(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Inizialmente avevo pensato di scrivere un altro commento, per segnalare questa storia, e forse sarebbe stata una scelta ben più intelligente.
Tuttavia Loro ha partecipato a un mio contest, e nel valutarla ho cercato di illustrare il più minuziosamente possibile pregi e difetti: riscrivere tutto non avrebbe avuto senso, specie perché la storia si commenta da sola.
Totalmente IC, in primis; ben scritta, con uno stile accattivante e una grammatica ferrea; curata a livello di trama e coerenza con gli avvenimenti originali.
Loro è un lavoro ottimo, e mi auguro che il mio giudizio sia sufficiente perché la si inserisca tra le Storie Scelte del sito.
Prima classificata, Loro.
Arrivata a «Aveva dimenticato loro.», mi è corso un brivido lungo la schiena.
Non che ci sia una ragione logica, per citare proprio quella frase a inizio commento, né ritengo che sia un buon incipit o cosa: tuttavia dire altro mi sembrava inutile.
Remus ci ha provato, a dimenticarli: a dimenticare Halloween, a dimenticare il mondo che lo circonda. A dimenticare Sirius, a dimenticare quanto li lega – quel sentimento indefinito e impalpabile che li spinge a osservare il mondo da una sporca finestrella, a ricordare.
Loro è, devo ammetterlo, una delle storie più belle che mi siano capitate sottomano: non solo per lo stile, decisamente evocativo, quanto pure per la capacità che hai avuto di ricreare i caratteri, di renderli IC.
Sono perfetti: non c'è sbrodolatura né problema, non c'è nulla che non sia in linea con le loro personalità. I poster di Grifondoro sulle pareti della camera di Sirius, il suo appollaiarsi alla finestra, il modo stesso in cui chiama Remus per mostrargli i bambini... e anche la reazione di lui, Lupin, che sulle prime non vuole avvicinarsi, ma poi si sente afferrare il polso: tutto, tutto è perfetto.
Ogni particolare che ci fornisci è perfettamente inserito nella trama, senza risultare di troppo o sconnesso: benché siano tante, le informazioni che ci dai, nessuna di loro risulta inopportuna o inutile, perché tutto scorre.
La giovinezza di Lupin, ad esempio: quella è passata, è scomparsa. Remus se lo chiede, mentre Sirius è accanto a sé, se lo domanda – perché giovane deve esserlo stato, visto che di un giovane ha i ricordi. È una riflessione così vera e così sua che mi ha spiazzata, sebbene non ci fosse un perché.
Poi Sirius spezza il flusso di coscienza, inopportuno, e quello è il via, il punto di partenza: è da quel momento che Lupin si trova costretto a scavare, a ricordare. Vive a metà tra una relazione carnale e un mero sentimento platonico, tra la voglia di riavere ciò che ha perso e vincere contro i suoi stessi sentimenti.
«[...] ma il desiderio non era sufficiente a dar loro una dannata definizione.» potrebbe riassumere l'intera storia: è una caccia, un rincorrersi e un lasciarsi – e se ci si lascia è perché si è incapaci di darsi un nome, di definirsi.
Sirius vorrebbe poterla chiamare in qualche modo, l'alchimia tra loro, mentre Remus scappa, convinto che bisogno di darsi un nome non ce ne sia. È così che i loro sentimenti li corrodono, così che li lasciano annichiliti.
L'intera vicenda vede la luce all'interno della camera da letto di Sirius, tra quelle pareti che sanno ancora di adolescente. Si infila nel suo letto e teme, e cerca in lui un appiglio.
Quando finalmente lo fanno – scopano, direbbe Sirius –, è squallido, una sveltina: c'è urgenza e carne, in quel momento, non sentimenti. Remus se ne accorge e un po' ci sta male, quasi vorrebbe dirlo a Sirius.
Però... però poi lo ammette, vivono insieme. Ci possono provare, anche se si sono traditi e lasciati e feriti.
Credo sia inutile dirlo, a questo punto, che la trama è decisamente meravigliosa: spinge a riflettere, riempie di malinconia e, beh, è coerente. I dettagli sono tanti, mai inutili, e lo stile cattura e non lascia andare il lettore.
Arrivati alla fine della storia ci si chiede quali errori abbiano commesso, questa volta, perché sia finita – ma è un dettaglio, questo. Tanto lo sapevano entrambi che non sarebbe mai potuta durare.
Passando alla grammatica, ti faccio solo notare che i trattini lunghi e quelli brevi non possono essere mischiati arbitrariamente, cosa che invece hai talvolta fatto.
Nella frase «[...] con gesti rapidi si sfilò la maglia, rimanendo con i soli pantaloni del pigiama indosso e colmò […]» sarebbe stata cosa buona inserire una virgola dopo “indosso”, e talvolta ripeti “suo” a breve distanza riferendolo sia a Sirius che a Remus, cosa che un po' confonde.
Ho poi notato una piccola ripetizione, «[...] venire qua per mettersi un grembiulino di pizzo e mettersi all'opera con le pulizie!», che non so se sia voluta o meno.
Per il resto, la storia è decisamente perfetta: tanti, tanti complimenti!
Voto globale: 9,75/10
Giudizio complessivo: decisamente, Loro è un racconto eccezionale, superbamente narrato. Ogni parola è pregna di sentimento, di rabbia, così che il lettore non può non restarne conquistato. |