Ciao carissima! Finalmente sono riuscita a portare a termine il mio lavoro, e me ne compiaccio non poco, visto il non molto tempo a disposizione! Per prima cosa, ti dico senza troppi giri di parole che la tua storia mi è piaciuta: la presentazione grafica è buona, la trama è semplice e ben esposta e non ci sono grossi errori grammaticali (tranne uno che ti segnalerò con maggiore precisione più avanti). Insomma, per essere la tua prima fan fiction, il risultato è decisamente positivo! Immagino che tu sia stata molto attenta durante la stesura della storia, visto che hai evitato i più banali errori che commettono i principianti (me per prima! L’inizio è duro per tutti xD).
Partendo dall’impatto visivo col testo (la presentazione grafica, per intenderci), devo dire che è stato, per fortuna, senza traumi: hai scelto un tipo di carattere semplice e affatto pomposo, attribuendogli una dimensione né troppo grande né troppo piccola; hai reso visivamente diversi i testi che contengono l’introduzione e le note rispetto al testo della storia vera e propria (e questo è un bene, poiché il lettore, già al primo impatto, deve poter essere in grado di capire dove effettivamente inizi e finisca il capitolo); ti sei ricordata di riscrivere il titolo della tua storia nella pagina di pubblicazione (cosa ottima! Non la trovo indispensabile, sinceramente, ma è comunque un riferimento molto utile e, soprattutto, denota che l’autore possiede un certo ordine mentale); hai inserito correttamente le note, anche se magari avresti potuto precisare che di ciò si trattava scrivendolo esplicitamente (cose tipo Note dell’autrice oppure Angolo dell’autrice sarebbero state perfette! Volendo, ci stava bene anche semplicemente una sigla come n.d.a). L’unica pecca che devo segnalarti è il fatto che tu non abbia giustificato il testo: l’icona “giustifica” (CTRL + F) contribuisce a rendere più ordinata la tua pagina e crea senz’altro un migliore impatto visivo.
Passo ora ad analizzare nel dettaglio la trama: semplice, chiara, tutt’altro che contorta e discretamente accattivante. La tua AU rispetta in maniera fedelissima il carattere dei protagonisti, sebbene io continui ad avere qualche dubbio sul tuo Jacob Black (dubbio che presto ti esporrò). Isabella, da brava lavoratrice dipendente costretta a vivere in una città decisamente caotica quale è Londra, ha il suo bel da fare ogni mattina per arrivare puntuale al lavoro. Poi ci si mette il maltempo a complicarle la vita e… accidenti! L’inizio della storia sembra essere in salita! Come mi sarei aspettata da Bella, l’intrepida copywriter non riesce ad evitare la bufera, e arriva al lavoro di corsa, trovando il suo collega Edward in anticipo come al solito. La differenza tra i due risalta già dai primi pensieri che attribuisci alla ragazza: Figurarsi se il principino si mescola con i comuni mortali che vivono in zone normali e pagano l’affitto(qui avrei aggiunto un segno di interpunzione forte: il punto fermo o, ancor meglio, il punto esclamativo). Ovviamente, si tratta su una differenza riguardante la scala sociale: Bella è una ragazza “normale”, con una casa “normale” e che fa un lavoro “normale”; Edward fa il suo stesso tipo di lavoro, ma evidentemente è più ricco della collega (non hai specificato da cosa ciò dipenda e hai fatto bene a non farlo dato che hai fini della storia conta ben poco!). Non saprei dire se sia proprio la posizione altolocata del giovane signor Cullen a renderlo antipatico agli occhi della sua Bella (e dico sua perché tale soprannome glielo ha attribuito lui), o magari il semplice fatto che appaia perfetto in ogni cosa che fa ( [Bella] Non riusciva a capacitarsi di come [Edward]potesse essere sempre in anticipo, seduto al computer con una tazza di caffè in mano ogni mattina), comunque sia, almeno da parte della signorina Swan, c’è un’innegabile antipatia. C’è, però, un dato incontrovertibile: i due, assieme, formano una coppia