Zacky sbuffò con quanto fiato aveva in corpo e si diresse calcando i talloni verso il comodino, trascinando con il filo del telefono tutti i soprammobili che si frapponevano tra lui e la marcia. Accese l'abat-jour e afferrò il cellulare: quattro chiamate perse, tutte di Valary. La sua ex squittì per il rumore e si rigirò nel letto, insultandolo pesantemente.
“Sto facendo una telefonata importante. Se la cosa ti disturba, la porta è là dove te la ricordi.”, si voltò a zittirla lui di malo modo, coprendo la cornetta con una mano. Lei si alzò, raccolse le sue cose, inciampò su un piccolo delfino di ceramica facendosi male, lo insultò di nuovo e svanì nel corridoio. Zacky la guardò andare.
“Chi era?”, chiese Johnny, lievemente.
“Nessuno. Un topo. Hai provato a chiamare a casa di Jimmy?”
“Non risponde nessuno. Hanno anche il cellulare staccato, tutti e tre!”
Zacky si fece meditabondo. Si stava già infilando una scarpa.
“Che fine hanno fatto?”, si domandò Johnny, candido.
“Che fine vuoi che abbiano fatto alle quattro del mattino tre maschi adulti? Non penso si siano affiliati ad Al-Qaeda.”