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Autore: enyghte    25/03/2012    1 recensioni
Vi siete mai chiesti che fine abbia fatto Leila Kalomi e Christine Chapel in che modo si sarà relazionata con lei a bordo dell'Enterprise? E se la giovane botanica nascondesse qualcosa? E se qualcos'altro d'ancora più misterioso mettesse in crisi l'intero equipaggio? La storia che qui racconto si svolge immediatamente dopo Omicron Ceti III. Mette un punto alla storia tra Spock e Leila e chiarisce cosa sia successo nelle settimane seguenti. Spero vi piaccia! Un abbraccio a tutti!
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christine Chapel, James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock, T'Pring
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quegli enormi occhi blu...
Stava ancora guardandosi allo specchio Leila. Pettinandosi.
A volte non riusciva a distogliere l’attenzione da se stessa, ma non perchè, in realtà, si contemplasse. Fissava un punto infinito oltre se, oltre la sua immagine, per vedere i ricordi dove riuscissero a terminare: non lo facevano. C’erano.
Una per una contava le lacrime che erano state e in quell’attimo, oltre al fruire libero del suo riflesso, non percepiva più il tempo. Passato, presente e futuro, sospesi e tutti e tre aderenti.
A volte basta che un’immagine di ciò che è stato si materializzi nella memoria perchè quel passato sappia di presente ed, in effetti, viva, come se mai fosse trascorso. Avrebbe voluto poterlo fare, poter bloccare la vista di ogni istante. Non era possibile. Ora, tutto le era apparso interminabilmente vuoto, davanti, come un enorme burrone scuro. Non sapere come la vita sarebbe proceduta di li in poi la rendeva incredibilmente ansiosa. Forse, era la paura a bloccarla.
Chiuse gli occhi e attese trattenedo il grembo tra le dita. Si sedette, poi, lo squillare d’un timbro vivo andò a smontarle gli occhi.
-Avanti- disse
Quell’alta infermiera longilinea, bionda e azzurra come un angelo, aveva avuto un volto sempre meno rilassato nell’ultima settimana
-         Come va?- le aveva chiesto ferma sulla soglia appena Leila le aveva aperto le ante scorrevoli del passaggio dall’interno del suo alloggio
-         Può entrare se le va...- le aveva fatto sapere accennando un timido sorriso.
Leila l’aveva capita, sapeva per quale motivo fosse così fredda. Non avrebbe potuto far molto per aiutarla a convivere con quella situazione, sicuramente le avrebbe dimostrato tutta la comprensione possibile per quanto lei avesse poco da farsi perdonare nei suoi confronti. A mente fredda, forse avrebbe dovuto chiedere scusa a Spock. Non avrebbe dovuto drogarlo in quel modo con quelle spore. Non era stata sicuramente una cosa giusta nei suoi confronti, per quanto, in realtà non riusciva propro a pentirsene. Se avesse potuto sarebbe rimasta li con lui tutta la vita.
L’infermiera era entrata nella stanza con le braccia conserte, ticchettando nervosamente con le dita sulle costole. Sembrava proprio stesse sul punto di esplodere.
-         Non vuole parlare un po’?- aveva chiesto la colona quando la dottoressa era rimasta in attesa senza dire nulla.
A quelle parole Christine aveva buttato lo sguardo giù per terra che era ripartito a fissare l’altra intensamente in un attimo, quasi l’aggressività che aveva trattenuto non fosse più in grado di restarle dentro. Eppure aveva indurito le labbra per far forza su di se e non strozzare l’avversaria.
- Mi spiace, Christine- le aveva detto
La Chapel non s’era certamente aspettata un’ammissione di colpa. Di che genere poi... in realtà se avesse conosciuto le spore prima lei... non avrebbe esitato ad usarle.
-         Di cosa si sta scusando Leila?- le aveva chiesto. Ma ormai non riusciva più a trattenere le lacrime.
-         La prego si sieda- l’aveva invitata l’altra indicando il letto.
-         Lei si rende conto di quello che vuole fare?- le aveva urlato addosso. Questa volta i suoi pugni erano stretti ai lati dei fianchi.
-         L’importante è che lui non lo sappia- aveva risposto la ragazza guardandosi le mani
-         Lei è una strega- aveva ancora una volta gridato l’infermiera. S’era rivolta poi a se stessa. Aveva concentrato tutta la possibile volontà per evitare che tutta quella emotività la travolgesse – mi ascolti, piccola stronza- aveva continuato deglutendo a fatica la saliva, fissandola roventemente – se non glielo dice vado a dirglielo io, chiaro?-
Leila non aveva potuto credere alle sue orecchie. Si era alzata di scatto, pallidissima in volto – Cosa? Non può farlo, rischia il licenziamento.- aveva risposto sconcertata, scuotendo la testa ancora non propriamente conscia della minaccia.
Christine l’aveva guardata con un ghigno d’amarezza, mentre i suoi occhi chiari avevano cominciato a tremare come foglie sotto le larime – Io amo quell’uomo- aveva ammesso scandendo ogni sillaba – Nulla potrà impedirmi di essere onesta con lui... deve dirglielo.... le darò 12 ore...-
L’infermiera uscì dalla camera. Ora Leila avrebbe avuto agire prima della sadenza.
  
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