perfetta! Almeno per quanto riguarda il lavoro. Di questo fatto si accorge anche il direttore creativo (ovvero Jacob Black), che decide di far uscire i due giovani da dietro le quinte per affidare loro un ruolo da veri protagonisti della scena: il loro compito è quello di recitare in uno spot che pubblicizzi un’isola a largo di Rio de Janeiro… mica male come salto di qualità! Il motivo per cui il direttore creativo decida di scegliere proprio Bella e Edward è semplice e quasi ovvio, e, come se fosse la cosa più scontata del mondo, così si rivolge ai due ragazzi attoniti: siete talmente perfetti insieme che, quando me ne sono accorto, sono rimasto esterrefatto. E neanche ve ne siete resi conto! Sì: voi sarete gli attori di una pubblicità. Di una creazione. Di un capolavoro. Milioni e milioni di persone resteranno incantate, quando vi vedranno sugli schermi delle televisioni. Vi adoreranno(anche qui avresti dovuto utilizzare un segno di interpunzione forte). Bella inizialmente appare molto titubante: non si sente all’altezza, non ha mai recitato, non ha mai avuto un ruolo del genere! Ma la proposta è davvero irrifiutabile: stipendio triplicato e due settimane quasi in totale vacanza trascorse su di un’isola meravigliosa! Come dire di no? Peccato che con lei debba venire anche Edward: il suo collega è decisamente troppo antipatico e affascinante per non costituire un problema! Ma si sa… chi non accetterebbe il rischio avendo una vacanza pagata in un posto del genere (bella l’idea di ispirarsi a Breaking Dawn per la scelta della location!)? Il viaggio d’andata mi è piaciuto davvero tantissimo! Ho riso di gusto quando mi sono trovata a leggere Isabella si era impegnata nelle attività più disparate: aveva sonnecchiato, letto, dato fastidio a Edward, ascoltato musica, fatto i cruciverba, dato fastidio a Edward, studiato il primo foglio dei dettagli sul piccolo film che dovevano girare sull’isola, dato un’occhiata al programma che trasmettevano sullo schermo davanti a lei, dato fastidio a Edward, mangiucchiato qualcosa, chiacchierato con un ragazzo molto gentile seduto nella fila parallela a quella in cui stava lei, dato fastidio a Edward… Non solo ho trovato il suo fastidioso comportamento perfettamente IC, ma ho anche notato con piacere che ha contribuito a rendere più divertente la lettura in un momento, diciamo così, di stasi (in fondo, cosa mai avrebbero potuto fare di eclatante questi due baldi giovani trovandosi in aereo?). Per ingannare il tempo, la giovane signorina Swan si cimenta in uno dei test che si trovano su certe riviste. Si distrae non poco dietro quelle esilaranti pagine (io, per lo meno, trovo che i test sulle riviste facciano morire dal ridere!) tanto da non prestare la minima attenzione al suo compagno di viaggio se non per coinvolgerlo nello svolgimento del test. E poi… sorpresa! I due hanno lo stesso profilo sessuale!!! Divertente… davvero divertentissimo! Bella non sembra affatto intimidita dalla notevole vicinanza ad un collega tanto bello quanto insopportabile, sebbene, nel complesso, tutta la situazione la imbarazzi non poco. E il top deve ancora arrivare!Solo durante il volo Bella viene a sapere esattamente quale sia il copione da recitare (rigorosamente senza battute): Due ragazzi arrivano sull’Isola Bella lo stesso giorno. Alloggiano nello stesso albergo in riva al mare, e appena si vedono scatta il colpo di fulmine, ma allora si limitano a guardarsi. Lei è timida, arrossisce spesso, e a lui questa cosa pare molto dolce. Per alcuni giorni non si incontrano da nessuna parte, credono quindi che probabilmente una loro possibile storia non sia destino […]si ritrovano a Rio, per le vie, nel bel mezzo di una festa. Si guardano, si sorridono, ballano assieme, parlano, e infine si scambiano un passionale, struggente, lungo bacio […] Poi ci sono varie scene sull’isola Bella: loro due al mare, nei boschi, sulla spiaggia, alle cascate, al