Recensioni per
La lunga strada verso casa
di Kukiness

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
27/08/11, ore 19:59

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
L'autrice, alle prime armi con lo slash, sviluppa la coppia Embry/Quil in maniera eccezionale.

I due personaggi sono perfettamente nell’IC di due ragazzi sedicenni. Il loro linguaggio, il loro modo di agire, li fanno vedere per come sono in realtà: non due nerboruti venticinquenni con un “piccolo problema peloso” (cit. J. K. Rowling), ma due ragazzi di cui poco si sa se non che amano divertirsi e che amano la loro doppia natura.
La realtà di adolescente di Embry emerge già dalle prime righe: il suo linguaggio semplice, i suoi modi sbrigativi, il suo imbarazzo nel parlare di certe cose. Quella di Quil la si vede nel suo essere giocherellone e nella sua voglia di vivere e di godere di ogni attimo.
Anche Paul, personaggio estremamente secondario in questa shot, risulta IC.

L’uso delle regole grammaticali e la sintassi di questa storia risultano impeccabili. Non c'è da fare un solo appunto da fare alla punteggiatura o all’uso dei tempi verbali.
Ogni frase ha esattamente la lunghezza che deve avere, il ritmo della narrazione segue l’andamento della storia, e la lettura fila che è un piacere.

La storia si fa apprezzare soprattutto per la delicatezza con cui l'autrice descrive la scena d’amore tra i due ragazzi. Rimane nel rating arancione, certo, ma non c’è davvero bisogno dei dettagli ginecologici – urologici in questo caso – e delle descrizioni minuziose degli incastri per raccontare una scena di sesso e per trasmettere delle sensazioni.
Una cosa che, in quanto lettrice, ho trovato particolarmente notevole è stata l’interpretazione della prima volta come sesso orale e non anale. L'autrice restituisce, in un certo senso, all’atto la sua “dignità”. Troppo spesso infatti si tende a non dare la giusta importanza ad esso, ritenendolo un “non è del tutto sesso e se gli do questo contentino rimango comunque vergine”. Non è luogo questo per fare la morale, ma ho gradito moltissimo questa scelta.

Lo stile di quest'autrice è impeccabile, e invidiabile davvero la sua capacità di inserire i dettagli nella narrazione senza renderli pesanti, di raccontare anche quelli, in qualche modo.
L'autrice è molto attenta alla realtà nel racconto: Embry che legge la composizione del deodorante e che successivamente non si ricorda che roba c’era è perfettamente reale. Nessuno si ricorderebbe quel nome astruso.
Altri particolari dello stile che lo rendono particolarmente apprezzabile sono la concretezza delle sensazioni e l’uso di tutti e cinque i sensi nelle descrizioni: i suoi personaggi non si limitano a descrivere quello che hanno intorno, lo vivono.
Per farla breve ha uno stile che prende davvero, e che ti coinvolge dalla prima all’ultima parola, quando il racconto si chiude e lascia lì il lettore a desiderarne di più.

Una cosa che rende particolarmente pregevole questo racconto sta nell’idea del continuo fondersi di presente e ricordo in modo quasi “triangolare” (all’inizio i due livelli di narrazione sono completamente separati, per unirsi alla fine, quando si scopre che si tratta di un unico racconto), perché mantiene la suspense fino all’ultima riga. Fino a quel: “Siamo già a casa.” che fonde definitivamente i due livelli narrativi.

Per tutti questi motivi, ritengo la storia meritevole di entrare a far parte delle "Scelte" della sezione Twilight.

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