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Autore: akiremirror    21/10/2006    14 recensioni
Durante tutta la sesta serie ci viene mostrato come Chris non abbia avuto, nel suo futuro, un buon rapporto con Leo. Ma perchè? Cosa lo ha spinto a maturare tutta quella rabbia nei confronti del genitore? Ho provato ad ipotizzare.
Genere: Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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demone del tormento

Disclaimer: Si ricorda che tutti i personaggi di "Streghe/Charmed" utilizzati sono di proprietà Warner Bros Television / Spelling Entertainment, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

Periodo di svolgimento: fine sesta serie - tra gli episodi 20 e 21 "Nell’arco di una giornata" e "Reality Show"

La storia non è scritta con brani particolarmente lunghi, ma spezzati, per tentare di dare il ritmo che si avrebbe se il tutto fosse narrato attraverso le scene del telefilm e non attraverso uno scritto. Non so se rende, ma mi è piaciuto come esperimento.

Demone del Temone del tmentoormento

 

"Oh, avanti Paige! In fin dei conti non è poi così strana come idea!!" esclamò Phoebe, inseguendo la sorella giù dalle scale.
Paige si volse di scatto verso la sorella e le puntò un dito contro.
"Sbaglio o l’ultima volta che hai proposto una pausa di relax è successo un pasticcio?"
"Tu hai creato quel pasticcio!"
"Esatto! Quindi non tentarmi di nuovo, ti prego! Sono stanca anch’io, ma credo che se ora mi fermassi per riposare, poi non sarei più in grado di ripartire! E non ce lo possiamo permettere, non ancora!"
Phoebe guardò la sorella con aria truce e la seguì in cucina.
"Un’oretta di shopping non è ‘fermarsi’! E'…acquistare! Sarà stressante, te lo garantisco….ti prego, ti prego, ti prego! E poi voglio comprare una tutina per il piccolo Chris! E non sarebbe una brutta idea che se la scegliesse da solo!"
Paige guardò la sorella con aria stralunata.
"Ma come fanno a venirti in mente certe idee?!?! Insomma, neanche se ne ricorderà…e poi, se riusciamo a modificare il futuro, il Chris che verrà al mondo non sarà costretto a fare questo viaggio…"
"Non farmici pensare…" la bloccò la sorella "E poi non è il caso di usare dei ‘se’ in merito al cambiare il futuro. Ci dobbiamo riuscire." Disse, improvvisamente seria, Phoebe.
"Allora concentriamoci sulla caccia ai demoni!"
Phoebe le fece una linguaccia e prese le chiavi della macchina.
"Se non vuoi venire con me, andrò da sola!"
"Fa attenzione, sei senza poteri, e…"
"Non ti preoccupare!" gridò Phoebe, allontanandosi.
Paige sospirò e alzò gli occhi al cielo.
 
Piper era stesa sul solito divanetto, attorniata da una marea di libri. Per quanto stesse cercando, le sembrava di non riuscire ad avvicinarsi alla minaccia che incombeva su suo figlio. Il tempo stava passando, e ancora erano in alto mare. E poi non sapevano bene nemmeno cosa cercare! Con un gesto di stizza chiuse l’immenso volumone che aveva sulle gambe e fece per muoversi, ma il pancione era un ingombro non indifferente. Una piccola fitta ai muscoli della schiena la bloccò e lei portò istintivamente una mano alla pancia.
"Piper! Ti senti bene?" chiese Leo, arrivando in quel momento.
"Oh, si, non ti preoccupare, è solo una fitta. Del resto non potrei pretendere nulla di diverso, rimanendo seduta per tutta la giornata."
"Abbi pazienza…"
"Stai presto a parlare tu! Non devi andare in giro come se fossi un dirigibile!"
Leo si mise a ridere e le guardò la pancia con sguardo pensieroso.
"Lo avresti mai immaginato?"
"No, assolutamente! Non divenni così grossa con Wyatt!"
"Non…non mi stavo riferendo a questo…"
Piper lo guardò in silenzio un attimo.
"Allora a cosa?"
"A…a Chris…avresti mai immaginato che fosse nostro?"
"No, in effetti no…ma ne ha combinate così tante da quando è qui…e ora capisco anche il perché! Forse dovevamo aspettarcelo!" sospirò sorridendo.
Leo andò a sedersi di fronte a lei e la guardò con aria interrogativa.
"Si" proseguì la moglie "Con due genitori così tanto avvezzi all’andare contro le regole…"
"Hai ragione."
"Ma non è questo il punto…la tua domanda mirava ad un altro tipo di risposta…cosa c’è Leo?"
"Niente, è solo che faccio fatica ad abituarmi all’idea che mi odi… ultimamente va un po’ meglio, credo abbia capito che voglio "rimediare", anche se non so bene a cosa. Però…ancora non riesco a rendermi conto di quello che posso avergli fatto…se diventerò così diverso da adesso."
"Non ci pensare Leo. Quel futuro non si realizzerà. Wyatt non diventerà malvagio, e Chris non avrà alcun problema con te. Ora sappiamo quali sono i rischi del futuro, e sono certa che tutti noi faremo ogni sforzo immaginabile per renderlo migliore."
Leo strinse le labbra e distolse lo sguardo per un momento, poi la guardò e sorrise.
"Certo."
 
