"Magari è davvero semplice inseguire il proprio sogno.
E se ci muori dentro?
Se tutto - bum- finisce al terzo minuto?
Se ti svegli, o magari non ci riesci più?
Urleranno ancora i motori, assetati di gloria e di velocità.
I chilometri scompariranno sul tachimetro - numeri troppo alti per chi è sempre sotto ai cento.
E ci sarà ancora qualcuno fermo a guardare il cielo, per capire, ora, dove sei."
Oh, Jules.
Fa male, sai?
Tanto quanto le immagini di stamane.
Rannicchiata nel mio piumone, a due passi dallo schermo.
E quel maledetto affare che rotolava via.
Io e mio fratello ci scherzavamo sempre, sai?
"Sic ha doppia protezione lì sopra."
Davvero?
Oggi uno dei caschi è rotolato via, l'altro, l'ammasso di riccioli, non è servito a nulla.
A quel punto non ci ho capito più niente.
Perché sai, cose così non sembrano reali, non da subito almeno.
Devi...devi prima "capirle". Devi prima "metabolizzarle".
Si dice così, no?
E nonostante continuassi a pensare che no, non sarebbe mai potuto accadere QUESTO a lui;
beh è accaduto.
E non m'importa di sembrare una stupida bambinetta idiota, non m'importa di non conoscerlo affato, non m'importa di non averci mai parlato.
Sic faceva parte del mio mondo.
Quella fragrante e rombante parentesi della vita di nali, che respirava alcune ore del venerdì, un altro paio al sabato per le prove ufficiali e poi la domenica.
Quella parentesi che mi sono cucita addosso da bambina con mio fratello.
La stessa che mi fa urlare come una pazza o ridere; insultare qualcuno ed amarne altri.
Una parentesi strana, ora.
Perché non sarà più la stessa cosa.
Non senza lui.
Non sapendo che che in sella a quella ferraglia colorata mancherà lo spilungone sorridente. E la matassa sulla sua testa.
Non sapendo che il folle, istintivo, passionale Sic ha smesso di salutare.
Con la mano.
Con un sorriso.
Uno di quelli che palesava il suo amore.
Per il vento, per l'asfalto e per la libertà.
L'ho sempre stimato Marco.
Lui ci credeva, lui lottava, lui rischiava. SEMPRE.
E vinceva.
Vinceva, sì.
Forse non con una coppa tra le mani, li sull'alto gradino del podio, ma a cavallo del suo bolide.
Con i suoi ricci ed il suo cuore.
Mi faceva ridere Sic.
Anche quando rischiava di farmi cadere Vale.
Mi faceva emozionare, perché lui la urlava fuori la sua di emozione.
Ed era bello sentirsela sputare addosso.
In un secondo.
Labbra curvate all'insù e asciugamano giallo sulla testa.
Quel cerotto perennemente sul naso.
Era bello sentirlo l'amore di Sic; lì ad un soffio dal proprio naso, eppure a chilometri di distanza.
Quindi grazie, Jules.
Grazie per averci regalato questo spendido frammento di lui.
Grazie per avermi fatta piangere, perché a furia di trattenere le lacrime avrei rischiato di scoppiare.
Grazie perché le tue storie mi sconvolgono sempre.
E le amo per questo.
nali |