Uhm non saprei proprio come recensire.
Capisci, non hai scritto nulla di terribile, anzi per quanto riguarda la forma, la storia è ottima. Ma è spenta, è come se ti fossi annoiata nello scriverla. Mi perplime specialmente l'arrivo improvviso del mostro. Voglio dire, Micheal è un delinquente che si aggira per la città e ad un certo punto viene attaccato. Mh, non funziona molto. Ti spiego il perché: una storia è horror quando riesce a procurare quel senso d'inquietudine al lettore. Come lo provoca? Be', in molti modi, ma è indispensabile che il lettore si senta coinvolto nel leggere. Ora, per sentirsi coinvolti in ciò che si legge è necessario che ciò che leggiamo sia condivisibile. Per essere più chiaro applico il mio ragionamento direttamente al tuo racconto: c'è un primo pezzo in cui è tutto tranquillo e un secondo pezzo in cui c'è l'aggressione ingiustificata. Secondo i canoni della condivisione di cui parlavo prima, scrivendo questa storia avevi un bivio: o raccontavi di questo Michael che era ossessionato a tuo piacimento dalla creatura e una sera viene finalmente attaccato, oppure se l'aggressione avviene improvvisamente in modo del tutto inaspettato, lascia al lettore qualcosa che gli faccia capire o ancora meglio intuire il perché dell'aggressione. Non so, una battuta del mostro, un dettaglio che nota il protagonista, qualsiasi cosa che identifichi meglio il mostro. Per esempio Michael cadendo vede un sacco di cadaveri e capisce che la zona è infestata dal mostro. Oppure, prima di ucciderlo il mostro dice qualcosa come "Il tuo sangue mi rigenerà" e il lettore capisce che c'è un mostro che per sopravvivere si nutre del sangue umano. I miei sono esempi banali, solo per farti capire ciò che intendo. Spero che tu possa ritenere utile e costruttiva questa mia critica.

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