"Basta, basta!" urlò la donna, tenendosi premute le mani sulle orecchie in un gesto disperato.
"Non volevo farlo, davvero! Non volevo che andasse così! Basta!"
Con uno scatto raggiunse il cornicione e si gettò giù, precipitando verso la fine.
Mentre la sua anima abbandonava il suo corpo, dallo stesso cornicione osservava la scena una donna vestita con una semplice tunica nera e lo sguardo divertito. Allungò la mano verso l’anima e la catturò dentro sé. Nessuno pareva notarla.
Alle sue spalle comparvero all’improvviso i suoi compagni, ciascuno vestito di scuro, ma con qualche tratto distintivo.
"Senso di colpa è la più fortunata! Le sue vittime sono sempre le più numerose!"
"Taci, Amore, i tuoi sono altrettanto numerosi!" sibilò quello che sembrava il capo, un omone scuro, con una fascia gialla attorno alla vita.
"Invidia ha ragione, Amore. Chi non vive tornenti d’amore a questo mondo?"
"Mh" mugugnò il demone con la fascia rossa attorno ai polsi.
"Abbiamo ucciso già molte persone, Invidia…il nostro obiettivo è ancora molto lontano?" chiese una giovinetta dagli occhi spietati.
"Non molto, Ambizione, però temo per l’intervento delle streghe…tutti questi suicidi attireranno sicuramente la loro attenzione…dovremo usare prudenza."
Tutti gli altri annuirono e sparirono all’unisono.
 
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Armeggiando con cinque tutine diverse, Phoebe chiamò Chris sussurrando il suo nome sotto voce. Il giovane orbitò in uno degli ascensori e in breve fu da lei.
"Cosa c’è? Sei stata attaccata? Sei ferita? Cosa…" poi si guardò attorno, rimanendo a bocca aperta, non accorgendosi che sua zia stava appoggiandogli sopra il petto due deliziosi indumenti per neonato.
"Quale ti starà meglio? Hai preferenze per i colori? Non so quale sia il tuo preferito…cosa ne dici?"
"Tu…tu mi hai chiamato per questo?" chiese con aria stralunata.
"Si. Certo non nascerai tra qualche giorno, però voglio che tu abbia cose da vestire, e visto che tutte le cose di tuo fratello sono finite a quel demone salamandra…"
"Ma insomma! Ti sembra questo il momento?"
"Oh, tutti a dirmi sempre la stessa cosa! Tu stai per nascere, e non è giusto che non si pensi a questo!"
"Ti ringrazio, ma non ti pare di esagerare? In fin dei conti non mi accorgerò neanche di cosa ho addosso!"
"Cosa importa? Dai, scegli!" gli ordinò con il sorriso sulle labbra.
Chris non fu in grado di distruggere l’entusiasmo di Phoebe, così diede un occhio agli indumenti che la zia gli aveva scelto.
"Questi? Hanno sopra delle formiche!"
"Non sono carine?"
"Sono animali piccoli, quasi non le vediamo. Già non avrò molta considerazione di me, a confronto con Wyatt…ecco, questa! Questa andrà meglio." Disse, prendendo un altro indumento appeso lì vicino.
"Con gli elefanti?"
"Si. Lasciami la grandezza almeno nella fantasia!" poi si fermò di colpo e perse lo sguardo nel vuoto per un attimo.
"Dobbiamo andare. Leo chiama." E detto questo prese la zia per un braccio e la trascinò verso l’ascensore. Phoebe lasciò giù le cose che aveva preso e si lasciò trascinare dal nipote, finendo contro un uomo alto e calvo.
"Scusi" disse debolmente Phoebe, guardandolo per un attimo quasi stranita mentre un brivido le scendeva lungo la schiena.
"Non si preoccupi." La tranquillizzò lo sconosciuto, che continuò a seguirli con lo sguardo, sorridendo maligno. Accarezzò lentamente la fascia viola che aveva appesa alla cintura e proseguì il suo cammino.
 
Riuniti in soffitta, stavano guardando tutti Leo, stranamente immerso ancora in suoi pensieri.
"Leo…"
"Oh, si scusate…" esordì con fare incerto "Ci sono guai in vista. Gli anziani…noi…ci siamo accorti che, nelle ultime settimane, il numero di suicidi è aumentato vertiginosamente. Apparentemente le vittime non hanno nulla in comune, e anche i motivi che li hanno spinti al gesto estremo è spesso vario, ma uno degli studenti della scuola ha avuto una sorta di visione. È un ragazzo che possiede il dono della preveggenza, e Gideon dice che è molto abile."
"Cosa accadeva in queste visioni?" Chiese Phoebe.
"Il giovane ha visto numerosi suicidi, e tutti si concludevano allo stesso modo. Dopo la morte della persona un’ombra scura avvolgeva le loro anime e le portava via con sé. In questo modo le persone non riescono a raggiungere la loro naturale destinazione…"
"E dobbiamo occuparcene noi? Con tutto quello che abbiamo da fare?" chiese Chris, facendo un passo avanti.
"Si, anche perché non credo ci sia qualcun altro di più indicato…"
"Cosa vuoi dire? Spiegati." Chiese Paige.
"Gli anziani, grazie alle indicazioni del ragazzo e ad altre informazioni raccolte sul campo hanno capito di chi è la colpa. Si tratta di alcuni Demoni del Tormento."
"Demoni del Tormento?" chiese dubbioso Chris.
"Si. Li si sapeva in esilio, ma pare che alcuni di loro abbiano trovato il modo di tornare dal luogo in cui erano stati relegati. Sono demoni di categoria superiore, e sono molti, ciascuno di loro con una sua specifica area di competenza. Risvegliano il tormento nel cuore degli uomini…però il tormento può essere dato da cose diverse: dall’invidia, dalla rabbia verso gli altri, e da molte altre cose. Ciascuno di loro si occupa del tormento suscitato da un certo sentimento o da un altro…"
"Sembrano pericolosi….ciascuno di noi può essere loro vittima." Ragionò Paige, guardando seria il cognato.
"E' vero…come facciamo a distruggerli?" chiese Phoebe.
"In realtà non dovrete farlo. Il tormento è una parte integrante della vita dell’uomo, e, se eliminaste loro, non ci sarebbe più nemmeno il tormento stesso. Non sono solo demoni che lo sfruttano. Loro lo rappresentano. Il loro posto è in esilio, perché non creino troppo danno, ma devono esistere!"
"Allora la faccenda è piuttosto complicata!"
"Si. Dovrete radunare tutti quelli scappati, cinque, in un posto e poi recitare una formula che vi forniremo. La difficoltà sarà riunirli tutti…prima che facciano altri danni."
"Bene!" esclamò Paige "Cominciamo a pensare ad un piano!"
"Io tornerò subito, devo andare da Piper."
"La mamma sta bene?" chiese apprensivo Chris.
"Si, stai tranquillo. Ha solo bisogno di una mano con un paio di volumi."
Detto questo, salutò il figlio con un cenno del capo e sparì.
 
