Come ho già avuto modo di dirti tramite messenger, trovo che questa storia sia di mirabile fattura. Sei stata abile nel trattare con efficacia questi argomenti quasi scomodi, nell’evidenziare al meglio come una persona normale reagirebbe di fronte al repentino – e non voluto – cambiamento radicale della sua vita.
Non ho potuto fare a meno di sorridere di fronte all’OOC giustificato di Sandra. Più che altro non lo reputo un out in tutti i sensi, poiché come noi è un essere umano. Date le sue precedenti condizioni, ritengo che tu abbia fedelmente rispettato il suo carattere. Pre-maschera, ovvio. Perché se dobbiamo parlare della nostra Capopalestra, qualcuno potrebbe dire che non hai tenuto fede ai suoi canoni. Oh, beh, tu sai che io non rientro nel range di questo qualcuno.
Ho apprezzato molto l’immagine iniziale di questa giovane adolescente in crisi, ho amato poterla immaginare in tutto e per tutto mentre osservava malinconica il suo riflesso allo specchio. È frivola e spensierata, un po’ come tutte le ragazze della sua età, tuttavia è ben consapevole del suo destino e lo ha accettato come farebbe una qualsiasi persona matura.
Immaginarla mentre si tagliava i capelli, e così recideva anche il legame con il suo passato, mi ha fatto riflettere. È stata costretta a fare un taglio netto con la sua vecchia e amata vita, obbligata contro il suo volere. Eppure lo ha accettato, perché prima o poi sapeva di doversi scontrare contro questa difficoltà. Consapevole di non poter aggirare l’ostacolo, lo ha affrontato con coraggio. E lì ho ridacchiato tra me e me, ritrovando aspetti della “nuova” (rispetto alla storia) Sandra durante il suo incontro con Dragonair.
Attraverso il suo nuovo riflesso allo specchio, al vedere sé stessa in vesti che non le appartenevano, e durante il suo primissimo e poco gradito volo, la Domadraghi ha potuto fronteggiare il suo futuro, cercando perfino di convincersi che forse tutto sarebbe andato per il meglio. Dopotutto, non è così che più o meno tutti facciamo? Di fronte a una grandissima difficoltà, cerchiamo di aiutarci dicendo che tutto procederà secondo le nostre speranze.
Il suo primissimo incontro con la famiglia di Lance – i suoi parenti – mi ha fatto accapponare la pelle. Ho avuto modo di immedesimarmi totalmente nei panni della giovane, tesa e agitata di fronte allo sguardo duro e indagatorio di queste persone autoritarie. Ho trasalito anche io, immaginando l’urlo della zia giungere alle mie orecchie come una secchiata d’acqua gelida. Ti dirò, fossi stata in Sandra le avrei risposto indietro. Ma siccome Sandra non è ancora Sandra… (…eh?)
Sono rimasta senza fiato al leggere i primi discorsi tra Sandra e Lance (il suo Lance…!!! Ok, la smetto), restando sospesa in tutte queste bellissime emozioni che tu hai descritto fedelmente. Sei riuscita a dipingere in modo a dir poco perfetto il Domadraghi in tutte le sue sfumature di orgoglio e spavalderia, dipingendolo in modo adatto davanti agli occhi confusi della cugina.
Le loro parole, apparentemente semplici ma in realtà ricche di significato, hanno riacceso qualcosa in me. Qualcosa di antico, sopito in un angolo del mio cuore. Giusto, sono le parole di veri innamorati, di due persone che si completano a vicenda. Sto correndo troppo? Io credo nei colpi di fulmini, invece.
Ti giuro, ho trascorso tutta la lettura di queste parti con le mani che facevano la forma di un cuore. Tipo in stile Emo di Zelig, Ti Lovviamo. Ecco, sono rimasta così tutto il tempo. Da pazzi? Forse.
