Troppo tardi Mairon si accorse che quella era una creatura potente, troppo potente per essere uno dei primi figli, e bastò un cenno dello sconosciuto perché lui assumesse forma corporea, precipitando per qualche metro su quella distesa erbosa. Spaventato, si risollevò, scostandosi le ciocche rosse dal volto. Era pronto a difendersi, ma sapeva che sarebbe stato inutile: quello che aveva di fronte, a pochi passi da sé, era un Vala. Quale di preciso, però, non lo sapeva, non aveva idea di quali forme avessero assunto in Ea.
“Divino Ulmo,”, mormorò, restando carponi, “se vi ho offeso con la mia presenza…”, ma la bassa risata che proruppe dalle labbra dello sconosciuto lo indusse a tacere.
“Non sono Ulmo, spirito. Alzati, non mi servi in ginocchio.”