ristorante. Fino a che non arriva il momento di separarsi, all’aeroporto. Una scena che commuoverà milioni di persone, le quali rimarranno in trepidante attesa per conoscere il futuro dei due […] Lo spot finisce con i due ragazzi, un po’ più grandi dell’ultima volta, che trascorrono ogni estate sull’isola Bella. Si vedrà l’anello di fidanzamento alla mano di lei, poi le fedi all’anulare, lei incinta, e infine la famiglia felice che arriva all’isola Bella per trascorrere lì un’altra estate. E allora apparirà la scritta: “Isola Bella: una passione è per sempre”. Come trama non è niente male, anche se sembra turbare non poco la nostra Bella. La timidezza, però svanisce in fretta: non appena i due giungono presso la loro dimora, la giovane inizia a punzecchiare il suo coinquilino! Il cuscino del letto di Bella è troppo duro, e la ragazza ne chiede uno a Edward il quale, in maniera, suppongo, provocatoria, rifiuta il cambio, beccandosi un attacco di solletico. Hai descritto, insomma, una divertentissima scena che potrei definire senza troppi problemi slice of life, e che termina con un bel bagno in piscina di entrambi. Ottimo! I due “attori” sembrano iniziare a prendere confidenza, tanto che alla fine sembra quasi che non stiano recitando. Tutto fila per il meglio: la convivenza, lo spot, il bacio. Durante una delle lunghe chiacchierate tra i due, Edward chiede alla ragazza quale sia il suo fiore preferito. Lei, inizialmente, non sa dare una risposta, salvo poi rispondere durante la registrazione dello spot. Il fiore che nomina Bella è emblematico, e la scelta ha certamente un significato nascosto molto profondo: credo che nontiscordardimé non indichi semplicemente quel delizioso fiorellino di campagna che tutti quanti adoriamo, ma implichi in sé anche il suo significato non univerbato (ovvero non ti scordar di me). Io, insomma, l’ho interpretato come un messaggio, una sorta di dichiarazione d’affetto molto velata ma sincera, quasi un ringraziamento a Edward per averle fatto trascorrere una vacanza meravigliosa. E la risposta del ragazzo è ancora più significativa: non so se magari io stia correndo un po’ troppo, ma il fatto che poi lui le abbia fatto trovare un mazzo di nontiscordardimé lo interpreto come una risposta. E la risposta in questione è non mi scordo di te.
Ora, passo a commentare i punti della trama che mi hanno lasciato vagamente perplessa. Ho notato che, pur essendo questa una AU, hai comunque implicitamente fatto cenno alla trama dei romanzi della Meyer, non soltanto per quanto riguarda l’isola Brasiliana, ma anche per alcuni aspetti dei personaggi. Per esempio, hai descritto Edward (sfruttando molto abilmente la scusa del test) in questo modo: Gli amanti del blu sono compagni molto intensi, a volte innovativi, spesso dolci e affettuosi, decisamente sensibili ai bisogni del compagno. Gli uomini che amano il blu sono come pianisti che entusiasmano la loro compagna come se stessero suonando il pianoforte ad un concerto. Il riferimento al pianoforte mi sembra quanto mai lampante! Su Jacob hai scritto: ululòdalle risate, accasciandosi sulla sua preziosa scrivania. Tutto questo l’ho trovato estremamente efficace, e mi complimento con te perché la reputo una finezza. Tuttavia, non capisco come mai hai deciso di rendere Jacob OOC, ritraendolo come un avido imprenditore dedito solo al denaro e disposto a lasciare che la donna per cui ha una cotta giri uno spot molto romantico con un dipendente che gli sta antipatico. Offre loro addirittura una vacanza! Effettivamente, il fatto che Jacob trovi affascinante Bella non vuol dire affatto che ne sia innamorato, però tu stessa hai scritto Tutti sapevano bene che nutriva un qualche interesse proprio per Isabella riferendoti al signor Black. Comunque, quella che io trovo una pecca, potrebbe non esserlo affatto per tutti gli altri lettori: è una questione di gusto personale! Io avrei creato un Jacob leggermente più geloso.
