Dal prologo: La popolazione terrestre, come tutti sanno, è composta da persone, animali, e piante. Fin qui, nulla di nuovo, è chiaro. Questre tre forme di vita coesistono dall’albore dei tempi su questo pianeta, quando ancora Adamo ed Eva giravano coperti da misere foglioline verdi, così ingenui da non avere pudore a essere mezzi nudi l’uno di fronte all’altra e giocavano beati nel giardino dell’Eden.
Ma esisteva un’altra forma di vita, mostruosamente spaventosa, e purtroppo non mi riferisco al dolce ET l’extra terrestre che chiama “telefono casa”. La natura, talvolta crudele e spietata, ha partorito dalle sue membra esseri davvero crudeli: parlo di esseri mitologici, dal corpo d’uomo e la testa di cazzo, creati per il solo scopo di rendere la vita di poveri malcapitati un inferno.
Non è difficile riconoscerli: si aggirano per i centri abitati con aria strafottente, emettono rudi versi, il loro linguaggio barbaro è prevalentemente composto da volgarità, e hanno una spiccata capacità di ammaliare le donne nonostante siano dei veri bastardi, maleducati e insensibili, incuranti dei sentimenti altrui.
Questi mostri sono chiamati con un solo, semplice, chiaro nome: maschi
-Cristina non è la classica sedicenne: è disillusa, piuttosto nevrotica ed irritabile, innegabilmente isterica, e soprattutto odia l'Amore quanto detesta il genere maschile. Non si è mai innamorata, e spera che quel momento non arrivi mai. Finchè non incontra lui: Mattia, scontroso e perennemente seccato, più suscettibile ancora di lei, con quell'aura da figo incompreso in lotta con l'universo che, involontariamente, la porta a provare una certa attrazione per lui, pur non volendo.
Saranno scintille? Beh, decisamente;)