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Autore: RedHot    24/03/2012    2 recensioni
Alla fine è solo un ragazzino, come te.
Non avete il coraggio di vivere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_Sorry_

 
Ti lascerà. Lo sai, ne sei certa.
Ti lascerà e tu starai di nuovo male, più di adesso.
Lo conosci troppo bene per commettere lo stupido errore di confondere la sua spavalderia con sicurezza.
Alla fine è solo un ragazzino, come te.
Non avete il coraggio di vivere.
E vivere significa rischiare, prendersi le proprie responsabilità, saper ammettere che hai sbagliato.
Vorresti andartene, questa sala d’attesa ti da la nausea, lei e il suo bianco innaturale. È un controsenso, perché in realtà nessuna fra donne rinchiuse là dentro veste di chiaro. In questo giorno non c’è spazio per l’innocenza.
Nella mano stringi la tua carta d’identità, falsa. Mentalmente ringrazi tuo cugino e la sua bravura al computer, anche se pensavi di usarla per entrare in qualche locale privato e non in questa situazione.
Devi farlo da sola, non puoi dirlo ai tuoi genitori, non puoi dirlo a nessuno. È il tuo piccolo, oscuro segreto.
E tutto questo ti ucciderà, dentro, nel profondo. Un prezzo che non sei disposta a pagare; ma il risarcimento è stato già preteso, senza il tuo consenso. Sei in trappola.
La ragazza di fronte a te piange, si dispera. Una mano aggrappata alla manica dell’uomo che la affianca.
 « Non voglio... ».
Lui digrigna i denti, libera il braccio dalla sua presa e la guarda male.
 « Se vuoi tenerlo, allora dovrai occupartene da sola ».
Lei tace, e continua a singhiozzare.
La ritieni stupida.
Alzati. Vattene.
Ma come può andarsene lei, se neppure tu hai il coraggio di farlo?
Certo, il tuo ragazzo non ti chiederebbe mai di farlo, non contro la tua volontà. Se ne andrebbe semplicemente.
Ti chiedi quale dei due sia davvero il più umano. Ma non hai il diritto di porti questa domanda, dal momento che nemmeno tu lo sei, non se ti trovi qui.
Dovete incontrarvi nel pomeriggio, non sai se avrai il coraggio di guardarlo in faccia. Lui è terribilmente bravo a notare quando c’è qualcosa che non va. E, in questo momento, sei tu quella che non va.
La ragazza continua a piangere. L’uomo perde la pazienza, le afferra il polso e la porta via.
In fin dei conti le vuole bene.
Anche tu vorresti andartene, voltare le spalle a questa sala, a tutti questi dubbi e non tornare mai più.
Ma è troppo tardi. La porta si è già aperta.
È il tuo turno.

§§§

 
Siete insieme, abbracciati, sul letto.
Ti sei rifiutata di fare l’amore, sarebbe stata un’offesa verso il luogo che hai “visitato” questa mattina; verso la cosa che hai lasciato lì.
Inoltre, sinceramente, ti fa ancora male. Un dolore fisico che impedisce alla tua coscienza di lavorare, di cancellare qualcosa che si porterà addosso per sempre. E anche quando questo dolore scomparirà, rimarrà sempre il suo ricordo, pronto ad addormentarsi con te sotto le coperte.
Le sue braccia ti stringono la vita.
Ha capito che stai nascondendo qualcosa, ma con la sua solita perspicacia rimane in silenzio. Sa che non gli dirai mai niente, qualsiasi cosa essa sia.
Tu lo ami per questo. E lo odi per lo stesso motivo.
Vorresti che ti costringesse a parlare, a rivelargli la verità. Vorresti toglierti questo peso di dosso. Sarebbe tutto più facile, se solo ci riuscissi.
Preme le labbra dietro il tuo orecchio e sussurra parole deboli che ti riempiono il cuore.
Lo ami, lo ami così tanto! Non hai il coraggio di vederlo andare via.
Le sue mani ti stringono di più. Sei sua, lo sai, lui vuole semplicemente sottolinearlo.
Poi non sai perché lo ha detto, cosa gli abbia fatto venire in mente una simile affermazione.
Semplicemente posa di nuovo le labbra sul tuo collo e parla, piano, con il suo solito tono monocorde che nasconde mille sfaccettature diverse:
 « In futuro vorrei diventare papà insieme a te ».
E vorresti morire. Solo morire.
Lui ha capito, tutto. Forse anche prima di te.
Ma non ti ha detto niente.
 
Sì, ora puoi piangere.
   
 
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