Per quanto riguarda l’ambientazione, trovo di non aver nulla da ridire. Hai descritto molto bene Londra, concentrandoti su un aspetto caratteristico della città, ovvero la piovosità. Hai messo sufficientemente in risalto la differenza tra le due camere presenti all’interno della casetta sull’isola, giustificando pienamente la scelta di Bella di prendere quella bianca (troppo femminile per Edward). Mi è piaciuto tremendamente il particolare della piscina riscaldata (lo ammetto: è il mio sogno proibito) e ho trovato molto efficace anche la descrizione dell’hotel. Non ti sei concentrata troppo sui dettagli, questo è vero, ma ai fini della storia va più che bene così.
Ed ora, un po’ a malincuore, passo a segnalarti qualche errore. Un paio sono sistematici, perciò ritengo che necessitino di una spiegazione più ampia; altri credo siano dovuti semplicemente alla distrazione o a una rilettura non troppo attenta.
Innanzitutto, nontiscordardimé si scrive con l’accento acuto e non con quello grave! È un vero peccato che tu abbia commesso un simile errore, perché purtroppo hai usato questa parola come titolo della tua storia. Come puoi immaginare, mi è saltato immediatamente all’occhio e, poiché lo hai ripetuto altre tre volte all’interno del capitolo, suppongo che la tua non sia una semplice svista. Il perché vada usato l’accento acuto (inclinato da destra verso il basso) e non quello grave (inclinato da sinistra verso il basso) dipende da una questione di resa grafica dell’effettiva pronuncia della parola: nontiscordardimé è il risultato dell’univerbazione (unione di più parole diverse) di non ti scordar di me. Il risultato finale di questo processo fa sì che l’accento principale della nuova parola, cada sull’ultima sillaba (la parola, in questo caso, si dice tronca). Poiché me, che è l’ultima parte del composto, ha l’accento acuto, esso si mantiene anche nella nuova parola. I due diversi accenti, tra l’altro, indicano una differenza nella pronuncia:
- è si pronuncia /ε/ (timbro vocalico aperto: l’esempio lampante è proprio la terza persona singolare del presente indicativo del verbo essere)
- é si pronuncia /e/ (timbro vocalico chiuso: è la pronuncia della coniugazione e)
Si pronunciano /ε/, e dunque si scrivono con è, composti come qual è, dov’è, cos’è; mentre si pronunciano /e/, e si scrivono con é, parole come poiché e perché. Anche me di nontiscordardimé ha l’accento acuto, ma essendo un monosillabo, e non esistendo parole graficamente identiche con significato totalmente diverso, questo non si deve segnalare graficamente. Ben diverso è il caso, per esempio, di sé: poiché esiste una parola omofona (che ha lo stesso suono) ma con significato assolutamente diverso, il sé di sé stesso deve essere distinto graficamente da se congiunzione che introduce il periodo ipotetico. La regola dell’accentazione grafica delle vocali toniche riguarda solamente parole polisillabe tronche: la differenza tra vocale chiusa e vocale aperta in posizione accentata (che riguarda anche la o solo se non occupa la posizione finale) si trova anche all’interno di parola, tuttavia, poiché in tale posizione non è necessario rendere graficamente la differenza, spesso eventuali difetti di pronuncia non possono emergere dalla pagina scritta. Il problema è fondamentalmente questo: lo standard della lingua italiana è dato, per evidenti ragioni storico-letterarie, dalle parlate del Centro Italia (meglio non essere troppo precisi perché ci imbatteremmo in questioni tutt’ora irrisolte), e tali parlate prevedono l’opposizione tra /ε/ ed /e/ (evito di spiegarti il perché in quanto dovrei mettere in gioco quel simpaticone del latino volgare con annessa grammatica storica del volgare fiorentino). In molte altre zone d’Italia, tuttavia, tale differenza nella pronuncia non esiste, perciò, trovandosi di fronte a parole come qual è e poiché, qualcuno tende inconsapevolmente a pronunciarle allo stesso modo. Ecco allora che molti scrivono abitualmente poichè e perchè senza rendersi minimamente conto che in realtà si tratta di un errore! (Tra l’altro, fortunatamente c’è Word che le corregge in automatico). Non so da quale regione d’Italia provieni e come sei abituata a pronunciare le parole che ti ho fornito come esempio (magari il tuo errore può essere semplicemente stato causato dal fatto che non eri a conoscenza del corretto uso dell’accento grafico), comunque l’unico consiglio utile che posso darti è quello di armarti di santa pazienza e di controllare sempre sul vocabolario l’esatta accentazione delle parole tronche terminanti con e.