"E così l’angelo delle streghe è un buon elemento…ne sei sicuro? Non possiamo permetterci di sbagliare…provocarle senza possibilità di averle in pugno non è la mossa migliore."
"Non preoccuparti Invidia. Quando ho incrociato quel ragazzo ho avvertito il suo tormento come poche volte mi era capitato. Lo annienterò. E sai che, visto il tormento che io vado a risvegliare, è estremamente facile io riesca a fargli fare cose che altrimenti non farebbe…magari potremmo…"
"Calma." Intervenne Povertà "prima di fare grandi piani, pensiamo a cose più concrete."
"Ha ragione. Non possiamo esagerare. I demoni che fino ad ora lo hanno fatto, sono diventati polvere o si sono ritrovati scaraventati nella dimensione del non ritorno. Pensiamo ad eliminare il loro angelo. Il dolore che questo causerà loro sarà sufficiente per farle diventare tutte mie vittime. In questo modo sarà più facile eliminarle."
"Si, Senso di colpa ha ragione."
"Bene!" esclamò stizzito il demone pelato "Però il ragazzo non sarà spinto verso la fine subito! Perché Senso di colpa possa agire, lui dovrà scoprire parecchie carte che le streghe non conoscono ancora."
Invidia annuì, poi sorrise, compiaciuto.
 
Davanti al Libro delle Ombre, Chris stava sfogliando le pagine del volume, mentre Paige armeggiava tra gli ingredienti delle pozioni.
"Il Libro non dice molto più di quello che ci ha già detto Leo."
"Papà." Ribatté esasperata Paige, guadagnandosi un’occhiataccia.
"Mi ha aiutato a uscire di prigione, ma non sono…non mi viene spontaneo chiamarlo così. Comunque questo non ha importanza. I demoni del tormento sono molti, e tutti esercitano il loro potere dal luogo dell’esilio, mantenendo accesa l’esistenza del tormento stesso nell’uomo, ma sono veramente troppi…noi ne cerchiamo cinque, e non sarebbe affatto una cattiva cosa se sapessimo quali sono esattamente!"
"Già… l’incantesimo per richiamarli qui dovrà essere il più preciso possibile, visto che non è il caso compaiano qui tutti insieme."
"Direi proprio di no! Non voglio nemmeno immaginare le conseguenze!"
Paige si volse a guardarlo con aria a metà tra il sospettoso e il curioso.
"Perché? Che tormento mai potrebbero tirarti fuori?"
"Non stavo parlando di me! Siete voi le Prescelte, punterebbero su di voi. E poi con me non funzionerebbe. In testa ho solo il futuro di Wyatt." E con questo parve voler chiudere il discorso.
Un’ombra scura comparve in un angolo della soffitta. Era il demone pelato. Allungò una mano verso Chris e una piccola luce viola si insinuò nel petto del giovane, facendolo sobbalzare.
"E nel cuore? Cos’hai nel cuore?" sibilò il demone, mentre Paige si voltava di scatto verso di lui.
"Cristalli!"
Ma non fece tempo a bloccarlo nel campo dei cristalli. Il demone era già sparito.
"Chris! Come ti senti?"
"Io…bene, credo. Non mi pare sia successo nulla…"
"Nulla? Io invece dico che dobbiamo prepararci a delle belle sorprese…eri concentrato solo sulla missione, eh?"
"Lo sono!" esclamò il ragazzo, guardandola con aria dispiaciuta. "Ce la sto mettendo tutta, anche se è chiaro che non sono all’altezza."
"Non dire idiozie! E poi…cos’è quell’espressione così terribilmente dispiaciuta?"
Chris volse lo sguardo e si avviò verso la porta.
"Bisogna avvisare anche Phoebe."
"Chris!"
 
"Cosa? State scherzando? Come avete fatto a non accorgervene?" chiese Phoebe, che stava armeggiando in cucina.
"Non era facile da sentire! Leo non scherzava quando ci ha detto che sono di livello superiore!" scalpitò sua sorella, tenendo d’occhio il nipote.
"Ora dobbiamo veramente procedere in fretta! Se hanno acceso in Chris il tormento, sappiamo che tra un po’ la cosa per lui sarà così insopportabile da desiderare la morte! Leo! Leo!"
"Non chiamarlo!" sbottò il giovane angelo bianco, seduto accanto alla zia più giovane.
"E perché no? Dobbiamo capire quale tormento ti ha colpito!"
"Ditemi." Disse Leo, comparendo in cucina vicino a Phoebe.
"Eh, non è che avete un identikit dei demoni del tormento?" chiese incerta Paige.
"Da qualche parte, forse. Perché?"
Paige si strinse nelle spalle. "Uno di loro ha fatto qualcosa a Chris…"
"Cosa?!?" esclamò l’anziano.
Chris si alzò di scatto e fece per avvicinarsi al padre, ma si bloccò.
"Mi dispiace, davvero! Ma vedrai, troverò una soluzione. E poi cercherò di non cedere! Sappiamo che si tratta di Demoni del Tormento, quindi ignorerò tutto ciò che mi tormenta!"
"Non è così semplice. Non sarà una cosa facile da individuare e gestire. Questi demoni sono terribilmente abili nell’individuare i nostri punti deboli, e ancora di più a sfruttarli. La cosa veramente necessaria è capire che demone fosse." Disse Leo, volgendosi verso le sorelle. Chris rimase fermo a guardarlo per qualche secondo, poi si sedette di nuovo e rimase in silenzio.
"Lo avete visto?"
"Io si….era un uomo, alto e pelato, vestito tutto di nero e con …"
"Una fascia viola appesa alla cintura." Concluse Phoebe, guardando la sorella.
"E tu come lo sai?"
Phoebe si mise una mano sugli occhi e scosse la testa.
"Maledizione! Lo abbiamo incontrato stamattina al negozio! Penso sia stato allora che ha individuato Chris come vittima."
"Non serve rimproverarsi di nulla. Ora dobbiamo andare alla scuola di magia. Lì dovrebbero esserci alcuni ritratti."
Phoebe prese Leo per un braccio, fingendo di volersi far dare un passaggio, ma fece cenno al cognato di aspettare e di far orbitare prima la sorella e il nipote.
"C’è dell’altro?"
"Si, l’effetto del tormento si sta già manifestando secondo me. Non hai notato che era strano?"
"Si, è vero…era ansioso, agitato…"
"Terrorizzato da qualcosa io direi. Non hai notato l’espressione di panico quando hai cominciato a parlare tu?"
Leo la guardò, facendosi pensieroso e stringendo le labbra.
"Se avesse a che fare col motivo per cui mi odia?"
Phoebe annuì e sospirò.
"Dovremo tenerlo d’occhio. Alla scuola di magia il demone non potrà influenzarlo ulteriormente. Forse è bene farlo rimanere lì fino a quando non ci saremo occupati di tutto."
"Si. Ora andiamo."
 
