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Autore: ArtemisGP    25/03/2012    1 recensioni
Vecchia, veecchissima e senza senso!
Una scuola media di pazzi senza speranza e una ragazza elettra di nome Elettrica (?). Nella confusione, chitarre di fratelli maggiori, temi sull'anoressia, gatti strabici e professoresse esaurite.
Prima pubblicazione! :3
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, salve ragazzi.
Siamo Claudia e Caterina.

Leggendo questo testo potrebbero venirvi attacchi di liscìa acuta, cadere dalla sedia, sbattere violentemente la testa sbavando e morire per un’eccessiva perdita di sangue dalla nuca. Nei casi migliori, se state leggendo di nascosto durante l’orario scolastico nell'aula computer, potreste ridere a crepapelle proprio mentre il professore si lamenta della poca serietà, cominciare a sbattere i pugni sul banco, guadagnarvi un’occhiataccia dal compagno vicino, finire in presidenza e tornare a casa con una sospensione di quindici giorni durante i quali non farete altro che giocare alla Play Station, finire il vostro gioco preferito senza salvarlo, andare a letto alle tre e mezzo di notte e fare incubi raccapriccianti. Risponderete ai rimproveri dei vostri genitori con un colpo di cucchiaio di legno sulla testa e ai pianti dei vostri fratelli con un urlo degno degli Slipknot. Non sapete chi sono gli Slipknot? Innanzitutto vergognatevi della vostra ignoranza e poi cercate le loro canzoni su You Tube.
Noi ci solleviamo da tutte le responsabilità.
Buona lettura.

Tutti i mesi gli alunni della classe III Z di una scuola media con il nome di un animale selvatico (precisamente dello Scarpantibus della Patagonia), devono scrivere un tema affrontando le problematiche legate all’adolescenza (abbiamo già detto che si trattava di un istituto psichiatrico?). Avete mai fatto caso che la parola italiana “adolescenza” sa di malattia cronica? La parola americana “teenager” sa di divertimento. Infatti tutti gli adolescenti italiani sono pazzi da legare. I più gravi vengono scaraventati nell’istituto Scarpantibus.
Ogni mese, puntualmente, tutti i ragazzi, per qualche oscuro motivo da noi ignorato, scrivevano dell’anoressia. Sempre, tutti quanti. Una volta la professoressa Scrofani ordinò di non scrivere sempre dello stesso argomento, così trattarono tutti della bulimia. L’insegnante strappò tutti i temi in minuscoli pezzettini di carta (riciclata!) irriconoscibili, e la maggior parte delle alunne cadde in depressione acuta e rischiò seriamente di suicidarsi. Gli alunni invece se ne fregarono altamente e aiutarono molto cortesemente gli assistenti scolastici a raccattare i pezzetti di carta. I più galanti aprirono le finestre per agevolare le loro compagne a buttarsi di sotto. Per fortuna arrivò lo psicologo scolastico Johnny Depp per consolare le ragazze.
Passato lo shock dei compiti strappati, le ragazze ricominciarono a deprimersi per la mancanza di Johnny che era scappato in Antartide.
Tuttavia il mese dopo la Scrofani, insensibile alle loro minacce di morte, si presentò in classe il giorno del compito con una mitragliatrice da guerra, una pistola elettrica, un paio di bombe atomiche infilate nella cintura e un elmetto mimetizzante, spiegando che da giovane era stata in servizio militare in Afghanistan. Scrisse alla lavagna a caratteri gotici il titolo del tema: “L’adolescenza e le mie personali problematiche che mi spingeranno a suicidarmi o a ferire gravemente la professoressa di lettere prima della fine del corso di studi. Non tratterò né di anoressia né di bulimia, perché per colpa mia la mia adorata prof si è messa a dieta per soffocare i sensi di colpa causati dai temi troppo apocalittici.” Gli alunni con la calligrafia più grande occuparono un’intera pagina (di carta riciclata, naturalmente) solo per scrivere il titolo. Ecco il tema di una ragazza che soffre di complessi di inferiorità nei confronti della propria calcolatrice:
« Mi chiamo Elettrica. Non Elettra, Elettrica. I miei genitori mi hanno chiamata così perché, da piccola, prendevo la scossa con la culla di metallo. Tutt’oggi non posso usare il computer senza soffrire di gravi dolori a causa delle scosse elettriche che solo io percepisco.
Mi piace il tizio seduto davanti a me. Mi piace alla follia, ma non ricordo mai il suo nome. (I remember the face, but I can’t recall the name! cit. Whatsername. Non sapete che canzone è? Innanzitutto vergognatevi della vostra ignoranza e poi cercatela). Ubaldo, Ferdinandoso, Grisamoldo, o qualcosa del genere. Ma l’attrezzo elettrico che più mi spaventa è quell’arnese… di cui non mi ricordo il nome. Quello che se lo premi ti spuntano i numeretti, e una croce e un trattino… e un trattino con due puntini sopra e una “x”… forse è il linguaggio in codice dei Templari! Però non mi ricordo come si chiama. Caccolatrice, forse? Comunque è molto più intelligente di me, perché riesce a fare tutte le radici quadrate, e addirittura si ricorda la tabellina del sette. Il ragazzo che mi piace ha i capelli rossi come il sangue. Perché di tutti i paragoni che potevo fare con il rosso mi è venuto in mente proprio il sangue? Forse perché ogni volta che mi soffio il naso ne esce tanto macchiando dappertutto, e in quei momenti drammatici in cui macchio la mia maglietta preferita penso a lui… non è sanguinosamente romantico? Oh, lui ha dei bellissimi occhi, come quelli del mio gatto, Lollino. Lollino ha un occhio verde e l’altro azzurro, ma purtroppo è strabico. Il tizio però non è strabico. Non quanto Lollino, almeno. Ho un fratello maggiore, si chiama Gianpiero e vuole diventare un cantante metal di successo. Gli ho detto che forse il nome non era il massimo per un metallaro, e da allora si fa chiamare Peter. Peter Metal. Si esercita sempre con quegli urli (che chiama con un nome strano, ma che non ricordo!...) che riescono a fare a ritmo, rendendo inutile la batteria e la chitarra elettrica, ma è molto bravo. Se solo non si esercitasse alle tre di notte! Si è comprato una chitarra elettrica. È bellissima. Volevo suonarla, ma è andata in cortocircuito e da allora non mi rivolge più la parola. Comunque adesso non so come continuare, il tema finisce qui. Solo due pagine, ma prof, abbia pietà di me! (E se non ne avrà le darò in testa la chitarra rotta di mio fratello!)
P.S.: per rimediare all’incidente con lo strumento di mio fratello, ho accostato la chitarra classica a una presa di corrente e l’ho toccata. Adesso è diventata elettrica, lui ci ha disegnato sopra delle fiamme e mi ha perdonata.»





Ringraziamo per la lettura. Speriamo sinceramente che l’abbiate letto tutto, e che, in quel caso, siate sopravvissuti. Per favore, lasciate una recensione a questa vecchissima follia!
...Che ha visto la luce in un'aula computer nella redazione di un giornalino scolastico -che bei ricordi questi!- talmente vecchia che... che... che... nel frattempo siamo cambiate! *voce dal fondo: "In peggio!"*
Perdonate per il titolo, ma non sapevamo proprio cosa mettere ^^

  
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