Un’altra cosa che ti segnalo è la mancata messa in evidenza del flashback. Da come ho potuto intendere io questo spezzone del brano rappresenta in realtà un ricordo di Bella. In realtà, però, questo non si capisce affatto bene.La mattina si era svegliato immerso nel profumo di pane tostato, marmellata di fragole, uova strapazzate, bacon, burro, ma anche muffin, croissant e pancakes. Dopo essersi dato una sistemata, si era diretto in cucina seguendo il profumo e vi aveva trovato Bella, vestita e fresca di doccia, indaffarata ai fornelli. ‹‹Dobbiamo andare d’accordo per due settimane e questo è il modo migliore per iniziare›› gli aveva detto con un sorriso quando Edward, munito di espressione stupefatta e occhi fuori dalle orbite – e una gran fame – le aveva chiesto cosa stesse facendo. Il consiglio che ti do in questo caso è di utilizzare il corsivo per segnalare il flashback, magari facendo anche ricorso ad uno spazio bianco tra la narrazione degli eventi in corso e quella dei ricordi. La stessa cosa riguarda anche la chiacchierata tra Bella e Edward sui fiori: è un ricordo del passato (recente, certo, ma pur sempre passato), ma per capirlo bisogna leggere tutto fino al ritorno agli eventi correnti poiché il flashback non è segnalato.
Ora passo in rassegna le imprecisioni e le sviste trovate qua e là.
La frase iniziale, ovvero Isabella prese un respiro profondo, preparandosi psicologicamente a ciò che stava per fare, gli occhi scuri rivolti fissi davanti a sé non suona molto bene: a non convincermi è la virgola tra fare e gli, che secondo me spezza eccessivamente il discorso. Sarebbe stato meglio inserire, oltre alla virgola, anche un verbo come tenendo: Isabella prese un respiro profondo, preparandosi psicologicamente a ciò che stava per fare, tenendo gli occhi scuri rivolti fissi davanti a sé.
Naturalmente,aggiungeva sempre lei mentalmente ogni volta che ci pensava. Figurarsi se il principino si mescola con i comuni mortali che vivono in zone normali e pagano l’affitto, sbuffava poi. (le parti sottolineate sono quelle che tu hai messo in corsivo). Non capisco perché hai messo il punto tra pensava e figurarsi: la frase è tutt’altro che finita, e Bella sta ancora pensando. E non ha molto senso nemmeno la virgola dopo affitto, che, anzi, chiudendo i pensieri della ragazza (e dunque la frase) dovrebbe essere seguito da un segno di interpunzione forte.
Naturalmente, aggiungeva sempre lei mentalmente ogni volta che ci pensava, Figurarsi se il principino si mescola con i comuni mortali che vivono in zone normali e pagano l’affitto. (!) sbuffava poi.
