TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO.
- Amore dai!! Vieni qui – Santana circondò con le sue braccia il petto della sua amata e baciò quelle labbra candide che tanto la facevano impazzire.
- Che vuoi fare?! – disse Dani baciandole il collo.
- Io voglio passare il resto della mia vita con te – disse Santana baciandola sulle labbra

“No!” grido in tono esasperato.
“Eddai, Dev, cosa ti costa? Prometto che non daremo fastidio” tenta, per poi fare il suo sguardo da cucciolo bastonato al quale non so resistere.
Ed ora, grazie al debole che ho per quegli occhioni, mi ritrovo a dover andare in vacanza per un mese con mio fratello e i suoi stupidi amici.
Oh, Santa Claus.

ecco qua la mia prima storia, se vi va lasciatemi una piccola recenzione. sono @ciaostyles su twitter. cwc

- “No, Harry. Non è la cosa giusta da fare” disse infine, con sforzo sovrumano.
“No?”
Harry inarcò un sopracciglio, acquistando immediatamente un’aria da predatore.
In vita sua, mai e poi mai aveva rifiutato una sfida tanto chiara, e di certo non era sua intenzione cambiare politica in quel momento. La vista di Niall lo faceva letteralmente impazzire, così come il ricordo delle sue belle labbra accoglienti e del suo leggero profumo, che non riusciva ad allontanare.
Era un angelo. Era l’unica definizione appropriata che avrebbe potuto attribuire a Niall James Horan. -
[Niall/Harry; p0rn slash]

The angels never arrived but I can hear the choir, so will someone come and carry me home?

non lasciatevi ingannare dal titolo, che potrebbe portarvi a pensare che si tratti di glee, stavolta no, mi sono completamente dedicata ad una storia da directioner.

- Dove sono tutti? – grido, e mi tappo la bocca con le mie stesse mani.
“Tutti chi?” Penso un secondo dopo. Non so nemmeno come abbia raggiunto quel posto.
Qualcosa di inaspettato deve essermi accaduto per essermi ridotta in questa condizioni. Sembra che abbia corso fino allo sfinimento.
Come ho potuto perdere la memoria?

Da quando Samantha si è trasferita qui a Chicago, la vita, non è più così tanto semplice.
Ha trascorso un periodo di grandi cambiamenti, sia intorno a lei che dentro.
Non è più la ragazza fragile di una volta, o almeno cerca di dimostrarlo.
Daniel, il ragazzo che la tormenta, non sembra gradire ciò che Samantha, sta compiendo.
Sta imparando a reagire ai suoi insulti e ai suoi maltrattamenti, e ciò compromette l'autorità di Daniel.
"Sii forte dicevano, credi in qualcosa, lotta per ciò che vuoi,
E per quanto possa sembrare impossibile, io ci credetti, finchè lui, non distrusse tutto ciò in cui credevo.
Mi azzerò, come nessun'altro aveva fatto prima.
Mi rese una persona vuota, apatica, acida, strana...."
"Perchè non lasci che ti salvi? Perchè non lasci che ti riporti a galla?!"
Disse lui fissando i miei iridi verdi. Sembrava quasi implorarmi.
"Perchè ti porterei a fondo."
Risposi io secca.

*Puro sfogo.

Storia in cui l'autrice esprime la sua riflessione sulla società odierna e su ciò che si potrebbe fare.

L' ho conosciuto questa estate, è stato stupendo...
Mi chiamo Tea e ho 16 anni.
Mi sono trasferita in Texas cinque anni fa, prima vivevo in Italia, ma adesso parlo perfettamente anche l' americano.
Non vedo l' ora che rincomincino le vacanze estive e il divertimento!!!

{Cesare Borgia/Lucrezia Borgia}
[Scritta per l'evento "Drabble Week-end" del 19-20 settembre 2015, indetto dal gruppo "We are out for prompt".]
...
È Cesare dux, mentre danza con lei sul mondo, occhi negli occhi.

Lo sguardo felino di Magnus s'illuminò e sorrise, passò una mano sulla guancia del ragazzo e sospirò “ti chiedo scusa, vuoi veramente andartene?”, il Nephilim ci pensò un attimo poi sorrise a sua volta “sai, penso che ti aspetterò in camera tua” detto questo cinse la vita allo stregone, lo baciò e se ne andò.

{NorthCicleshipping; Morty/Whitney/Falkner}
Chi ha mai detto che le relazioni a tre sono sbagliate, ingiuste e fallimentari?
Loro non la pensano affatto così. E sono pronti a dimostrarlo a chi osa criticare la loro scelta.
- Oh, certo – proseguì l’altra, facendo spallucce e scuotendo la testa con finta approvazione. Ridacchiò, godendo dell’impulsiva reazione della sedicenne, la quale bolliva di rabbia. – Tutti lo sanno che una pallavolista dell’under quattordici è piccola. Si è mai vista una poppante di quasi quattordici anni?
Risatine ilari sfuggirono dalle labbra di tutte le atlete, accrescendo la furia della loro prima alzatrice.
- Sandra… - sibilò Amina, digrignando i denti e stringendo i pugni nel vano tentativo di reprimere la sua ira. Il suo orgoglio era stato minato proprio davanti a tutte! Faticava ad accettare quel genere di affronto. – Vaffan…

For Gwen Kurosawa, la mia Kohai~

Lei aveva solo bisogno di essere salvata.
Aveva bisogno di qualcuno che la prendesse per mano e la portasse via da tutto quel casino nel quale era andata a finire.
Sì, perchè era proprio un gran bel casino.
Un casino di quelli che li vedi e ti viene voglia di strapparti i capelli.
In due, ce la si può fare, forse, con l'aiuto di qualcuno, ma lei era sola. Sola, senza nessuno su cui contare. O almeno, lei credeva che fosse così.
Sì, perchè in quei casi non esiste nient'altro, oltre a te stessa e al tuo dolore.
Non ti basta dire che stai male, non ti basta scrivere che stai male, devi farti male. Perchè se ti fai male, è come se annullassi il fatto che fai star male gli altri.
E' una cosa che quando ti prende, ti fa star male davvero, ed hai bisogno di qualcuno che ti scuota e ti faccia capire che è sbagliato, sbagliato per davvero.