Recensioni per
Siberia [Camus - Hyoga 100 Drabble Themes]
di Deliquium
Quanto è profondo, assoluto e assolutizzante un rapporto del genere fra maestro e allievo? Non lo so, ma direi tanto. Soprattutto quando non hai un'orda di apprendisti attorno, ma soltanto due bimbi insieme a te in mezzo al ghiaccio. E quei bimbi hanno soltanto te, freddo e tante botte da prendere e darsi. Allora sì che l'allievo ti amerà come un padre. E ti odierà come un padre. O come si odiano tutti i maestri che davvero ci insegnano qualcosa. Allora sì che il figlio ti ucciderà come s'uccide un padre. Kurumada è stato molto freudiano. |
Sono sempre più colpita dalla poesia del minimale che colpisce più sferzante della tempesta stessa. |
Bellissima anche questa, come le altre. |
Meraviglia, già. Stupendo episodio, quello dell'Allievo che uccide il maestro (fisicamente e metaforicamente), anche se l'immagine che mi ha colpito maggiormente nel loro combattimento all'ultimo sangue è la specularità della loro tecnica, come se ciascuno dei due (Hyoga da un lato e Camus dall'altro) stessero in fondo uccidendo una parte di sé anziché il loro avversario. Ma non divaghiamo e veniamo al tuo drabble. Mi sono piaciute le veloci sequenze di immagini, ricordi ed emozioni di quei fatali istanti che hai descritto nel tuo capitolo. Sono un po' come i pensieri di una persona prossima al trapasso, che si susseguono e si accavallano senza una logica, riportando a galla il passato sepolto nella memoria. Che, nel tuo drabble, prende la forma sonora della risata di un bambino a cui il destino di saint ha negato per sempre l'infanzia. |
Mi pare un ottimo modo per finire il rapporto tra l'allievo ed il maestro, con quella risata congelata nella gola, ma ben chiara nella mente. Di Hyoga, certo, perché un maestro non è solo un maestro. È un mentore, sì, ma anche un padre, un modello, qualcuno cui guardare per capire come crescere e in quale direzione muovere i propri passi. Che sia per una questione prettamente scenica - e penso ai ragazzini che imitano il lessico dei genitori - o più intima. Ché in questa vita siamo sbattuti senza tante cerimonie e non abbiamo neppure uno straccio di punto di riferimento. E allora ce li creiamo. Con le nostre mani. E si deve uccidere il modello, per crescere e diventare grandi. Metaforicamente, certo. Solo che questi due hanno avuto la sfortuna di dover prendere alla lettera questo passaggio... |
Bellissima!!!!!!!! |
" ..l'aveva amato, quella notte che l'aveva tenuto fra le braccia, quando sembrava che gli incubi volessero portarlo via..". |
Che apoteosi quell'episodio! Lo riguardo ogni volta che posso! Ma non stiamo parlando di questo :) bello, bello, bello tutto! Belli i ricordi del periodo di addestramento, dove trapela un po' della dolcezza che Camus cela in fondo al suo cuore e che non lo fa esitare dal rassicura il bambino spaventato dagli incubi. Bella l'immagine del Cavaliere come Dominatore del Gelo e quasi come mago che sa trasformare il ghiaccio in diamante, forse anche per invogliare l'allievo a dare il massimo per riuscire a compiere quel miracolo anche lui. Il finale, poi, si commenta da solo: il momento in cui bisogna accantonare i ricordi di bambino e diventare uomo, seppur in modo estremamente doloroso. Molto bella e commovente davvero :) alla prossima allora! |