"Eh, come mai qui?" chiese Piper, vedendo Paige e Chris farlesi incontro.
"C’è un piccolo problema…"
Chris annuì e si appoggiò ad una colonna, portandosi una mano alla testa.
"Chris, non ti senti bene?" Piper gli si avvicinò e gli posò una mano sulla guancia "Sembra quasi tu abbia la febbre…"
"Veramente, lo ha colpito un Demone del Tormento. Ora dovremmo cercare degli identikit su quegli esseri per capire di che tormento si tratta…"
"Com’è possibile?" scattò Piper voltandosi verso la sorella.
"Lo so, lo so! Dovevamo fare più attenzione, ma ci ha veramente presi di sorpresa…"
"Ora non ha importanza. Va a prendere quello che ti serve. A lui penso io."
"Posso farcela da solo, mamma. Non ti preoccupare."
"A me invece pare che questo tormento ti stia succhiando via le forze"
"Spero proprio di no...o non riuscirò ad aiutare le sorelle…"
"Tu non farai nulla di simile!" sbottò Phoebe, comparsa con Leo "Te ne starai qui, buono e tranquillo, mentre noi pensiamo a tutto il resto. La scuola ti proteggerà."
"Così sarò del tutto inutile! Voglio aiutarvi!"
"Ci aiuterai rimanendotene al sicuro!" lo zittì Phoebe.
"Ecco, ho trovato quello che cercavamo. Ora dobbiamo solo capire chi sono i demoni in questione, richiamarli, ed eliminarli! …o mandarli di nuovo in esilio…quel che è!" esclamò Paige, ritornando sui suoi passi portando con sé un quaderno sottile e di ampie dimensioni, rilegato in pelle rosso scuro.
"Leo, avremo bisogno di qualche informazione da parte degli Anziani. Sai di cosa parlo. Nel frattempo io e Paige identificheremo il demone che ha colpito Chris. Piper, tu starai con Chris."
"Proprio decisa ad escludermi!" si ribellò Chris, che, sempre appoggiato alla colonna, ogni tanto guardava furtivamente il padre.
"Proprio decisa a proteggerti!" ribatté Phoebe.
Sparirono tutti e tre, e Piper, che non aveva perso di vista il figlio nemmeno per un momento, allungò una mano verso di lui.
Chris la prese e la seguì.
"Se ti sentissi strano, dimmelo! Non voglio che tu cerchi di fare qualche pazzia!"
"Mamma, posso farcela, davvero! Non mi sento poi così male…"
"Ma c’è qualcosa che non va, giusto? Perché continuavi a guardare Leo?"
Chris si fermò a guardarla, preso alla sprovvista.
"Io…non lo stavo guardando!"
"Oh si, invece. Cerca di analizzare quello che senti, Chris, e così, forse, potrai veramente combattere l’effetto del demone."
"Non riesco ancora a capire come abbia potuto scegliere me! Io sono così concentrato su…"
"Wyatt. Lo so, ma evidentemente questa tua concentrazione su tuo fratello e il suo futuro ti ha impedito di ascoltare te stesso. Se quel demone è riuscito a colpirti, allora dentro te c’è qualcosa che ha potuto sfruttare."
Con fatica Piper di sedette sul divano e sospirò, accarezzandosi il pancione.
"E forse" continuò "E' qualcosa che, venendo nel passato, si è acuito."
Chris rimase in piedi, apparentemente concentrato sui libri che lei aveva sparso sul tavolino davanti al divanetto.
"Ehi! Mi stai ascoltando?"
"Si, si…ma al momento non mi viene in mente nulla. Posso aiutarti, visto che sono qui."
"Se ci tieni…" acconsentì Piper, osservandolo perplessa.
 
