"Quando?" domandò, la voce salda, i pugni stretti lungo i fianchi cercando di metabolizzare ciò che la sua Kate gli aveva appena detto.
"Fra due giorni" rispose lei, gli occhi azzurri colmi di pianto, la mano che stringeva quasi convulsamente la cinghia della borsa mentre il suo corpo rimaneva inesorabilmente bloccato al centro del salotto di casa Stromberg, un salotto che dopo due anni le era familiare tanto quanto la sua casetta in periferia.
Wes si tolse il cappellino grigio con la visiera larga e nera, lo stesso che gli aveva regalato Kate un paio di mesi prima per il suo compleanno, per passarsi una mano tra i capelli castano chiaro che gli ricadevano disordinatamente sulla fronte. Respirò forte e inchiodò gli occhi di un colore che era ancora da definire, in quelli azzurri della sua ragazza.
Si guardarono per un po', quasi incapaci di non farlo e, "sono quasi tremila miglia" sospirò Wes, la voragine che aveva nel petto che si stava allargando sempre di più.