Mi mancano i suoi baci proprio sopra l'orecchio appena sveglia. Mi mancano le sue dolci parole sussurrate al mio orecchio prima di addormentarci. Stretti. Come cucchiai.

Non è infrequente comprendere di tenere davvero a qualcuno proprio quando cominci a perderlo. Ti ripeti per anni che non c'è fretta, finché non compare la situazione che rischia di portartelo via per sempre. E ti senti sprofondare...

È stata un'estate magica che ricorderò per sempre. È stata anche l'estate in cui ho detto addio a lui. I ricordi di quella notte afosa di metà agosto rompono gli argini e mi invadono gli occhi, se li chiudo posso ancora sentire il peso del suo corpo sul mio, il contatto delle sue braccia che mi stringono fino a farmi mancare il fiato, il suo respiro regolare nel sonno e non cosa meno importante il suo terrore inconscio che potessi scappare da quel letto. Ce l'ho messa tutta per riuscire ad alzarmi quella mattina.

E' difficile trovare un senso al perché gli conceda di entrare a conoscere a fondo i suoi segreti.
Ancora di più spiegare perché gli permetta di guardarli da vicino, di tenerli tra le lunghe dita e scivolare leggero a leccarli.
L'unica cosa certa in quel marasma di sensazioni è una soltanto.
Lui.

Ciao a todos, eccomi qui, approdata su questo bellissimo sito per mostrarvi il mio aborto. La storia l'ho scritta da tanto tempo, si tratta di qualcosa di ridicolo, forse banale, non scritto come vorrei e sicuramente pieno di errori, ma detto questo provate a fare un salto lo stesso, perchè ci tengo tanto a questa storia, e per qualche strano motivo ci tenevo a pubblicarla, quindi se non sapete cosa fare e decidete di dare un'occhiata mi fa molto piacere.
Si tratta di qualcosa che ho sempre immaginato, poi scritto, e che ora per vostra fortuna vi regalo, quindi... fate un salto sulla fiducia e siate clementi!

Ma come avevo potuto ridurmi in questo stato?
L'anno scorso non facevo che ripetermi di non affezionarmi a nessuno, una volta giunta al college e invece... dopo nemmeno quattro mesi, ero già cotta di lui.
Non andava bene, per niente. Soprattutto perchè lui non mi vedeva altro che come la sua insegnante di ripetizioni.

-Allora avevo ragione, prima. Sei davvero stupido.- dissi riferendomi a quando eravamo ancora su quel divanetto. –Come fai a non capirlo? Recito davvero così bene la parte dell’amica?- chiesi triste.
***
-No, Zayn. Io non voglio più essere tua amica.- e il mio cuore perse un battito all’espressione ferita di Zayn. –Io voglio qualcosa di più.-
***
-Vuoi sapere quando l'ho capito?-
Mi annuì soltanto.
-Quando quel pomeriggio, dopo essere stata presa in giro a scuola per l’ennesima volta dalle nostre compagne perché mia sorella ha guidato da ubriaca ed è morta il giorno del suo compleanno, tu mi hai presa, mi hai portata in giardino anche se gli insegnanti ci dicevano di rientrare e mi hai detto..-
-Loro non capiscono. Tua sorella non era ubriaca. L’avevano drogata e non è stata colpa sua. Ma non ti preoccupare, ci sono io qui con te.- Finì lui la frase al posto mio.
_____

- Mi lasci andare, la prego!-
Lo supplicai tra i singhiozzi.
Ma lui non ne aveva alcuna intenzione.
Sembrava quasi divertito dalla mia paura, e le mie suppliche sembravano solo stimolarlo a continuare a molestarmi.
Strinsi gli occhi per cercare di fermare le lacrime che minacciavano di scivolare via dai miei occhi quando l'uomo azzardo' a correre una mano lungo il mio ventre scoperto. 

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Chia diavolo sei? pensai, come hai fatto a farmi sentire così impotente e quasi spaventata? Perché sentivo di conoscerti già...

Istinto da lupo
Piacere divino
Passione umana
Harry e Cher

Fisicamente simili. Anime praticamente uguali. Stesso carattere. Menti incasinate. Lo stesso destino. Appartenersi.
Charlotte è una ragazza quasi sempre sola. Louis non ha veri amici, solo persone con cui passare del tempo.
Charlotte è quella ragazza con i capelli sempre arruffati, una felpa larga e un paio di vans.
Louis è Charlotte al maschile.
Sono uguali ma si credono completamente diversi. Ed è proprio questo ad unirli.

Ha ucciso la parte di me che poteva ridere e piangere e amare. Mi chiamano assassina, ma non è forse un assassino anche lui?

Una ragazza corre.
Il mantello posato sulle sue spalle svolazza facendola sembrare una corva. Un'ombra che scappa dal sole.
I capelli le solleticano il viso, sotto il cappuccio di velluto, mentre la maschera argentata inizia a darle fastidio.
Gli occhi azzurri, quasi trasparenti, attenti a non sbagliare strada, consapevoli di non aver tempo.
Si ferma davanti ad una grotta, con il fiato corto, goccioline di sudore sulla fronte, che asciuga con stizza con un gesto affrettato della mano.
Un solo pensiero in testa: L'hanno trovato.
E sta volta solo lei potrà evitare la sua morte.

Solo un uomo innamorato. Solo un ragazzo innamorato. Uguali e contrari allo stesso tempo.
Dal testo:
Trovava attraente il fatto che ogni volta che gli lanciava uno di quei suoi ghigni sbilenchi, magari un piccolo taglio si riapriva ed il sangue scorreva indisturbato su quelle labbra che necessitavano decisamente di un po’ di colore, che non fosse quello delle chiazze bluastre che le ricoprivano incessantemente.

I peniseri prevalenti di Orihime durante la permanenza a Las Noches (ambientata nella saga dell'Hueco Mundo)