“Doveva stare davvero male. E Koala aveva davvero paura che il suo intervento non facesse altro che mandarlo in mille pezzi, come un vaso di cristallo.
[…]
Sabo poteva solo disperarsi, o rimanere muto per tutto il tempo del mondo, ma tanto era consapevole del fatto che non aveva mantenuto la promessa fatta ai suoi fratelli dieci anni prima.
Il loro doveva essere un legame forte e saldo, invece lui l'aveva rotto irreparabilmente. Sebbene non facesse altro che informarsi su di loro, Sabo non era più stato presente nelle loro vite come doveva teoricamente essere.
Perché lui, per loro, era morto.
E in quel momento voleva esserlo per davvero.
Almeno, avrebbe avuto una valida scusante per non essere andato lì.”
Dopo la morte di Pugno di Fuoco, Koala sembra comprendere, seppure a stento, il perché il suo amico abbia deciso di lasciarsi andare. In realtà, però, vorrebbe davvero che si sfogasse, magari piangendo.
Ma Sabo non è proprio propenso a farlo.
Eppure, è davvero possibile non versare alcuna lacrima in queste situazioni?