"Ma sono veramente tanti! Non credevo che potesse esserci un numero così elevato di cose che danno il tormento all’uomo!" esclamò, sbalordita, Paige.
"Già, e ancora non abbiamo trovato quello giusto…però alcuni hanno veramente delle capacità incredibili…senti un po’: questo demone può costringere la persona a rivivere tutti i ricordi tristi della sua vita fino a renderlo pressoché pazzo, e quest’altro sradica dall’inconscio tutte le insoddisfazioni per rivoltarle contro la persona…"
"Per fortuna che sono stati mandati in esilio…"
"Questa cosa non mi è affatto chiara però." Esclamò Phoebe "Insomma, capisco che il tormento serve in certe percentuali, ma ero convinta che fosse gestito all’interno dell’animo umano…"
"Se pensi che neanche per Amore vale questo principio…"
"Si, c’era da aspettarselo, hai ragione."
"Ragazze, ho i nomi dei demoni, e soprattutto la formula per relegarli di nuovo nella loro dimensione." esclamò Leo, orbitando nella soffitta di casa Halliwel.
"Bene! Forza, dicci!"
"Sono Invidia, il capo, Ambizione, Senso di colpa, Povertà e Amore."
"Amore?!?! L’amore tra i tormenti?"
Leo Guardò Paige inarcando un sopracciglio.
"Guarda me e Piper…"
"Cosa c’entra! È così che a volte vanno le cose, e poi non essere così pessimista!"
"Il mio non è pessimismo" sospirò l’Anziano "Solo…la realtà. Come pensi mi senta da quando ci siamo lasciati?"
Paige lo guardò con tristezza e non seppe che dire, a differenza di Phoebe.
"E' normale che tu ti senta tormentato, ma, se non sbaglio, da dopo che vi siete lasciati le cose non sono degenerate terribilmente, e poi…sta arrivando il piccolo Chris…"
"Non so se basterà."
Paige lo guardò e gli sorrise.
"Dimentichi che siete evidentemente ancora innamorati. Supererete anche questa."
"Dimentichi che sono un Anziano."
"Si, avete ragione tutti e due" intervenne Phoebe "ma ora vediamo di concentrarci su questi demoni. Ridimmi un po’ i loro nomi…"
 
Seduta ancora sul divanetto, stava facendo finta di leggere i libri che le aveva trovato Chris, ma in realtà stava ancora osservandolo, cercando di capire cosa gli stesse succedendo. Nei suoi confronti era sempre stato abbastanza premuroso, anche prima che lei scoprisse chi realmente fosse, ma ora…era veramente…servizievole. E non era tutto: sul suo volto andavano alternandosi espressioni di calma, quando riusciva a controllarsi, e di tormento, quando cedeva.
"Chris, ora potresti anche venire qui, non credi? Siediti con me."
"Si." Rispose automaticamente il giovane, e andò ad occupare la sedia che si era portato vicino al divano. Era teso ed era evidente che stava pensando a qualcosa di spiacevole, qualcosa che gli stava tenendo impegnata la mente da quando era arrivato.
"Sta peggiorando, vero?"
"No, non mi pare…" mentì, guardandola con espressione assolutamente neutra.
Piper gli lanciò un’occhiata perplessa e lui distolse lo sguardo, rimanendo immobile per un attimo.
"Io…io non ce la faccio più, mi dispiace!" esclamò all’improvviso, la fronte aggrottata e gli occhi umidi.
Piper non fece in tempo a dir nulla, che lui orbitò via.
"Oh mio Dio…Leo! Leo!!!"
"Cosa c’è?" chiese allarmato l’Anziano, comparso subito.
Piper stava tentando di alzarsi, ma il pancione le rendeva difficili i movimenti.
"Aspetta, ti aiuto."
"No, non me! Devi aiutare tuo figlio! Leo, ha ceduto all’improvviso a quello che lo stava assillando, ed è orbitato via! Devi capire dov’è!"
Leo non se lo fece dire due volte, si concentrò e lo trovò.
"Per fortuna è ancora dentro la scuola, aula cinque. Vieni, ti accompagno."
Ma proprio in quel momento Paige lo chiamò.
"Paige mi sta chiamando, e mi pare piuttosto agitata…maledizione! Ora ti porto all’aula, poi vado a vedere di cosa hanno bisogno."
"Si, ma fai in fretta, credo avrò bisogno di te."
Leo annuì, e insieme sparirono.
 
Entrando con circospezione nell’aula buia e deserta, Piper sentì un rumore acuto, proveniente dal fondo della stanza. Erano singhiozzi. Fece per accendere la luce, ma non appena le lampade si illuminarono qualcosa spense di nuovo l’interruttore.
Piper si fermò, sorpresa, ma si riprese subito, e andò verso il figlio, che aveva individuato in quei pochi secondi di luce. Cercando di non andare ad urtare contro nulla, lo raggiunse. Era rannicchiato contro il muro, le ginocchia piegate e posate contro il petto.
"Chris…"
"No, non preoccuparti…sto bene." Disse lui, cercando di non far sentire il tremito della propria voce. Piper si inginocchiò e poi si sedette.
"Ti prego, non orbitare via di nuovo, o prenderò paura un’altra volta…"
Lo vide annuire. Gli occhi stavano abituandosi in fretta al buio, ma le orecchie non riuscivano ad abituarsi ai gemiti che il ragazzo cercava, senza successo, di trattenere.
"Ora permettimi di aiutarti, ti prego!"
"E come? Non c’è possibilità di sconfiggere quello che sento…ci provo da quando il demone ha colpito...vi ho mentito, non mi sentivo bene, il suo maleficio stava già agendo, ma…non potevo parlare, così come non posso farlo ora…"
"Così pretendi che io rimanga qui, a guardarti star male e magari a non intervenire se tenterai di fare qualche sciocchezza!"
Piper allungò una mano e gli circondò le spalle con un braccio, portandoselo contro.
"Parla Chris, dimmi quello che provi."
Il ragazzo scosse la testa e continuò a piangere in silenzio, aggrappandosi alla madre.
"Basta che tu non te ne vada."
"E' questo che ti fa paura? Essere solo?"
Lui scosse la testa, e Piper sentì la stretta attorno a lei farsi più forte per un attimo. Conosceva Chris da tempo sufficiente per capire che non avrebbe cambiato idea e che non avrebbe parlato, quindi decise di dover provvedere da sola. Prese ad accarezzargli la nuca, lasciando che il ragazzo si rilassasse un pochino, e lei si concentrò, cercando le parole giuste.
"Che il tuo cuore cominci a comunicare,
che ciò che è dentro si possa guardare,
ciò che il tormento ha risvegliato
possa essere facilmente sbrogliato."
L’effetto dell’incantesimo fu immediato, e lei si ritrovò immersa nei ricordi di Chris, con il giovane ancora tra le braccia che, come lei, guardava ciò che aveva attorno con sorpresa.
 
