Trovò rifugio dietro un edificio desolato e si accucciò a terra cercando di ritrovare il suo sangue freddo, la sua anima da medico soldato. Le sue dita strinsero forte al petto la pistola e respirò a fondo. La pioggia amica non copriva gli ansiti e i gemiti di quelle creature erranti che lo cercavano, fameliche. Loro potevano trovarlo in qualsiasi momento e lui lo sapeva. Questa volta era arrivato al capolinea. Mandò un’occhiata speranzosa verso il Millenium Center e chiuse gli occhi pregando. Pregando che tutto ciò fosse servito. Pregando che ci fosse ancora speranza per loro.
Sospirò e controllò quanti colpi aveva ancora.
3 colpi.
3 colpi. Quella pistola era stata la sua salvezza per anni. Lo sarebbe stata anche alla fine, dopotutto.

"...Smoker, se fosse stato più onesto con se stesso, avrebbe ammesso che era colpa sua se il giovane pirata non se ne era andavo prima dell’alba...". Piccola fic divisa in due parti, SmokerxAce, spero che vi piaccia :) Enjoy!

Che il loro sacrificio non sia stato vano e ora, liberi dalle catene della guerra, possano finalmente riposare in pace...
[Studio su Komui Lee]

Fanfiction dedicata al mio piccolo Potteriano Jake. Ti voglio taaanto bene c':
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« Allora, tesoro, che vuoi fare? » domandò lui, ammiccando.
Lei lo guardò negli occhi e gli prese la mano.
« Dormire. Voglio dormire insieme a te. Non intendo fare sesso, semplicemente dormire. Insieme. Sotto le mie coperte, nel mio letto. Con la mia mano sul tuo stomaco. E le tue braccia intorno a me. Con la finestra che scricchiola, aperta. Così farà freddo e dovremo stare il più vicini possibile. Senza parlare. Solo in un assonnato, pieno di felicità, silenzio. »

[Dal testo]
-Vuoi sapere come mi sono fatto queste cicatrici?-
-E tu vuoi sapere come mi sono fatta questa cicatrice?-
Harley si godè divertita l'espressione stupita del suo paziente. Probabilmente nessuno aveva ancora osato rispondergli così.

Spencer viene costretto ad uscire una domenica sera, nonostante la sua mancanza di desiderio di divertirsi, ha ancora bisogno di riprendersi dopo la morte di Maeve, ma Derek Morgan non può accettare l'ennesimo rifiuto, perciò mette da parte i suoi pensieri per una sera ed esce. Inconsapevole che quella sera farà una nuova conoscenza che si rivelerà preziosa.

A Crì.
Cinque flashfic NaruIno.
[1. Sapevi com’era];
[2. E’ la tua ragazza, dobe!];
[3. Futuri suoceri: istruzioni per l’uso];
[4. Il primo appuntamento non si scorda mai];
[5. Sorridi. Basta così];

Che cosa può accadere in un anno?? In soli dodici mesi, la vita di una comune ragazza di provincia può trasformarsi in un sogno diventato realtà?? Ma soprattutto: in quattro stagioni si può imparare a sorridere nonostante le proprie insicurezze, ad amare benché comporti dei rischi e a seguire quell'unica direzione che porta alla felicità??
*Dalla storia* "La telecamera cominciò a fare il giro delle gradinate, non restava sopra i volti per più di un secondo, se non quando si avvicinò a lei... Sembrò rallentare e soffermarsi sul suo viso quei tre secondi in più, come se indugiasse... L'unica cosa che le venne in mente, stranamente, fu il consiglio di sua mamma: “Mi raccomando... Sorridi!”.
E Kaylie sorrise... Forse, fu quello che cambiò tutto...."
Note: ci sono dialoghi in inglese; la storia è già stata scritta tutta; spero abbiate voglia di sognare un po' assieme a Kaylie =)

-Solo sorridi e respira-.
Kurt mi ripete queste parole con infinita calma, cercando di non far trapelare la sua crescente ansia. Il sipario si aprirà tra poco, e non ho la più pallida idea di come il mio migliore amico sia riuscito a sgattaiolare via dalle prime file e raggiungermi dietro le quinte. So solo che ne avevo bisogno.
Piccola one-shot dedicata all'Hummelberry e alla loro amicizia, un recap del loro legame attraverso gli occhi di Rachel. Perché meritano una one-shot tutta per loro.

[Dal Prologo.]
Davanti a me si prospettava un altro stupido giorno di scuola.
Amavo andarci, non sopportavo semplicemente le persone che c’erano al suo interno. O eri popolare, o valevi meno di zero.
Mi alzai dal letto, andai in bagno e mi guardai allo specchio. Una ragazza dai lunghi capelli arruffati biondi e gli occhi azzurro cielo coperti da due lenti mi guardò di rimando. Mi diedi una lavata veloce, tornai incamera e presi dall’armadio i primi vestiti che vi trovai. Non ero un amante della moda, anzi, tutto il contrario: ogni mattina mi svegliavo e prendevo dall’armadio i primi vestiti che trovavo e molto spesso non ero esattamente all’ultimo grido, non è che non me li potessi permettere, anzi, mio padre era avvocato e mia madre medico, semplicemente non mi interessavano.
Quel pomeriggio avrei dovuto dare ripetizioni di matematica a un ragazzo che non aveva voluto lasciare il suo nome...

"Siamo ventiduenni in viaggio di nozze, veniamo da San Francisco e dobbiamo andare a New York."
"No, Malik. Siamo diciottenni di New York che si sono persi per andare ad una dannata festa per una stupida scommessa."
"Vuoi avere un letto dove dormire stanotte, Dwight? Le tue chiappette di Brooklyn non sono abituate a dormire per terra."

Lei si allontana e tira fuori una sigaretta. Se la porta alle labbra. “Vero?” sussurra tenendola tra i denti. “In questi giorni la temperatura è salita molto.” // Ian Somerhalder e Nina Dobrev, AU, POV Ian

Fumo.
Solo fumo. Fumo che si dissolve. Come vorrei che lo facessero anche i miei pensieri.
Scritta a scazzo, spero abbia un senso.

-Hey- mi interruppe -Sai dirmi che giorno è oggi?- domandò, sospirando.

Ho deciso di scrivere questo One shot perchè quando nella 2x21 Dan dice a Serena che si è sposata con Gabriel lei stava reagendo a qualcosa, credo che Dan abbia ragione.
Così ho deciso di scrivere questo One shot con la reazione di Serena.
"Io... io ero confusa… cosi sono andata in Spagna con Poppy " Prende una pausa, cerca di capire cosa Nate sta pensando e poi continua. “e il suo ragazzo, Gabriel era lì. Ma hanno rotto durante il viaggio e io... sono rimasti a fargli compagnia ..."
Nate fa una smorfia, perché lui sa cosa significa. "E pensi di averlo sposato?"
"Sì, beh ... lui stava urlando ti amo e bussava a questa porta, poi un prete ci ha aperto e io-“
Nate la ferma. "Glielo hai detto?"
"Non ho detto lo voglio, ho detto SI , ma - " Serena cerca di continuare ma viene fermata di nuovo da Nate.
"No. Voglio dire ... Ti amo. Anche tu hai detto ti amo?"
Serena era confusa, scrutando il viso di Nate cercava di capire.
“Ha importanza?" chiede lei, e la sua voce all’ improvviso è morbida, più vulnerabile.
Lui scuote la testa, anche se in realtà vuole saperlo davvero. "Allora ... sposata, eh?" Dice Nate cercando di