"trovò Sherlock vagamente irritato. Aspettava una penna da un’ora...": grandioso ritratto della quotidianità a Baker Street che vede, solitamente, un John servile e affettuosamente premuroso ed uno Sh un po' capriccioso e viziato. La situazione di cambiamento repentino della normalità viene raffigurata come se si stessero prendendo degli appunti, via via osservando gli occhi di Sh e le labbra di J. Molto originali le immagini con cui viene descritto,poi, lo sguardo di Watson: come "finestre limpide". Efficace ("...ma qualcosa c’era...") l'analisi dello strampalato ma geniale processo razionale con cui il consulting scopre che, ormai, lui non potrà più vivere senza il suo medico ("...Puoi uscire quando vuoi, ma non potrai mai andartene...").
Piccola ma splendida fic.

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Tutto ciò è... wow. Molto bello.
“Sono il paradiso, non vedi? Ti libererò dell’idiota medio che è il tuo coinquilino. Piacere, sono il tuo inferno personale. Non ci sarà più nessuno a cui chiedere una penna, un cellulare o una fuga notturna per le strade di Londra. Mi porto via tutto io: fastidio, sorrisi e battiti”. questa è una dichiarazione di guerra, a quanto ne so io.
E Sherlock Holmes accetta sempre le sfide, o no?

"Puoi uscire quando vuoi, ma non potrai mai andartene" è qualcosa di meraviglioso che probabilmente mi appartiene in una maniera che nemmeno immagini.
Ancora un altro ottimo lavoro ^^
(Recensione modificata il 13/10/2011 - 03:51 pm)

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Povero Sherlock, brutto sentirsi improvvisamente privati di qualcosa che fino a quel momento eri matematicamente certo sarebbe restato con te per sempre, eh?e_e
Mi piace molto, le parti in corsivo si omologano perfettamente alla storia *v* Brava <3

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