Ciao! In questo periodo non sono molto propenso a leggere storie tristi, e meno ancora storie drammatiche, però ero molto curioso di leggere qualcos'altro di tuo, e così mi sono fatto forza! Naturalmente, ne è valsa la pena. La storia è molto breve, ma riesce a tratteggiare chiaramente la situazione: all'inizio l'euforia di chi sta combattendo ed è ancora vivo e vegeto, poi, pian piano, emergono gli orrori che la guerra porta con sé.
Mi ha colpito la frase: "George puntò lo sguardo sulla Sala Grande, alla ricerca del fratello", perchè esprime il rapporto esclusivo che lega (o meglio, legava) Fred e George: tra tutti i fratelli (e certo non sono pochi), Fred è IL fratello.
Hai reso molto bene lo stato di stordimento di chi si trova all'improvviso in una situazione drammatica: sai che sta succedendo qualcosa di terribile, razionalmente puoi anche spiegartelo, ma non riesci davvero ad afferrare di cosa si tratti. La frase che George pronuncia quando vede Lupin e Tonks morti rende bene tutto questo: sa cosa è successo, ma non lo coglie empaticamente.
Mi piace molto il ruolo che hai attribuito a Bill: è lui quello che si preoccupa per George. Forse, con il suo look un po' trasgressivo (almeno per gli standard di "Harry Potter"), è il fratello più affine ai gemelli. E questo emerge nel suo tentativo di aiutare George senza nemmeno sapere cosa fare di fronte ad una tragedia simile: tutti i fratelli e i genitori sono distrutti per la morte di Fred, solo Bill (almeno in questo tuo ottimo quadretto) è devastato anche per George.
Se posso tormentarti con una citazione dotta fatta particolarmente male, mi viene da ricordare il "De amicitia" di Cicerone: gli altri membri della famiglia, di fatto, sono soverchiati dal proprio dolore, perchè, nel piangere Fred, piangono la propria vita senza di lui. Solo Bill, qui, antepone al proprio dolore il dolore altrui, mostrando una forza notevole.
Questo sbrodolamento pseudo-classicheggiante mi è venuto in mente leggendo la penultima frase che hai scritto: Fred, ormai, è in pace, irraggiungibile dalla sofferenza. Chi veramente è da compiangere è chi resta in vita, ma privato di parte della propria forza vitale.
Pongo fine alla tua tortura di leggere questa recensione, facendoti ancora tanti complimenti.
A presto,
Althalus |