Stray! Finalmente salta fuori il nome del protagonista. Mi chiedo se si tratti di un nickname o del suo vero nome. E devo dire che non esita a presentarsi in maniera forte, il ragazzo! il commento che usa per colorare la morte del barbone è notevole. E’ cinico. E non mi sorprendo a scoprirlo pronunciato da un personaggio statico e apparentemente morto. Una statua greca sulla mente. Un corpo immobile per un flusso di pensieri talmente violento e vivido che se si muovesse anche il corpo, mi chiedo se l’ira non l’accompagnasse … Stray mi sta già colpendo, in qualche modo. Attira la mia attenzione.
Il quartiere malfamato è sempre un teatro avvincente, ricco di dettagli e di spunti. E’ cattivo e si sa, la cattiveria affascina sempre, forse perché fa paura e l’unico modo per sconfiggere la paura è conoscere. Conoscere aiuta a sapere. Il sapere porta a sapersi difendere, non casualmente. Poi c’è il dettaglio dell’occhio bersagliato dai pettegolezzi. Una cicatrice, un occhio di cristallo che vale un casino di dollari … Mi piace anche questa opzione ma sono più propenso a considerare l’occhio celato e il tic come testimoni di brutti ricordi o quantomeno di trascorsi tormentati al quale il protagonista non vuol pensare. E la neve, poi? Comunque, non è bello pensare ai barboni come delle teste di cazzo. Insomma, non tutti sono dei malavitosi che rubano o aggrediscono. Inoltre, perché avrebbe voluto (dovuto) ucciderli lui? Chi è Stray? Anzi, chi è l’Io macabro di Stray che tiene chiusa la scatola delle “cattive intenzioni” dentro il suo corpo, comunque vuoto. Mi stai dicendo che Stray è fatto di nulla e di male imprigionato. Questo ragazzo mi inquieta e affascina al tempo stesso. Non so se temerlo o se nutrire per lui un sentimento di “pena”. Immagino meglio, adesso, il perché del nome “Stray” e gli si addice alla grande, in tutte le sue traduzioni. Randagio è quella che preferisco.
Sai che, prima di leggere il punto specifico, anche io mi ero immaginato il protagonista russo, anche se non così alto e con occhi blu e non verdi. Scoprire i suoi veri lineamenti, comunque, non mi ha “turbato” anzi, adesso me lo propongo meglio. La storia è interessantissima e anche io sto vagando per i freddi quartieri di una città che ha tutte le caratteristiche di una metropoli fantasma col freddo che uccide i barboni come nel telefilm di E. R. e come da tutte le parti del mondo, del resto. Mi ha fatto ghignare in maniera non troppo lodevole, quando Stray appura che l’inverno sta uccidendo più barboni di quando, nelle altre stagioni, siano state le risse a fargli capitolare. Insomma, Stray non è uno da incontrare di notte, in un sottopassaggio e la sua abitudine a bere non gli fa onore. Mi domando perché abbia lasciato andare il ragazzino, nonostante fosse in uno dei suoi soliti momenti no. la voglia di aggredirlo e di farselo era evidente, inoltre, non è nella sua natura contenersi, a quanto ho capito. E c’era pure la neve, quella che Stray odia. La faccenda si fa interessante e penso che rivedremo ancora il biondino dalle gracili fattezze. Mi domando da che parte di mondo sia uscito, come del resto il Nord Europeo (?) Russo? Stray. Mi chiedo se il centro sociale sia utile a qualcuno o a qualcosa e se alla mensa comune si mangi bene … e con quale astuzia da brivido, Stray si procura da vivere? Gioca a carte? Ruba? Promette marchette che non fa mai e fugge col pagamento in anticipo?
LOL! Leggendo le tue parole in blu, mi rendo conto solo adesso che Stray non è il protagonista al quale mi stavo riferendo io. Insomma, non è il ragazzo del primo capitolo. Eppure, un po’ sembrava. Comunque, il prologo era abbastanza incasinato. Incasinato in maniera piacevole, si capisce. Comunque, come vedi, mi sono fatto molte domande, anche altre, rispetto a quelle che ci poni tu, nel tuo saluto. Beh, che dire se non che aspetto al più presto un tuo aggiornamento? Ormai questa storia mi ha preso e sono molto curioso di scoprire come va avanti! La recensione è un papiro. Perdono, non voglio romperti tanto, ma mi son messo a scriverla, pezzo per pezzo, via via che leggevo. Quando una storia mi prende, uso questa tecnica, viene naturale, insomma. Non voglio perdere nulla per la strada. Beh, ora chiudo veramente.
Buonanotte.
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