"E' scappato?!?!" esclamò Paige andando verso Leo, sconvolta.
"Si, ora facciamo presto, vi prego!"
"Hai ragione. Ti abbiamo chiamato perché il demone che ha colpito Chris non è tra quelli che ci hai indicato! Ne deve essere scappato almeno un altro che gli Anziani non hanno trovato!"
"Non è possibile!"
"E invece sì. Sto sfogliando questi ritratti, per cercare quello giusto, ma sarebbe più facile se….Santo Cielo…."
"Cosa?" chiese Paige, avvicinandosi alla sorella, che ora teneva lo sguardo fisso su una delle pagine del sottile volume di identikit.
"Eccolo…Leo, va da Chris!"
Leo le si accostò e guardò l’immagine, che sotto riportava la dicitura "Demone del tormento – Abbandono"
"Qui dice" intervenne Paige "Che porta all’estremo la paura e l’insicurezza che sorgono nel cuore a seguito di un abbandono e che rende l’individuo del tutto incapace di ritrovare l’equilibrio, perché il tormento lo porta costantemente a mettersi in dubbio e a colpevolizzarsi per l’essere stato lasciato da qualcuno. Inoltre, non è escluso che il degenerare del sentimento porti la vittima a manifestare rabbia contro chiunque gli stia attorno."
"Ecco perché si comportava in modo così strano! Cercava di compiacerci per non essere allontanato."
"E questo è successo per colpa mia…" disse Leo, guardando il ritratto del demone.
"Non dire così…non lo sappiamo…" cercò di consolarlo Paige.
"Però ora puoi fare qualcosa! Vai da lui e parlaci! Se veramente il suo tormento è dovuto al rapporto che ha avuto con te, allora sei l’unico che può tenerlo calmo. Nel frattempo io e Paige finiremo le formule. Quando avremo fatto, andremo a prendere Piper e rispediremo quei demoni da dove sono venuti."
Leo annuì e si dissolse.
 
