E dopo duemila anni che te l’avevo promesso, eccomi a recensire finalmente, anche questo capitolo, nonostante le due televisioni accese che mi fanno deconcentrare (ma non è ammissibile che non combini niente, ergo, faccio la cosa più semplice al momento, dato che NON POSSO intripparmi nuovamente col live, ho troppo da fare). Ma dato che sono un genio (modestamente) ignorerò stoicamente le televisioni, dedicando tutta la mia attenzione a questa benedetta pagina di Word e al tuo capitolo. Già dalle righe iniziali, quelle in corsivo, ci fai già intendere che la battaglia per le sailor è appena cominciata, che sconfiggere le loro paure e ritrovare l’unione di un tempo non basterà, che servirà molto di più per affrontare quello che verrà e personalmente non vedo l’ora di sapere ciò che deve venire *_*.
Incredibilmente, cominci con Ami che finora hai sempre lasciato per ultima dando spazio a tutti quei dettagli che ti piacciono tanto e che servono a farci vedere nitidamente la scena e a renderla più reale: è buio, Ami è distesa a terra con le mani dietro la testa e pensa e aspetta. E la vedo in maniera così chiara e reale che mi sta quasi facendo pensare che quando andrò a dormire avrò la sensazione di vederla distesa a terra accanto al mio letto (fortuna che non sono una persona impressionabile o che si spaventa facilmente). E sospiro di sollievo insieme a lei quando mi rendo conto che ricorda, che è vigile, che sembra tornata la Ami di un tempo, razionale e con la tendenza ad analizzare tutto. Ma è anche una persona piena di dubbi, dubbi che vuole risolvere e su cui impazzisce, si scervella fino a raggiungere e superare il limite delle sue possibilità. Ed è anche una Ami più umana, meno "cyborg" più interessata a carpire e comprendere le emozioni altrui e farle sue: vuole sapere e comprendere cos'ha provato Usagi, cerca di immedesimarsi in lei e di entrare nella sua testa. E inizia a processare anche le azioni altrui ma sono azioni talmente obsolete che ormai non c'è più tempo, compierle non è più necessario e tanto la natura quanto il suo stesso corpo glielo segnalano chiaramente: l'alba giunge e con essa una sensazione di malessere che la spinge a correre in bagno e a smettere di concentrarsi sulle sue paranoie, a cercare le sue compagne per risolvere un problema più impellente, più reale.
E che dire di Rei? Rei che è la tua preferita, vediamo un po' come l'hai trattata. Povera, non la fai neanche dormire xd. Già dalle prime righe a lei dedicate si percepisce la sua necessità di stare tranquilla, probabilmente per il suo spirito miko che ogni tanto prevale e che le richiede di placare i pensieri e concedersi un momento di calma. E mi sembra proprio di vederla sfregare la pentola prima con ampi cerchi che si stringono via via e poi concentrarsi su quella macchia che non se ne vuole andare e impuntarsi e combattere anche fino a farsi male, fino a far nuovamente sanguinare le sue mani. Mi è piaciuta moltissimo anche la riflessione sui poteri. E poi c’è questa frase, breve, ma che arriva dritta al punto, come tutto ciò che scrivi: “ Qualche volta, sciacquare il sudicio da fuori non ti toglie il sudicio da dentro.” E le riflessioni su quegli otto anni, su quello che è avvenuto in quei giorni, su ciò che è avvenuto in passato e che avverrà in futuro le ho adorate: finalmente, Rei assume una totale consapevolezza di ciò che è stata e di ciò che si prepara ad essere, finalmente, la sua amicizia per Usagi diventa una vera amicizia, un rapporto a due in cui esistono entrambe, senza che l’altra ne sia necessariamente annullata. Finalmente capisce cosa vuol dire vivere e capisce che vuole farlo. Mi sono dimenticata la parte sulle cicatrici (che tu invece non dimentichi mai): direi che quella più che mai ci mostra come siano veramente profonde le ferite nell’animo di Rei, come non basti la semplice forza di volontà a cancellarle… ma ci può riuscire, con l’impegno e il sostegno delle altre, può resistere all’impulso di tagliarsi di nuovo, e sono sicura che lo farà.
