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Maledizione.
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-Attila! Ferm- molla quelle pastic- emh..coff coff..dicevo..molla quelle..emh..innocentissime pillole per il mal di gola!
*segue accanita lotta per il possesso delle pastic..emh..pillole per il mal di gola (?)*
*vince Attila, steso mezzo secondo dopo con una padellata, con Dante/coscienza che fischietta limandosi le unghie*
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Scusa^^'
Per l'introduzione demenziale, dico.
Rovina un tantino il pathos che richiederebbe questa recensione.
Chissà se alla simpatica ora delle *controlla l'orologio del computer* 11.46 riesco a tirar fuori qualcosa di decente..
..ho sonno. Lavoro meglio di notte.
Okay, non era esattamente quello che avevo in mente.
Perché sto continuando a scrivere ca**ate?
Non sto bene. Per niente *prende pastic..pillole*
Perfetto. Ci sono. Forse
(ma quanto mi divertirò male ad usare i vari tag?)
Dicevo.
Sai che adoro questa poesia. Te l'ho già detto.
Quello che so io è che ti avevo promesso qualcosa di più di un semplice: è bellissima. ç.ç
Ma non so come esprimermi.
Vabbè, proviamo.
Ame, la pioggia. Che lava, purifica. La pioggia che libera dalla sofferenza e che cancella (quanto amo il verbo inglese erase) per consegnare nelle mani di chi l'accoglie un nuovo inizio. Una nuova possibilità di essere felici.
Ame, che nasconde le lacrime, stille di acqua dolce e salata che si sovrappongono bagnando le guance e le labbra (immagine che amo fin troppo profondamente), che copre le urla di un orgoglioso cuore ferito.
La volontà di annullarsi, almeno per qualche ora. Per qualche minuto.
Forse bastano anche pochi secondi.
Abbandonare il suolo, elevarsi ad un altezza tale da poter considerare i problemi e il dolore di questa nostra vita mortale come insignificanti. Tanto distaccati da non sentire più alcun genere di emozione, non importa che sia negativa o positiva, forse perché difficilmente una condizione esclude l'altra.
Un momento di stallo, dal quale poi ricadere nella vita più liberi e leggeri, forse.
Perché perdersi può andar bene per un istante, per trovare la forza, la determinazione per affrontare di nuova la dolce pesantezza del vivere e dell'esistere.
Nella consapevolezza che ciò che abbiamo patito porterà comunque qualcosa di buono, nella speranza che ciò che ha incrinato cuore e anima non sia stato vano.
Insieme aspetteremo il sole.
Per salire ancora.
Per poi ricadere a nuova vita.
Da questo mio dolore liquido fa germogliare qualcosa.
Che non sia vano.
Adoro l'intera poesia, ma questa ultima parte in particolare. Che è quella di cui temo di aver perso più sfumature.
Come mio solito, ho dato un interpretazione fin troppo personale.
Se ho distorto le tue parole o il loro significato me ne scuso.
Ti voglio bene, stella <3
p.s. scusa ancora per i deliri all'inizio >_<
@recensione scritta durante l'ascolto di nightwish ed evanescence. Tutta vita insomma u.u (Recensione modificata il 16/12/2011 - 12:21 pm) |