Se
la
favola avesse ragione,
Jiraya e Tsunade sarebbe
felicemente sposati, e
Orochimaru morto.
Peccato, che la
vita non sia una favola.
-Le
favole non esistono, Tsunade-
Jiraya Goketsu Monogatari
-Jiraiya, letteralmente “Giovane Tuono”, era il rampollo di un potente clan dell’isola di Kyushu. Fu iniziato all’arte del rospo da un immortale che risiedeva sul Monte Myoko.
Jiraiya si innamorò e sposò Tsunade, una giovane e bellissima donna che era esperta nella magia della lumaca.
-Successivamente, uno dei seguaci di Jiraiya, fu sopraffatto dal fascino di un serpente e divenne esperto nella magia del serpente. Egli prese il nome di Orochimaru, da Orochi: serpente mostruoso, e attaccò Jiraya.
-Questo, insieme a sua moglie, diede battaglia a Orochimaru, ma fu infettato dal veleno del serpente e cadde privo di conoscenza.
Fortunatamente un altro dei seguaci di Jiraiya venne in suo soccorso.
-Capito, Tsunade? Alla fine, la tua omonima sposa il suo bel rampollo, e sconfigge il serpente cattivo- Shodai chiuse con uno tonfo il polveroso libro delle leggende, fissando la nipote sotto le coperte del futon.
-Cosa
significa omonima, nonnino?-
-Vuol
dire colei che ha il tuo stesso nome,
piccola mia. Adesso dormi, io devo andare a riempire alcune
scartoffie-
-Nonnino?-
-Sì,
tesoro mio?-
-Non mi
hai dato il bacio della buona
notte!-
-Rimediamo
subito, allora!-
Shodai si
lanciò sopra la nipotina, facendole il
solletico. La bambina rise di una risata infantile e stridula, ma
all’orecchie
dell’Hokage diventava la più dolce melodia al
mondo. Poi scoprì la fronte da
alcuni ciuffi dorati, e la baciò.
-Nanna
ora-
-Ti
voglio bene, nonnino!-
-Anch’io
piccola-
[-Oh,
siete voi, piccola Tsunade!-
-Perché
c’è tutta questa gente a casa del mio
nonnino?-
-Ecco,
piccola Tsunade...-
-Perché
piangono? Dov’è il mio nonnino?-
-Suo
nonno
era molto vecchio...-]
-Tsunade...-
-Dimmi
Nawaki-
-Mi
rileggi ancora una volta Il Racconto
del Galante Jiraya?- domandò timidamente.
-Nawaki,
l’ho appena letta!-
-Sì,
ma è così bella... e poi non ti rivedi
un po’ in questa storia? Insomma, anche tu ti chiami Tsunade,
e i tuoi compagni
Jiraya e Orochimaru!-
-Piccola
differenza, io non potrei mai
sposare un tipo come Jiraya! Che schifo, quel porco !-
Nawaki rise, scuotendo
la testa.
-E
uccidere Orochimaru,
addirittura...- continuò la sorella maggiore,
attorcigliandosi una
ciocca di capelli biondi -non sarà il massimo
per le feste, ma non è malvagio,
dai!-
Suo fratello la
guardò sorridendo -sorellona, sai se
c’è mica una
fiaba sugli Hokage?-
-Perché?-
-Bè,
perchè se sarò il terzo Hokage, e lo
sarò,
dovrò sapere tutte le leggende sul mio conto!-
-Bè,
farò una ricerca-
-Sei la
sorella migliore del mondo!-
-Ora
dormi! Ti voglio bene,
fratellino-
-Anch’io,
sorellona!-
[-Orochimaru,
dov’è Nawaki?
-Tsunade...-
-DOV'È NAWAKI!-
-Lui
è in
questo vicolo, Tsunade, ma è meglio che non lo
vedi-
-Perché!-
-Non lo
riconosceresti. È molto sfigurato-]
-Vieni!
Guarda cosa ho trovato!-
-Cosa,
Dan?-
Una Tsunade ormai
cresciuta si avvicinò a un bel
ragazzo, che teneva un pesante libro polveroso in mano, e con
l’altra si reggeva
alla scala a pioli poggiata alla parete della biblioteca.
-Un
libro di leggende!-
-Oh...
mio nonno amava leggermene una ogni
sera. Mi pare... si, credo abbia ancora questo libro da qualche parte,
in
casa-
Dan aprì
una pagina a caso, e sfogliò qualche
pagina, alla ricerca di qualche storia interessante.
-Guarda,
storie sui kappa... erano anni che
non nel leggevo una!-
-Non
credo che quei adorabili
mostricciatoli che
succhiano sangue ci
aiuteranno nella nostra ricerca- lo informò
ironicamente -se
vogliamo convincere l’Hokage a imporre un medico in ogni team
ninja, ci servirà
più di questo!- Tsunade fece per baciarlo, ma
l’occhio del ragazzo cadde sulla pagina appena girata.
