Ebbene, dopo averti inserito fra i miei autori preferiti in seguito alla tua vittoria al mio contest, ottenuta grazie a quella piccola perla su Percy e Mary Shelley e Harriet Westbrook che era “Libertà”, non potevo non leggere qualcosa d'altro di tuo (università permettendo...). Mi sono dunque imbattuta in questa storia, di cui mi ha colpito il titolo; difatti, visto l'approccio filosofico con cui avevi costruito “Libertà”, mi ha incuriosito e volevo vedere cosa avresti tirato fuori in una storia dal titolo così palesemente nietzschiano.
Devo dirti che mi è piaciuta molto. Nella sua forma iperbolica e paradossale devo ammettere che risulta da un lato estremamente divertente, e da un altro estremamente vera ed attuale. La situazione prospettata nella tua storia di un mondo in cui non ci sia più nulla da scoprire, sebbene paradossale, sottolinea molto bene la tensione dell'uomo a voler sempre superare i propri limiti, ma ad un livello gretto e meschino: per rimanere in campo nietzschiano, un Superuomo fine a sé stesso. Tutti i personaggi senza nome della tua storia, infatti, tendono ad affermare se stessi e il proprio essere, la loro conoscenza inutile e crollano davanti alla prospettiva di abbandonare questa ricerca infruttuosa senza fine. Questa prospettiva li avvilisce talmente tanto da spiazzarli, da annichilirli: essi, in fondo, non vogliono rassegnarsi a questa verità e ancora, nonostante si dica che è stato scoperto tutto, cercano di scoprire se sia vero.
Pensandoci, mi è venuto in mente che quello che emerge da questa storia potrebbe essere una sorta di negazione del concetto dell'Übermensch nietzschiano, in quanto i personaggi della tua storia nuotano ancora in quel nichilismo che impedisce all'uomo di farsi Superuomo. Ma forse la mia è un'interpretazione azzardata, specie in una storia che si colloca sotto il genere del nonsense (sebbene io pensi che dietro il nonsense si celi, molto spesso un grande significato: basti solo guardare all'esoterismo di Alice nel Paese delle Meraviglie, mascherato dietro una favola nonsense per bambini). Sta di fatto che in questa storia i personaggi perseguono la ricerca di qualcosa che non c'è, di qualcosa di assolutamente inutile, che serve più ad affermare loro stessi come individui che non a migliorare l'umanità.
Ancora una volta devo complimentarmi con te per la bella storia.
Una curiosità mia personale: tu per caso studi filosofia? O sei un appassionato? No, perché due storie su due hanno dei riferimenti filosofici, sarà un caso... xD (Recensione modificata il 30/04/2012 - 11:22 pm) |