Eccomi qua, pian piano recupererò tutte le tue storie! ^__^
Mi è piaciuta molto l'idea iniziale su cui si basa questa storia: mostrare come sia cambiata in meglio la vita di Jun attraverso un dettaglio, piccolo eppure molto significativo. L'espressione del risveglio. Magari visto da fuori lui appare simile a come è sempre stato: serio, posato, responsabile, gentile. Eppure la guarigione, e la relazione con Ken, lo hanno cambiato profondamente. E questa grande evoluzione appare evidente solo per pochi istanti, ovvero quando Jun si concede di essere davvero sè stesso, al momento del risveglio. Io adoro gli accorgimenti narrativi come questo, in cui si narra un dettaglio per esprimere tutto ciò che vi è attorno! Ti faccio solamente un appunto: per rendere maggiormente legate le due parti della storia, io avrei visto meglio l'uso della terza persona in entrambe, in modo da rendere il cambio di punto di vista e di atmosfera un po' meno brusco... Per il resto, è tanto carina, e questi due teneroni mi piacciono un sacco! ^__^

Mmmm... carina ma un po' contorta. Il sogno-ricordo di Jun s'incastra un po' a fatica con la realtà e forse è un po' troppo lungo e articolato. C'è troppo *detto* e troppo poco *mostrato*, cosa che secondo me rallenta e appesantisce un po' la lettura. Anche il fatto che Jun non si ricordi di esser stato male la sera prima mi lascia un po' lì, così come l'affermazione di Ken riguardo all' *espressione mattutina* lo trovo un po' forzato, ma tant'è.
IC invece entrambi, con Jun ben caratterizzato, forte e fragile insieme. Il nostro viso rivela molto, se non tutto di noi, e certamente quello di Jun non può che essere mutato in meglio dopo l'inizio della storia con Ken^^

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Bella, bella e toccante. Mi piace come riesci a caratterizzare Jun, mostrando il mondo che c'è oltre la sua apparente tranquillità, il suo prendere apparentemente bene ogni cosa. Credo che la parte dell'incubo sia molto azzeccata, in fondo il sonno è il momento in cui abbiamo meno il controllo su noi stessi, quindi tutte le nostre paure possono venire espresse liberamente.
Molto bello anche il contrasto tra la prima e la seconda parte.
Davvero mi è piaciuta molto, da farmi passare sopra al fatto che Jun stia nel letto di Ken invece che in quello di Yayoi. XD
Complimenti ancora. :)

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Veramente una bella storia.
Mi è piaciuto come hai saputo strutturarla passando da un Jun che parla del sé stesso passato, per poi focalizzarti sul Jun presente.
Tutta la prima parte, soprattutto, l'ho trovata perfetta: nella scrittura, nello stile e in ciò che voleva trasmettere. La seconda parte ha perso di mordente, rispetto alla prima, e fose c'erano delle cose modificabili ("gli abbai" è proprio brutto, per quanto corretto XD), ma è una degna continuazione di ciò che hai raccontato precedentemente.
E' stata una giusta intuizione quella di parlare delle fasi di sonno/risveglio attraverso gli occhi di Jun come una tortura. La paura di addormentarsi e non svegliarsi più, la fissità di cartapesta in cui restava intrappolata la sua espressione ogni mattina. Ho davvero apprezzato il modo in cui tu l'abbia trattata e come tu abbia scavato nella caratterizzazione del personaggio per farci cogliere anche questo aspetto del Principe del Calcio: le sue paure.
Poi, finalmente gli incubi del passato vengono sciolti nella piacevolezza del presente, nella rilassatezza della sua nuova vita e della sua felicità.
La diversità nei risvegli che caratterizzano il prima e il dopo è proprio il punto focale che sancisce il passaggio da una fase all'altra per questo personaggio e penso che tu abbia fatto davvero un ottimo lavoro!
Complimenti! :D

(PS: Cane Genzo sempre nei nostri cuori! XD E, ovviamente, non poteva che essere paraculo nei confronti di Ken. XD)

VOTO: 9

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Sarò sincera, le yaoi non le ho mai molto amate, ma credo di saper riconoscere una buona storia quando la leggo. E questa mi ha quasi commosso perchè mi ha riempito di sensazioni che, purtroppo e per fortuna, mi sono terribilmente famigliari. L'angoscia, gli incubi, la paura di non svegliarsi più sono all'incirca le stesse che raccontava una persona che ho perso tanti, tanti anni fa...diciamo per lo stesso motivo di Jun. La tenera quotidianità dei protagonisti, i gesti d'affetto spontaneo, il trovare bello quello che è naturale, "l'espressione del risveglio", appunto, sono quei gesti di dolcezza che trovo in mio marito e che mi fanno partire con il piede giusto. Insomma, questo pippone solo per dire che questa storia è tremendamente, dolcemente, giogiosamente reale. E pure scritta molto bene. Brava, bravissima, davvero!

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