Narrazione tratta
ispirazione da una canzone di ayu.
CANZONE: A song for XX – ayumi hamasaki; PAROLIERE: ayumi hamasaki
A
song for
XX
L’adolescenza
è il periodo più bello della
vita, si fanno tante amicizie nuove, nascono i primi amori e
s’incomincia a
cercare l’indipendenza, questo è quello che dicono gli adulti. Questo è
quello
che loro pensano, quello che loro hanno vissuto, purtroppo però, non è
sempre
così.
Accovacciata su me stessa, guardo il mondo dalla veranda chiusa nel
silenzio della
mia camera. A volte mi chiedo perché la vita sia così dannatamente
crudele con
chi non lo merita affatto.
Perché mi sento così impotente di fronte al lento quanto inesorabile
scorrere
del tempo? Perché questa vita, la mia vita, è così noiosa e
terribilmente
inetta?
Dopo scuola, quando torno a casa l’unica cosa che riesco a fare è
piangere.
E me ne resto qui, chiusa in questa camera, come in questo momento, a
farneticare su come la mia vita sia caduta così in basso e su come
sarebbe la
vita dei miei genitori senza di me.
Sono insicura e miserabile.
Sono inutile quanto un giocattolo rotto.
Merito davvero di vivere?
Doushite naite iru no?
( Perché stai piangendo?)
Perché mi sento
ferita.
Doushite mayotteru no?
( Perché sei confusa?)
Perché mi chiedo se la
mia vita valga qualcosa.
Se sono più di un granello di sabbia vasto e desolato deserto…
Doushite tachidomaru no?
( Perché ti fermi?)
Perché ho paura di
quello che i miei occhi vedono.
Mi sento un’inetta!
Nee oshiete …
( Dimmelo…)
Perché il mondo è tanto
crudele?
Perché le persone sono così tanto egoiste e meschine?
Sono forse io ad essere sbagliata?
Sono io quella diversa?
Voglio saperlo.
Itsu kara otona ni naru?
( Quando si diventa adulti?)
La situazione che ho di
fronte è più grande di me e mi sta divorando pian pianino,
proprio come farebbe una belva con il suo prelibato pasto.
Quando mi
guardo allo specchio cosa vedo?
Non sono più una bambina
spensierata e allegra.
Non ho più la forza di esserlo.
Non sono nemmeno un’adulta indipendente
Non credo lo diventerò mai.
Itsu
made kodomo de ii no?
( Fino a quando è possibile restare bambini? )
Quando
la mia immagine si riflette nello specchio,
l’unica cosa che vedo è solamente la mia disperazione.
Vorrei poter fingere che non sia successo nulla.
Cancellare ogni cosa.
Ritornare a quella gioia fanciullesca che tanto mi sceverava,
ritornare a quei giorni felici, e a quella beata ignoranza in cui
vivevo.
Ritornare a quando credevo che tutti, almeno un po’,
fossero brave persone gentili e disponibili con il prossimo.
Ritornare a quel tempo, dove il mondo brillava di luce fatata.
La
mia perfetta e distorta utopia.
Non si può semplicemente
continuare a vivere restando fanciulli nell’anima?
Non voglio perdere la mia umanità.
Non voglio crescere per diventare l’ennesima ipocrita che
per vivere finge di essere diversa da ciò che è in realtà .
Doko kara hashitte kite, nee
doko made hashiru no?
( Da dove siamo venuti correndo
e fin dove correremo? )
Mi sento spossata.
Continuo a vagare sola nell’oscurità.
Voglio potermi prendere una pausa.
Chiudo gli occhi gonfi di lacrime e riprendo fiato.
Vorrei poter scappare lontano da tutto e da tutti.
Lontano dall’ipocrisia e dal finto perbenismo.
Lontano da chi mi disprezza.
Ma per quanto io possa
fuggire,
per quanto le mie gambe possano correre,
i problemi e le mie insicurezze continueranno sempre e comunque a
seguirmi.
Non c’è alcuna via di fuga.
Sono intrappolata in una gabbia di cristallo invisibile a chi mi sta
vicino.
Ibasho ga nakatta,
( Non avevo un posto in cui
stare)
Mi sento disorientata.
Mitsukaranakatta
( Non l’avevo trovato)
Mi sento sola e fragile.
Mirai ni wa kitai dekiru no ka
wakarazu ni
( Non capivo se potevo avere
aspettative per il futuro)
Con questi miei
occhi colmi di lacrime e inquietudine,
non riesco a vedere null’altro che l’oscurità nella quale
sprofondo.
