha colpito fin dall’inizio. La rigida postura, le espressioni gelide, l’attenzione nell’essere sempre odioso, la facilità con cui trasforma la sua ironia in feroce sarcasmo sono le accurate modalità con cui Snape crea e mantiene una sorta di barriera tra lui e il resto del mondo: ma non è una scelta dettata da superbia o delirio di onnipotenza, bensì dalla negativa considerazione che ha di sé stesso, uomo colpevole e indegno di una qualunque affettuosa carezza.
Questa donna però riesce a penetrare le difese accuratamente costruite e ad avvicinarlo abbastanza da poter dire di averlo avuto tra le braccia: anche se è “solo sesso”, come lei crede, quella prossimità ha compiuto il miracolo.
Mi complimento con l’autrice per i pensieri della protagonista che scorrono veloci e che creano una strana alchimia mescolando tra loro sentimenti e rimandi decisamente fisici: la nostalgia si mescola al ricordo delle labbra di lui, la rabbia che divampa nel sentirsi nuovamente usata si confonde con il ricordo del piacere, l’odio verso l’uomo si confronta con il disprezzo verso sé stessa. Queste emozioni sono così forti da poter essere percepite dal lettore, obbligato talvolta ad una rilettura dei dialoghi per non perdere cosa alcuna.
Questa frase mi è davvero cara “Sei stato la cosa più bella che questa vita potesse darmi e in quest’odio ti amerò per sempre”: sembra quasi un nonsense e invece dietro c’è il mondo confuso e contraddittorio di un amore difficile.
Severus, pur con i toni aspri e con le resistenze che gli sono proprie, riesce a dare voce a quel forte sentimento che ormai alberga nel proprio cuore e lo esprime con i modi criptici che gli sono cari: “Odiami. Odiami più che puoi perché sarà più facile per te dimenticarmi” … “odiami e dimentica ciò che siamo stati” e “ non fidarti dei miei occhi sono pur sempre un assassino che non merita alcuna felicità, non merita di averti accanto”.
Illuso, Severus, come può un sentimento così forte come l’odio essere garanzia di un oblio?
Splendida la conclusione: quel nero fiore di loto si trasforma in parole d’amore rare “Vorrei solo che mi guardassi…Amami…potevo solo amarti nel silenzio di un cuore che batte e soffre di un amore malato per te”
Grazie
Cri
PS. tesora, grazie per la tua dedica; mi hai emozionato! E la storia è decisamente una splendida evoluzione. Ti abbraccio. Cri (Recensione modificata il 13/07/2012 - 12:03 am) |