Esordirò in un modo insopportabile, mi spiace.
A meno che non mi sbagli di grosso (ho vagliato l'ipotesi che possa trattarsi di una forma arcaica, che tu pertanto possa aver ritenuto più confacente all'epoca del Barone), 'cronicle' è sbagliato, manca una 'h' - 'chronicle[s]'. Siccome è il titolo della storia e del capitolo, mi sembrava il caso di dirtelo, visto che è piuttosto appariscente ^^''
Scusamissimi per l'insopportabilità intrinseca.
Ora cerco di farmi perdonare e recensisco come si deve.
Trovo che la storia sia molto ben scritta, e che sia un bene che qualcuno si sia messo d'impegno per parlare del Barone Sanguinario, un personaggio di cui si sa veramente poco, se non Il fatto saliente che ha caratterizzato la sua vita (e anche quello l'abbiamo scoperto dopo sette anni di NULLA).
Nonostante, quindi, la sua storia sia ben esposta, e si avvertano l'angoscia e il turbamento dell'eterno peregrinare di quest'anima, onestamente non riesco a provare pietà per quest'assassino, che, dopo aver ucciso 'per amore' la sua donna, vorrebbe tutt'ora farci credere di amarla, e di sperare che lei lo perdoni e torni da lui. Nel frattempo, lui la segue, come l'ombra che è, come l'ombra che entrambi sono.
"Dead Man STALKING" è decisamente un buon titolo per definire la situazione di cui parla la storia, che a me mette addosso una discreta inquietudine. Diamine, dopo tutto quello che le hai fatto, credi davvero che basti seguire mansuetamente Helena perché lei, prima o poi, decida di perdonarti e faccia sì che tutto torni come prima? Mi dispiace se suono come un essere senza cuore, ma io col cacchio che l'avrei perdonato. Potevate stare insieme, vivere insieme, e invece l'hai uccisa. E ora hai tutta l'eternità per pensarci.
Malgrado la divergenza d'opinione col protagonista (e forse con te, autrice), ho davvero apprezzato la storia per il realismo con cui hai ipotizzato e dipinto la situazione di un'anima intrappolata nel limbo della non-morte.
(Piccola annotazione: "nei mie passi" <-- 'miei'). |