Un trifoglio a quattro foglie: un trifoglio con una foglia in più.
Per Draco non era altro che un trifoglio venuto male, un qualcosa che era deforme, diverso da tutti. Un qualcosa che nemmeno doveva esistere. Era un errore genetico, un qualcosa in cui la natura aveva sbagliato.
“Che bello, hai trovato un quadrifoglio Draco!”
Quella voce... Luna Lovegood.
“Vuoi dire un trifoglio a quattro foglie?”
“Sì, un quadrifoglio. È così che si chiama.”
“Tienilo se ti va, io non me ne faccio nulla. L' ho strappato solo perché rovina l' armonia di tutti i trifogli.”
“Rovina l' armonia?”
“Sì. Stona con tutti gli altri!”
“Oh, ma non è vero. Sono i trifogli a stonare con lui.”
I trifogli a stonare con lui? Ma se in quel campo lui era l' unico! Era lui quello che stonava.
“Ma non vedi che è un campo di trifogli?”
Luna si era chinata e lo stava osservando negli occhi con l' espressione di una bambina che tenta di spiegare una questione di vitale importanza ad un adulto.
Ma Luna aveva le priorità di una bambina di cinque anni, almeno così la pensava Draco.
“Lo so che è un campo di trifogli! Ma insieme ci sono anche i quadrifogli, come quello che hai trovato tu.”
“Appunto. Quindi i quadrifogli sono quelli fuori posto.”
“Non hai capito- Luna sospirò- i quadrifogli sono unici, i trifogli li circondano perché sono invidiosi: sono in pochi quelli che possono vantare di avere quattro foglie.”
“E quindi stonano.”
“No. Sono i trifogli ad essere invidiosi.”
“Ma ciò non toglie che stonino.”
Luna sospirò.
“Quindi anche tu stoni.”
Draco la guardò interrogativo.
“Scusa?”
“Tu stoni proprio come me.”
Era il colmo: sentirsi dire che era come Luna Lovegood. Davvero il colmo.
“Scusa?”
Luna sospirò.
“Io e te siamo biondi, giusto?”
“Sì. E quindi?”
Luna scosse la testa.
“Nel tuo gruppo sono tutti castano scuro. Dunque sei tu a stonare con loro.”
Draco la guardò incapace di rispondere.
“Questo è diverso!”
“E in cosa?”
Draco la guardò come se fosse completamente pazza.
O completamente... Lunatica.
“Insomma noi siamo uomini! Uomini! Quelle sono solo... piante!”
Luna sorrise con la solita aria sognante.
“E allora?”
“E allora?!- ripeté Draco continuando a pensare che fosse sempre più pazza- E allora niente! Non puoi paragonarci a dell' insalata!”
Luna scoppiò a ridere.
“Dell' insalata? Sono trifogli, mica si mangiano!”
Draco scosse la testa.
“Comunque, Draco – riprese Luna – hai mai sentito la leggenda sui quadrifogli?”
Draco tornò a guardarla.
“Leggenda? Che leggenda?”
“Si dice che i quadrifogli abbiano uno strano potere: si dice che chi ne trova uno abbia diritto a quattro desideri, uno per ogni foglia.”
“Quattro desideri?”
Luna lo guardò sorridendo.
“Sì. Uno per ogni foglia.” ripeté con calma.
Draco la guardò negli occhi.
“Posso desiderare qualsiasi cosa?”
Luna annuì.
“Sai, devi essere fortunato se il quadrifoglio ti ha scelto.”
Draco la guardò non capendo.
"Sai, dicono che i quadrifogli si lascino trovare solo da chi desidera veramente qualcosa. E una volta che questa persona li ha trovati, essi possano esaudire qualsiasi cosa. E' un bene prezioso, il quadrifoglio.”
Draco annuì.
“E' un po' come dire che hai il mondo in mano, Draco. Devi stare molto attento a ciò che desideri.”
Draco annuì. Luna si alzò e si mosse per allontanarsi da lui.
“Ehi Luna, come fai a sapere tutte queste cose?”
Luna si voltò e sorrise.
“Me le raccontava mia madre. Lei credeva che i quadrifogli conducessero all' amore. Sarà perchè proprio mentre ne cercava uno ha incontrato mio padre.”