-Ehi,
guarda! Il Racconto del Galante
Jiraya. Il tuo compagno di squadra non si chiama
così?-
-Sì,
ma lui è tutto meno che
galante-
Dan sorrise, ma smise
subito vedendo l’espressione
affranta di Tsunade.
-Sai,
mio fratello amava quella
storia-
-Oh,
piccola...-
Il ragazzo
circondò con fare protettivo le spalle
della bionda, e la strinse forte. Questa nascose il viso sotto il suo
braccio, come
un uccellino.
-Non so
come farei senza di te-
-Tsunade,
per te ci sarò sempre. Sei la mia
vita!-
[-Dan,
Dan! Combatti, ti prego!-
-Mi...
mi
dispia... ce-
-Dan,
non
puoi andartene! Guarirai!-
-Tsu...
nade... mi dispiac... e-
-Dan,
puoi
farcela! Dan! Dan!-]
-Guarda
guarda... -
-Cosa
vuoi, Jiraya?-
-Cosa
ci fa qui un libro con in copertina
un kappa, sulla tua scrivania?-
-Mettiamo
in chiaro due cose: tu non
puoi venire nel mio ufficio quando vuoi solo
perché ‘non avevi niente da
fare ’ e, soprattutto, non puoi mettere
mano fra le mie cose!-
urlò Tsunade, saltando dalla sedia e
stravaccandosi quasi sulla scrivania per
abbracciare tutti i
suoi documenti e grossi tomi.
Jiraya
riuscì a salvare il libro che aveva
adocchiato, e la bionda gli rivolse un occhiata furiosa.
-Un
libro di leggende... tu, il quinto
Hokage, che leggi fiabe?-
Jiraya esplose in una
risata di cuore, poi notò un
orecchietta sull’angolo superiore di una pagina -e questo
cos’è...-
Riconosciuta la fiaba,
Tsunade saltò sopra la
scrivania con un balzo per strappargli il libro dalle mani, ma Jiraya
fu più
veloce di lei e la scansò.
-Il
Racconto del Galante Jiraya... ehi, ma
sono io!- e si indicò stupito.
-Tu sei
tutto meno che galante!- ma
la donna si maledì subito dopo per aver riusato quella
battuta che aveva un
sapore amaro in bocca.
-Qui
dice che uccidiamo un tale Orochimaru,
che coincidenza! E che io e te ci sposiamo- la voce di
Jiraya si
affievolì sempre più finchè
l’ultima parola fu poco più che un sussurro.
Schiarendosi la gola, tornò quello di sempre
-bè, allora bisogna proprio seguire la
favola!- le disse,
sporgendo le labbra come un pesce.
L’unica cosa che ricevette fu solo un sonoro
pugno
sulla bocca.
-Lo so
che in fondo mi vuoi bene-
mormorò massaggiandosi la mascella.
Tsunade sorrise,
notando dalla finestra che bella
giornata fosse -può essere, Galante Jiraya,
può essere...-
ridacchiò.
[-Vedi,
Jiraya, il libro dice che mi sposi, e che guarisci dal veleno di
Orochimaru!-
-Ma non
è
stato Orochimaru a mordermi, Tsunade-
-Ma il
succo è che sopravvivi, no? E la favola dice anche
che...-
-Tsunade!-
-Sì?
Non
ti affaticare, Jiraya...-
-Tsunade,
la vita non è una favola-]
E Tsunde
continuò a inondare il corpo di Jiraya di chacka azzurrino
anche quando questo la invitò a smettere, per non consumare
inutili ernegie.
E
Tsunade evitò di guardalo negli occhi, quando lui li chiuse
per sempre.
E
Tsunade continuò a trasmettergli il proprio chakra, anche
quando il suo corpo
smise di reagire.
E
Tsunade non lo alzò nemmeno dal freddo terreno, dandogli
anche l’anima sotto
forma di vapore celeste.
E
Tsunade desiderava soltanto che riaprisse gli occhi, per specchiarsi in
quel
bruno scuro, e le sorridesse malizioso.
Ma
dentro sé, aveva sempre saputo che non sarebbe andata come
nella fiaba, quella
fiaba che le portava così sfortuna.
Sapeva
che non sarebbe andata così perché, diciamolo,
lei sapeva che la vita non è una
favola.
Ma sotto, sotto continuava a sperarci.
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Lo so, lo so: non è andata affatto così, ho letto il manga è ho deturpato la scena *me chiede perdono a Kishimoto* ma questa ff mi ha preso all'improvviso, e all'ispirazion non si comanda...
Lo spoiler comunque è minimo, visto che impiastro cosa è successo e non nomino chi ha ucciso il grande eroe Jiraya. Mi sono messa a riflettere su Tsunade [non chiedetemi perchè, non lo so] e quanto è stato triste il suo passato... così è spuntata fuori 'sta roba. Non sono neanche sicura del finale, ma è tardi e voglio andare a dormire xD
Il titolo è la traduzione giapponese di "Il Racconto del Galante Jiraya".
Ringrazio chi ha commentato Christmas at home Nara! Un bacio! E buon 2008;)
Dalla
vostra SonSara!