Comparso nell’aula cinque, si era scontrato con una barriera magica che conteneva Piper e Chris, incapaci di vederlo e sentirlo. Gli sembrarono immersi in un sogno, e capì che forse stavano rivivendo insieme i momenti che angosciavano il ragazzo, perché riusciva a distinguere delle figure in trasparenza, e le parole della moglie lasciarono poco spazio al dubbio.
"Chris, dove siamo ora?" chiese Piper, tenendo il figlio per mano.
"Il mio quarto compleanno…aveva promesso che sarebbe venuto, ma non lo ha fatto…eppure io sapevo che sarebbe andata così. Ero piccolo, ma mi ero già abituato…però poi, quando ci hai messi a letto, lui è arrivato. Vedi…eccolo…mi saluta, mi fa gli auguri, poi prende Wyatt e esce."
Piper guardò allibita e cercò di seguire Leo, ma capì che non le era possibile, perché ciò che poteva vedere era solo ciò che aveva visto Chris.
"Chris, ma tu non sai cosa sia andato a fare…magari…"
La realtà attorno a loro cambiò di nuovo. Erano in cucina, e Chris stava piangendo disperatamente, tenendosi una mano sul braccio.
"Me lo ero rotto, qui ho sette anni…tu eri andata di sopra a cercare una fascia, e nel frattempo io lo stavo chiamando…invano. Non è mai venuto. Così mi hai portato in ospedale e mi hanno ingessato. Due fratture esposte, e un male cane."
"Avrà avuto da fare…non è facile per gli angeli bianchi! L’ho provato anch’io una volta!"
"Era con Wyatt, gli stava insegnando come rimanere in una stanza dopo essere apparentemente orbitato via."
Piper rimase in silenzio, guardando il figlio grande che, ancora rannicchiato, osservava con occhi stanchi le scene che gli si presentavano davanti.
"Penso che dalla mia testa potrebbero uscire centinaia di scene simili, ma solo alcune mi hanno veramente segnato…però tu non dovresti vederle…"
Troppo tardi. Attorno a loro la casa cambiò, erano in salotto e c’erano diverse persone, tutte vestite in nero.
"La morte di qualcuno…" disse Piper, avvicinandosi alla bara aperta. Prese paura nel vedere se stessa, stesa lì dentro, con un abito scuro e i capelli lisci pettinati in perfetta simmetria. Si portò una mano al petto e respirò, poi si guardò attorno. Un ragazzino piangeva disperatamente, fissandola, poi una donna, Phoebe, gli si avvicinava e lo abbracciava.
"Vieni Chris, dobbiamo andare…"
"Quello sei tu…" si stupì Piper, accarezzandosi il pancione "Almeno so di vederti crescere un pochino." Disse con amarezza.
"Tu eri il mio mondo." Le rispose Chris con voce che tremava "Eri tutto per me. Ho sempre adorato anche le zie, ma tu eri l’unica persona che veramente non avrei mai voluto perdere. Quando mi hanno detto che eri morta…non ho voluto crederci. Mi hanno dovuto mostrare il tuo corpo steso a letto…e ci hanno dovuto pensare le zie. Leo non l’ho visto. Fino a quel momento…" concluse accennando alla scena.
Stavano tutti uscendo, permettendo a degli uomini di caricare la bara, ancora aperta, sul carro funebre. Leo era comparso all’improvviso, dal nulla, con gli occhi rossi e il viso pallido, quasi irriconoscibile.
"Gli concedo di aver molto sofferto per la tua perdita, ma perché ha dovuto farlo…perché?"
"Fare cosa?" chiese Piper, ma il fatto si stava già avverando davanti ai suoi occhi.
Leo si era avvicinato ad un altro ragazzino, seduto su una poltrona, completamente apatico. Wyatt.
Lo aveva preso per mano e lo aveva guardato con un sorriso triste, poi con lui era passato accanto a Chris e si era accostato al carro, per non lasciarlo più per tutto il tragitto.
"Si è preoccupato solo di Wyatt. Io ero dietro di loro, e avevo bisogno di lui come non era mai successo, ma lui non mi ha…non mi ha neanche guardato quel giorno!" Urlò il giovane, alzandosi. "Quella sera è sparito e non lo abbiamo più visto per tre settimane. E io credo di aver quasi perso la voce a furia di chiamarlo in quei giorni!"
Piper si mise a piangere senza quasi accorgersene, e gli andò in contro, abbracciandolo, mentre attorno a loro lo scenario cambiava nuovamente.
Il buio li avvolse e attorno a loro si sentirono urla e gemiti, poi anche le figure si stabilizzarono, e Piper dovette rimanere aggrappata a Chris per non urlare.
La scena era ambientata agli inferi, e un Chris già abbastanza grande stava finendo contro il soffitto in pietra, scagliato in aria da una forza inimmaginabile.
"Wyatt, smettila! Si può sapere che ti prende?"
"Mi sono stufato di tenerlo nascosto a tutti. Tra qualche ora ci saranno grandi cambiamenti anche nel mondo emerso, e finalmente avrò quello che desidero!"
"Cosa ti hanno fatto?!?!"
"Nulla, razza di idiota! Questo sono io! Ora tu te ne starai qui, buono buono, e aspetterai! Non ti uccido solo perché sei mio fratello, ma bada di non sgarrare, altrimenti…"
"Quella fu la volta in cui i sospetti su Wyatt vennero confermati. Mi trascinò agli inferi per tenermi fermo fino a quando la marcia dei suoi demoni non fosse ultimata, ma io riuscii a distrarlo e a scappare. Andai subito da Leo, era l’unico in grado di aiutarmi, ma…lui non mi credette, mi disse che ero impazzito e che dovevo proprio essere spietato per dire cose tanto brutte su mio fratello."
La scena si stava evolvendo davanti ai loro occhi, e Piper vide in Leo la stessa reazione che aveva avuto lei quando Chris le aveva detto il vero motivo per cui era nel passato. Poi però qualcosa avvenne. Wyatt arrivò e scaraventò Chris contro un muro, poi scagliò una sfera di energia verso Leo, che la schivò per un soffio.
"Ha cercato di far ragionare Wyatt, inutilmente. Io mi sono rialzato e…Wyatt stava per colpirlo di nuovo, questa volta sul serio… io ho fatto deviare la sfera, che però Wyatt ha lanciato contro di me…mi prese di striscio, ma non fu Leo a curarmi. Sparì un attimo prima che orbitassi via anch’io. Quella volta fu Bianca ad aiutarmi…"
"Era sconvolto per aver visto suo figlio tentare di ucciderlo…" cercò di giustificarlo Piper.
"E l’altro suo figlio? Cos’ho di così schifoso da tenerlo lontano da me? Perché mi odia? Non mi ha mai sopportato, non si è mai preso cura di me o dei miei sentimenti…perché? Cosa c’è in me che non va?!" le chiese Chris, quasi urlando, mentre lei lo abbracciava.
Da fuori la barriera magica, Leo aveva sentito ogni parola e si era appoggiato al muro, fissando la moglie e il figlio, chiusi dentro quei ricordi. Chi era l’uomo che tanto gli somigliava nel fisico, e che però si era comportato in modo così vile? Sarebbe veramente diventato così? O forse c’era qualcosa che Chris non sapeva e che poteva giustificare quello che aveva vissuto? Ma era davvero possibile che esistesse qualcosa tale da giustificare il fatto che un padre si disinteressasse così di un figlio?
Cos’era diventato?
Per la morte di Piper aveva capito cosa gli aveva impedito di comportarsi correttamente e da buon genitore: Chris da piccolo era molto simile a Piper, e forse guardarlo in quel momento gli faceva male, ma comunque non era un buon motivo per lasciare un figlio annegare in un simile dolore.
E poi, l’episodio di Wyatt…lui, Leo, era veramente così meschino da preferire un figlio ad un altro, a tal punto da non preoccuparsi della vita del secondo?
Si mosse di scatto e batté i pugni contro la barriera. Voleva entrare, voleva…cosa? Voleva prendere Chris per le spalle e dirgli che non sarebbe successo di nuovo, che avrebbe fatto di tutto per evitarlo… ma forse il figlio non gli avrebbe creduto. Poteva dargli torto?
La barriera magica all’improvviso si dissolse, l’incantesimo era finito. Chris alzò gli occhi e lo vide, ma non gli diede il tempo di dire nulla, perché orbitò via.
Piper si volse verso Leo e allungò una mano verso il marito.
"Presto, dobbiamo seguirlo!"
 