Tornando serie, sono rimasta in parte stupita dal comportamento freddo del ragazzo. Però ho sorriso, di fronte a questa sua sorta di timidezza: dopotutto, non ha mai avuto modo di parlare con delle ragazze al di fuori di sua madre e delle altre Domadraghi. Deve essere stata una cosa nuova per lui, quasi improvvisa, in grado di cogliere in fallo in grande combattente qual è.
Ho adorato le piccole provocazioni di Sandra, e la replica composta del ragazzo. Credo che sia servito ad entrambi quest’incontro: lei è stata capace di costruirsi un pezzo di maschera, di temprare un pochino il suo spirito per farlo diventare quello di una vera Domadraghi, mentre lui ha avuto modo di affrontare una nuova sfida, prettamente morale, che a parer mio lo aiuterà poi per affrontare l’esame del Maestro, quello dell’approvazione.
La loro prima sfida è stato qualcosa di a dir poco fantastico. Hai fatto combaciare tutto alla perfezione, sia come caratteri, sia come atteggiamenti, sia come teatro di lotta. Chi lo avrebbe mai immaginato che avresti trovato il modo di spiegare quel dannato ponte rotto (bruciato?) della Tana del Drago.
Ho amato letteralmente il coraggio di Sandra e la sua tenacia. Me la immaginavo, mentre digrignava i denti e osservava con rabbia Lance volteggiare con Dragonite sopra di sé. Ho quasi potuto udire la sua voce, mentre impartiva ordini disperati e carichi di grinta al suo amico Dragonair. Sapere che poi quella sfida cruenta – tra errori di ingenuità (Sandra) e malsana voglia di vincere (Lance) – si è conclusa in parità mi ha fatto esplodere di gioia.
Sai perché? Perché hai fatto pareggiare tutto: Sandra e la sua vita, Lance e il suo orgoglio, il loro rapporto, la loro forza, potenziale, destino… tutto. Quella semplice frase, ove hai descritto Lance scendere a riprenderla e decretare così la parità della loro lotta, ha espresso davvero tante cose. Per me, almeno.
Inutile dire quanto abbia sinceramente apprezzato l’idea di porre il Fiordaliso, immagine dell’innocenza e della nuova vita, accanto a quello del ponte distrutto, rappresentazione del passato e della forza. Non avevo colto a pieno il rapporto dei tempi, però quello della purezza, dell’innocenza, della forza e del coraggio l’avevo scorto. Sei stata davvero un maga nel comporre questo piccolo pezzo di poesia.
La conclusione è eccellente. Attraverso le parole di scherno di Lance e Sandra, sei riuscita a comunicare come entrambi non saranno più gli stessi, come le cose cambieranno da questo evento in poi. E quante ne cambieranno davvero!!!
Nel complesso, posso dire che hai fatto davvero un bellissimo lavoro. Come sempre, ti sei superata. Hai davvero dato il massimo, e mi dispiaccio che questa meraviglia non sia stata adeguatamente ricompensata.
Adesso sto rompendo le scatole ai miei: voglio comprare un pesce rosso da mettere nella boccia. E sai come lo chiamerò? Horsea. Perché l’immagine che hai descritto, quello di Sandra mentre regge la boccia piena d’acqua con il suo cavalluccio marino, mi ha davvero colpita.
Sembro pazza? Colpa tua, allora. X°D
Ovviamente scherzo. Come potrei fare senza queste tue bellissime storie? Ultimamente riesci davvero a fare delle belle cose, a differenza mia. Devo rimboccarmi le maniche, o qui ci rimetto le penne. Ah, quasi dimenticavo. Non ho trovato alcun genere di errore nella storia, se non qualche parola in corsivo non staccata da quella successiva.
Lo stile che hai utilizzato è altamente efficace, ed è assolutamente adatto per descrivere al meglio tutte le vicende vissute dalla Capopalestra. Non sei stata affatto prolissa, anzi. Mi è piaciuto molto il tuo modo di scrivere, e mi hai così lasciata senza fiato da…
…Che dici di dare un’occhiata nella lista “Sono negli autori preferiti di…”? Ti converrebbe.
Detto questo, mi congedo, rinnovando ancora i miei più vivi complimenti. |