Oltre l’abisso di quelle profonde tenebre, c’è un futuro raggiante
che mi
attende?
Non riesco a vederlo.
Oppressa dal buio silente.
Non riesco ad immaginarlo.
Oppressa da una triste verità.
Nessuno comprende i miei sentimenti.
Nessuno vuole provare a comprenderli.
Itsumo tsuyoi ko da ne tte
iwaretsuzuketeta
( Continuavano sempre a dire
che ero una bambina forte)
Non mi faccio soggiogare
dall’altrui pensiero.
Non ho bisogno di regole stabile da qualcun altro.
Nakanaide erai ne tte
homeraretari shite ita yo
( Mi lodavano dicendo che non
piangevo ed ero brava)
Nascondo le mie lacrime
e i miei sentimenti più profondi.
Non posso più permettermi di rivelarli.
Sonna kotoba hitotsu mo
nozondenakatta
( Non ho mai desiderato nessuna
di quelle parole)
Desidero calore umano.
Desidero qualcuno che ascolti la mia verità, qualcuno che mi
comprenda.
Desidero una carezza affettuosa.
Non ne posso più delle sole parole.
Desidero l’amore che mi riscaldi il cuore.
Sono fredda, sto tremando.
Sento tutto il mio corpo percorso da mille scariche di ghiaccio.
Non sopporto
questa terribile sensazione.
Dakara wakaranai furi wo shite
ita…
( e fingevo di non capire…)
Le parole mi trafiggono
il petto, ferendomi.
Sono come cristalli.
Possono ferire molto più di un qualunque gesto d’odio.
Ed è quasi incredibile quanto dolore provochino.
Ho paura nel rapportarmi
con gli altri esprimendo il mio vero giudizio perché non voglio che
finisca
come l’ultima volta.
Sospiro rassegnata, scorgendo i teneri raggi di luce filtrare dalla
finestra.
Quella volta sono stata dapprima derisa e sbeffeggiata dalla mia classe
e poi completamente ignorata.
Ho sentito le
ossa ghiacciarsi all’istante.
Per la prima volta ho capito di essere completamente insignificante per
quelle
persone.
Doushite waratteru no?
(Perché stai ridendo?)
Sono forse
ridicola?
Doushite soba ni iru no?
(Perché mi sei vicino?)
Vuoi essermi
amico?
Verità o bugia?
Desideri anche tu, come tutti gli altri, deridermi?
Doushite hanareteku no?
( Perché ti stai allontanando?)
Ho sbagliato in
qualcosa? Mi sono comportata in malo modo?
O forse, ti stavi solo approfittando di me?
Nee oshiete…
( Dimmelo…)
Voglio
saperlo.
Ne ho il diritto.
Itsu kara tsuyoku natta?
( Da quando sono diventata
forte?)
Sento il cuore
frantumarsi poco alla volta,
ma nascondo il dolore con un sorriso, fingendo che vada tutto bene.
Vi sto ingannando.
Segrego la mia
infinita solitudine in un angolino dentro me stessa.
Chiacchiero ad alta voce, di cose poco importanti
con le altre persone sentendomi poi, ancor più sola.
Sto mentendo pure a me stessa.
Non udite le mie urla?
Itsu kara yowasa kanjita?
( Da quando ho sentito di
essere debole?)
Per il timore di essere
nuovamente ferita indosso una maschera inespressiva.
Sono diventata una menzognera.
La terra sotto ai miei piedi si frantuma facendomi cadere, ma
nonostante tutto,
continuo a proseguire in avanti tentando di rialzarmi.
Sto solo sopravvivendo.
Non vi accorgete della differenza?
Itsu made matte ireba
wakariaeru hi ga kuru?
( Fino a quando dovrò aspettare
perché arrivi il giorno in cui ci capiremo?)
Senza smettere di
cercare l’affetto di qualcuno, prego affinché la luce porti la mia
resurrezione.
Che qualcuno mi salvi da questo continuo oblio.
Mou hi ga noboru ne sorosoro
ikanakya
( Il sole sta già salendo, devo
andarmene)
La sua luce mi irradia
di calore ma svela le mie debolezze.
Itsu made mo onaji tokoro ni wa
irarenai
( non posso restare sempre
nello stesso posto)
Non posso continuare a
fingere in eterno, ne sono pienamente consapevole.
Questa mia maschera d’indifferenza è piena di crepe.