Recuperò le chiavi e le aprì velocemente la macchina, la accese e azionò il riscaldamento prima ancora di sedersi. Qui c’è un le di troppo, ma ritengo sia un semplice errore di distrazione.
Proprio in quel momento, come se Jacob Black avesse sentito le parole di Edward, Rosalie aprì la porta della loro saletta senza bussare; aveva sviluppato quel comportamento recentemente, irritando entrambi, ma né Edward né Isabella avevano intenzione di intraprendere con Rosalie una discussione che di certo si sarebbe protratta per molte settimane e che, erano entrambi sicuri, non avrebbe portato risultati. Al posto del punto e virgola io avrei inserito il punto fermo. Mi pare, infatti, che la frase precedente sia pienamente conclusa, e che comunque i due enunciati abbiano argomenti diversi: nella prima, l’attenzione è rivolta a Rosalie e al suo ingresso nella stanza; nella seconda, invece, ad avere importanza (e dunque ad essere il tema) non è la bella compagna di Jacob, ma sono Bella e Edward, o, meglio ancora, la sottintesa opinione che i due giovani hanno di lei (una rompiscatole, evidentemente, dato che non hanno voglia di perdere tempo a litigare con lei).
E, cosa migliore di tutte… trascorrerete un paio di settimane su un’isoletta poco distante dal Brasile. Al posto dei puntini di sospensione, io avrei messo semplicemente una virgola. Non credo che il tuo sia un errore, ma poiché cosa migliore di tutte è un inciso, come tale va segnalato tra due identici segni grafici (virgole o trattini lunghi).
Isabella Swan, che cazzo stai dicendo? Piccola imprecisione semantica: Bella non sta parlando, ma sta pensando! Non è un errore grave, però in effetti stona leggermente.
aveva iniziato a denominarla Bella. Anche qui, il problema è di ambito semantico: denominare vuol dire designare con un nome, per cui si suppone che il designato in questione un nome di suo non ce l’abbia. Bella ce l’ha! Edward non le ha dato una denominazione, ma un soprannome! Io sostituirei, perciò, denominarla con soprannominarla.
Né lui, né Isabella commentò. Questa volta ho dovuto evidenziare l’errore poiché è abbastanza lampante: i soggetti sono due, perciò il verbo deve essere coniugato al plurale! Suppongo sia una svista dato che hai coniugato tutti gli altri verbi in maniera perfetta, ma per dovere di recensore te la segnalo comunque.
un maxischermo a muro e un impianto stereo che lei non si sarebbe mai azzardata a toccare a causa della sua imbranataggine storica. Sempre per ragioni semantiche, ritengo che storica non sia l’aggettivo adatto: l’imbranataggine di Bella è inguaribile (suppongo sia questo il senso dell’espressione), per cui, al posto di storica, ci starebbe meglio cronica (a meno che tu con storica non intenda risaputa! Ma, ugualmente, l’aggettivo non è molto chiaro).
Per concludere, ti segnalo un merito che hai e che è degno di lode: ‹‹Mi piacciono, ma non ho mai trovato un fiore che mi facesse dire “oh, è lui quello che preferisco”›› Sei riuscita a riportare graficamente in maniera perfetta il “dialogo nel dialogo”! Brava!!! Vuol dire che ti sei informata bene sul metodo migliore da utilizzare… complimenti!
Dopo averti tartassato con una recensione moooooolto lunga, non posso che concludere esprimendo un giudizio complessivamente positivo: per essere la tua prima storia è scritta davvero bene e non ci sono gravi errori di sintassi e grammatica. Le cose che ti ho segnalato sono facilmente correggibili, e sono sicura che nella prossima storia che pubblicherai non ci sarà alcuna traccia di è al posto di é (faccio riferimento a questo perché è l’errore più vistoso che hai commesso).
La bandierina è verde, ovviamente! Spero di esserti stata utile e di risentirti molto presto.
9dolina0
recensore di EFP editing |