Era orbitato sul ponte rosso, dove andava a rifugiarsi ogni volta che ne aveva bisogno, e non si sorprese nel sentire dietro di lui l’arrivo del padre e della madre.
"Lasciatemi da solo, per favore…non c’è nulla che possiate dire o fare per farmi cambiare l’idea che ho in testa!"
"Che idea, Chris? Ti prego, non fare sciocchezze! Sai bene che c’è lo zampino di un demone!" esclamò Piper, spaventata dalla vicinanza del figlio al bordo del ponte.
"Che, come hai ricordato tu, ha trovato qualcosa da sfruttare!"
"Quel qualcosa potrà non accadere mai!" intervenne Leo, ma Chris lo guardò con fare sarcastico e scrollò la testa.
"Non può cambiare! Solo perché ora ti senti in colpa, non vuol dire che cambierai veramente il tuo comportamento! Non ci sei mai stato nella mia vita! Il fatto che tu ora lo sappia non fa differenza!"
"Non è vero! Puoi darmi una seconda possibilità! E la voglio! Mi impegnerò…nemmeno io mi riconoscevo, mentre vedevo quelle scene…non so cosa sia potuto succedere per…"
"E' successo che non sono nato perfetto! Ecco cos’è successo! E comunque, non puoi cambiare ciò che sento, non puoi cambiare la sensazione di costante insicurezza e poca fiducia in se stessi con la quale sono cresciuto. Quella non la dimenticherò mai!"
Vicino a loro si materializzò il demone che aveva contagiato Chris, ma questa volta se ne accorsero e Piper alzò le mani per farlo esplodere. Leo però la fermò.
"Non lo puoi eliminare!"
"Certo che posso!"
"Piper, no! Bloccalo piuttosto!"
Il demone li guardò sghignazzante.
"Allora, pronti per essere contagiati da altro tormento?"
Comparve anche Senso Di Colpa, ma Chris la scaraventò giù dal ponte, costringendola a dissolversi.
"Piccolo insolente…tu dovresti essere già sull’asfalto!" esclamò il demone, muovendo la mano verso Chris, che si piegò in avanti, portandosi una mano al petto.
"Basta…basta, non voglio più sentirmi sprofondare così!" urlò il ragazzo, mentre Piper bloccava il demone.
"Chris, allontanati da lì…" gli disse Leo, avvicinandosi cautamente al figlio, che però lo sfuggì.
"Sta lontano…non serve…non serve…"
"Chris!" disse Piper "Prima mi hai detto che ero il tuo mondo…ora guardami! Abbi fiducia in me. Puoi farcela! Non devi permettere che il passato, anche se doloroso, ti impedisca di vivere! E non puoi non…non guardare me, ora, che ti chiedo di rimanere…"
Chris rimase fermo a fissarla per qualche secondo, poi si strinse nelle spalle e guardò giù.
Era tornato per salvare il futuro, non se stesso, e aveva troppa paura di sperare in un rapporto sano con il padre, ma di una cosa era certo: in quell’epoca, nella sua, nel suo futuro per come lo aveva conosciuto e in quello che stava cercando di creare, ci sarebbe sempre stata una certezza, ed era la persona che aveva davanti agli occhi in quel momento, e che stava cercando di non piangere.
Trasse un respiro profondo e andò verso Piper, lasciandosi abbracciare. Era stata la sua ancora di salvezza per anni, e lo era anche in quel momento.
 
Paige e Phoebe avevano finito le formule, e ora erano alla scuola di magia, irrequiete e preoccupate. Quando li videro orbitare davanti a loro, gli andarono incontro.
"Eravamo preoccupate! Cos’è successo?"
"Ve lo spiegherò dopo!" tagliò corto Piper "Avete tutto il necessario?"
"Certo."
"Allora procediamo!"
In breve i demoni del tormento furono rimandati in esilio, e Leo andò dagli Anziani per assicurarsi che venisse messa un’ulteriore protezione attorno alla dimensione entro la quale erano stati relegati.
Chris non fece una piega nel vederlo andare via, e Piper volle che rimanesse con lei.
"Non c’è più l’effetto del demone, mamma! Lo avete neutralizzato mandandolo di nuovo nella sua dimensione di esilio!"
"Non ne dubito! Ma voglio lo stesso che tu rimanga!"
"Perché?"
"Perché staremo un po’ insieme."
A questo Chris non seppe proprio che ribattere. Piper gli sorrise, lo prese per mano e se ne andò con lui, lasciando Paige e Phoebe con un palmo di naso.
 
Era rimasto tutto il pomeriggio con la madre, ma dopo la cena si era allontanato, promettendo che si sarebbe fatto sentire non appena rientrato a casa.
Seduto a gambe incrociate sul ponte, stava osservando le luci della città.
L’arrivo di Leo lo colse solo parzialmente di sorpresa.
"Ti disturbo?"
"No, non stavo facendo nulla."
"Mh."
Chris lo osservò un attimo, poi volse gli occhi verso la città.
"Non c’è bisogno che ti sforzi di dirmi chissà cosa. Non hai ancora fatto nulla di tutto quello che hai visto."
Leo alzò lo sguardo sul figlio, che persisteva nel non guardarlo.
"Non ha importanza. Qualcosa mi ha fatto diventare un miserabile. Non è una giustificazione, lo so, ma posso dirti che non riuscirò a non considerare quel che ho visto. E poi…per quel che può valere, quando eri sotto l’incantesimo del Demone Ragno mi hai detto che non ti conosco, ma non è vero. In questi mesi ti ho conosciuto e ho visto che hai più coraggio di quello che credi. Non si tratta solo del fatto di essere venuto qui per sistemare le cose, anche se sarebbe sufficiente. Il punto è che lo hai voluto fare da solo, senza dirci chi eri, e vivendo con noi facendo finta di non essere legato a nessuno, quando invece…ho visto quello che provi per tua madre. Non credo ti sia stato facile sopportare di non poterle dire nulla, di non averla potuta riabbracciare quando l’hai rivista, e non sarà stato facile mantenere il silenzio nemmeno mentre mettevamo in dubbio la tua lealtà verso noi. Ci vuole coraggio per affrontare tutto questo da soli, e per questo posso dirti che sono orgoglioso di te. Ormai questo è un fatto."
Lentamente, Chris si volse verso il padre e lo guardò in silenzio. Poteva vedere cosa stava provando? Poteva vedere che non riusciva nemmeno a parlare, tanto era stordito da quelle parole che non avrebbe mai creduto di poter ascoltare?
Leo gli sorrise e annuì leggermente, poi guardò anche lui la città.
"Tra un po’ faresti meglio a rientrare. Piper mi chiama ogni cinque minuti per sapere dove sei…"
"Va…va bene."
Leo si smaterializzò, e Chris rimase fermo lì ancora per un tempo indefinito, fino a quando non decise di ricomparire dove più voleva essere, accanto a Piper, addormentata sul divanetto della scuola, con una tutina con gli elefanti appoggiata sulla pancia.
 
 
 
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