Nossignore che non ti fermo, non ci penso nemmeno! Non fnchè continui a sfornare queste piccole perle su Sherlock e John.
In effetti il detective ha in sè qualcosa che ricorda una statua, uno di quei bassorilievi scolpiti che si trovano nelle chiese, mentre John è decisamente più terra-terra, meno inavvicinabile e decisamente più solare.
Due così penseresti siano incompatibili: dove c'è la neve non può esserci il sole. Eppure nel loro darsi e sottrarsi qualcosa a vicenda (il cuore per Sherlock e la ragione per John), hanno instaurato un equilibrio perfetto.
A quando la prossima creazione? *_*

Leggendo le prime righe ho storto il naso. Nel senso: la trovo una poetica infiocchetta piuttosta trita, la descrizione di Sherlock. Anche se si sente bene il contrasto con quella di John, quasi scanzonata e più familiare, secondo me sarebbe stato più azzeccata una descrizione più umana, e meno "divinizzata", per così dire. Però ho adorato il dialogo finale: racchiude il nocciolo del rapporto tra i due e quelle frasi sottintendono così tanto che fa quasi piangere. E poi: "Siete stati creati per scontrarvi e divorarvi e inevitabilmente incastrarvi nelle vostre imperfezioni. [...] Siete qui, adesso, insieme, perché non poteva essere altrimenti". Queste frasi me le porto via.
In ultimo, posso chiederti di fermarti dal fermarti? It'd be such a shame. D:

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Hallo!
Sono rimasta stranita dalla tua storia... Non che non mi sia piaciuta, tutt'altro, solo che è, come dire, strana... Sì, è strana per com'è strutturata, ma credimi, fa un effetto incredibile!
Allora, se non ho capito male, nel dialogo Sherlock chiede a Joh di restituirgli il cuore, ma il secondo non vuole, dicendo a sua discolpa che Holmes gli ha rubato il senno, dico bene?
Bella, dolce e particolare, tutte le qualità che servono per far apprezzare alla gente una storia!
Complimentissimi!
Se ti capita, passa dal mio profilo, soffro di carenza di affetto letterario :,(
Tschüss

MM