Non lascerò che si sgretoli come un castello di sabbia.
Hito wo shinjiru koto tte
itsuka uragirare
( Un giorno la fiducia nelle
persone mi ha tradita)
E fu solo allora che mi
resi conto di possedere un lato debole.
E’ stato l’inizio di un incubo!
hanetsukerareru
koto to onaji
to omotte ita yo
(pensavo che fosse come essere stata rifiutata)
Mi sono sentita
abbandonata proprio da chi aveva protratto
la sua mano verso la mia dimostrandomi amicizia.
Emarginata e traviata nel medesimo tempo.
Un tempo che si era rivelato assai spietato, ora però,
ho la consapevolezza che il mondo è intriso da questa folle
crudeltà creata da persone uguali a me.
Ano koro sonna chikara doko ni
mo nakatta
( A quel tempo non avevo quella
forza)
Non conoscevo
neppure il significato di ipocrisia né tanto meno di quello che stavo
vivendo. Non
riuscivo più a comprendere di chi mi dovessi fidare né di chi mi fosse
realmente amico.
Kitto ironna koto
shirisugiteta
( Certamente, sapevo troppe cose)
Ora conoscevo l’latra
metà della medaglia.
Una verità schiacciante ed inesorabile da farmi desiderare la morte.
Non mi fidavo più di nessuno.
Itsumo tsuyoi ko da ne tte
iwaretsuzuketeta
( Continuavano sempre a dire
che ero una bambina forte)
Perché non do importanza a cosa voglio che gli altri pensino di me.
Desidero solo proteggere ciò che voglio essere.
Nakanaide erai ne tte
homeraretari shite ita yo
( Mi lodavano dicendo che non
piangevo ed ero brava)
Fingo di essere forte
per celare la mia debolezza.
Fingo di essere felice per celare la mia malinconia e
in quel senso vuoto che provo per me stessa.
Non
voglio dar preoccupazioni a nessuno.
Nonostante questo, vorrei che qualcuno sentisse questa mia preghiera.
Sonna fuu ni mawari ga ieba iu
hodo ni, warau koto sae kutsuu ni natteta
( Più continuavano a parlarmi
in quel modo, più anche sorridere diventava
doloroso)
Le persone che più di
ogni altre dovrebbero accorgersi dei miei cambiamenti,
mi passano davanti come se nulla fosse mai mutato.
Mi fanno sentire trasparente e impalpabile proprio come un fantasma.
Completamente inutile.
Hitori kiri de umarete hitori
kiri de ikite iku
( Siamo nati soli, continuiamo
a vivere da soli)
Il volto che ieri era felice
oggi è
infelice e colmo di perplessità.
Per quanto mi sforzi di serbare la speranza nell’aiuto di qualcuno più
forte e
carismatico di me, alla fine mi rendo conto che mai nessuno giungerà in
mio
aiuto.
E questo perché ogni individuo è completamente assorto nella sua vita,
per potersi permettere il lusso di ascoltare che gli sta attorno.
Per quanto ci sforziamo a diventare parte integrante dell’altro, non
diventeremo mai una sola cosa.
Ognuno di noi vive da solo la sua vita.
E possiamo ricercare l’aiuto di quel “qualcuno” solo
nella
forza e nella caparbietà della nostra essenza.
Kitto, sonna mainichi ga
atarimae to omotteta …
( Certamente, pensavo che tutto
questo fosse ovvio…)
Alzo il viso verso la
finestra illuminata dai caldi raggi solari primaverili.
E’ tempo di risolvere una storia irrisolvibile e di tornare a
sbocciare.
Voglio essere me stessa da oggi in poi.
Basta menzogne, basta maschere, basta subire vessazioni.
Voglio cambiare.
Asciugo le lacrime con
le mani portandomi poi la mano destra sul cuore.
Fa ancora male, sto sanguinando anche ora.
Questo dolore non mi abbandonerà mai del tutto, lo porterò sempre con me
poiché è stato proprio questo dolore a farmi cambiare e farmi diventare
ciò che
sono ora.
Non posso tornare
indietro e cambiare il corso degli avvenimenti, ma posso andare avanti
scegliendo
una via che mi conduca verso la fine di questa spirale di dolore.
Non m’importa più degli altri, dei
loro pensieri, delle loro parole e delle
loro critiche…
Voglio ritrovare la me stessa che
ho
smarrito molto tempo fa.
Da adesso e per sempre io continuerò ad essere solamente ciò che sono:
unicamente me.