Come sono certa che Minako sentirà sempre meno frequentemente l’impulso di rigettare tutta la cena: piano piano tornerà ad accettarsi e sarà forse il nuovo rapporto con le altre ad aiutarla in questa strada. Mi piace questo suo nuovo potere, lo voglio anch’io xdxdxdxd. Mi piace questa sua nuova determinazione che nasce piano piano.
E Makoto… che dire di lei? La più arrabbiata, prima, ma ora la prima a buttarsi nella battaglia, la prima ad impugnare l’henshin pen e trasformarsi. E ti giuro l’ho adorata *_* : per come sostiene Ami, per come si preoccupa per lei, per i pensieri che rivolge ad Usagi “Perché dovevano sempre essere loro ad occuparsi delle cose serie? Alla fine Usagi interveniva e basta e solo nel finale. “ Quoto, quoto, quoto!!!!! È la stessa identica cosa che penso anch’io di quella piaga ambulante! *___________* Ok, basta sto sclerando, ricomponiamoci.
Un appunto, prima di continuare “Marte” si scrive con la maiuscola o con la minuscola? U.u vedi un po’, quando fai sti errori scemi ti appenderei a testa in giù u.u. Per tua fortuna compensi questo errore con una descrizione precisa della scena che ci permette, di nuovo, di vedere tutto come fossimo lì, alla stessa velocità in cui lo recepiscono le altre: Ami, avverte, l’acqua sta arrivando e non c’è un secondo da perdere, ne hanno già persi troppi. Tutte reagiscono, la mia povera Mina-chan lo fa in ritardo, ma in tempo comunque, per affidarsi ai suoi poteri. E continui con Makoto…. E anche qui, mi sembra di vederla, lei, con la fuku di Giove e l’armatura che corre con le teste delle amiche che sbucano da otto le braccia e il resto del corpo buttato indietro, un tentativo disperato, che però ottiene l’effetto voluto e tutte riescono a scampare, almeno per il momento alla furia dell’acqua.
Ma l’acqua non perdona e lascia loro a malapena il tempo di rassicurarsi a vicenda che torna indietro, pronta a colpirle di nuovo, in modo più devastante, sottoforma di drago, l’essere mitologico più terribile, enorme e devastante come solo l’acqua può essere. E i pensieri delle senshi li capisco e li rispetto, come le tue osservazioni sull’acqua che sai, in altri lidi, feci anch’io, anche se con parole diverse: questa dualità dell’acqua come portatrice di vita e allo stesso tempo di morte, mi ha sempre affascinato.
E le sensazioni di Ami sono assolutamente perfette, i suoi pensieri adatti a lei, l’intervento di Sophia arriva proprio al momento giusto così come la sua comprensione e il suo ordine ad Usagi di stare ferma, di non attaccare, di aprire la mente come lei è riuscita a fare e di capire, capire davvero, capire che tutti soffriamo, capire che anche la natura può soffrire. E apre la mente e capisce, e a loro modo anche le altre capiscono che in quel momento lei stavi vendo qualcosa di grandioso. Ma rei riesce a sostenerla, insieme a Sophia e Psyche, Usagi, ovviamente no. E quando per una benedettissima volta viene richiesto il suo intervento, che potrebbe essere utile a fare la pace con il drago e a fargli capire che non tutti gli uomini sono uguali, lei resta immobile, senza agire e tocca a Makoto agire. Ma la sua azione distrugge il drago cosicché, pur allontanato il nemico, la pace non è sancita: non è stato convinto o pervaso dalla luce della bontà, ma colpito con forza con scariche elettriche che gli hanno provocato dolore e che hanno probabilmente, rinforzato le convinzioni che aveva riguardo agli umani. Le senshi hanno vinto, ma in realtà, hanno appena prevalso sulla natura, non dimostrandosi diverse da quegli uomini che loro condannano. Non riesco a vederla quindi come una vittoria, ma piuttosto come l’ennesima prevaricazione dell’uomo sulla Natura, ancora più grave per gli ideali di amore e giustizia di cui si fanno scudo.
Ora aspetto il prosismo capitolo, mi racocmando :) |