Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: _Kiriku_    25/03/2012    0 recensioni
Ambra è una ragazza semplice, originaria di Verona che riesce a realizzare il suo sogno: Andare in America.
Purtroppo si imbatterà in alcuni problemi, primo tra i quali Brian, il suo nuvo coinquilino.
E cosa succederà se lei, che lentamente si sta innamorando, decidesse di lasciar perdere il donnaiolo? E se fossero entrambi costretti a partecipare ad un corso di tango, lavorando in coppia?
E se lui per farla scioglire e per creare intimità facesse di tutto per...
Scopritelo leggendo la storia...:)
PS. HO MODIFICATO IL PRIMO CAPITO! avvertimento per tutte quelle che hanno letto!! se volete capire meglio la storia vi consiglio di rileggerlo:)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic CAPITOLO MODIFICATO!! A tutte voi che lo avete letto, RILEGGETELO se volete capire lo svolgimento della storia...
scusate infinitamente, ma non mi soddisfava e ho voluto cambiarlo:)
Spero non vi dia fastidio rileggerlo...
BACIONI...
Anarina97
PS. Pubblicità occulta: sto scrivendo anche un'altra storia, Come in una sitcom, se vi andrebbe di fare un salto mi rendereste molto felice!*_*
Bacioni ancora!!!
Anna;-*



THE DREAM OF A LIFETIME

Eccomi qui! San Francisco, la città più spettacolare che possa esistere, è qui, davanti ai miei occhi. Stento ancora a crederci.
Dopo un viaggio in aereo, che per me è durato un’eternità, sono finalmente arrivata nella città dei miei sogni.
Se qualcuno un mese fa mi avesse detto che sarei andata a vivere a San Francisco gli sarei scoppiata a ridere in faccia.
Eppure eccomi qua, impalata all’uscita dell’aeroporto, che aspetto che mi vengano a prendere.
Ci sono molti tipi vestiti di nero, immagino autisti, con in mano cartelli colorati su cui è stampato il nome della persona che cercano, ma nessuno ha il mio.
Vi chiederete: da dove vieni? E perche adori così tanto San Francisco?
Eccovi accontentati: sono italiana, precisamente di Verona, e sogno di venire a san Francisco da tutta la vita quasi, anche se il mio desiderio si è accentuato dopo la laurea in giurisprudenza.
Non vedevo l’ora di staccarmi dalla mia solita vita monotona per esercitare in America, dove avrei avuto più indipendenza.
Mi sono innamorata di questa città ai tempi del liceo quando, grazie alla nostra professoressa di inglese, io e i miei compagni siamo riusciti ad organizzare un viaggio di studio in America.
Un altro motivo per cui mi piace questa città è l’atmosfera di leggerezza e pace che a Verona si percepiva a stento.
Non che non mi piaccia la mia città, anzi è una delle più belle d’Italia, però ho sempre amato la tranquillità cosa impossibile viste le resse di turisti che giravano per le strade.
Il motivo principale, però, è seguire un corso di Specializzazione in Giurisprudenza, che mi ha consigliato il prof di legge.
Sarò sempre grata al professor Panciroli perchè ha messo una buona parola per me con i professori che tengono i corsi, dandomi anche la possibilità di realizzare il mio sogno.
Il desiderio di fare giustizia ce l’ho sin da quando ero piccola, la voglia però l’ho trovata il secondo anno di facoltà quando una mia coinquilina mi raccontò delle violenze che sua madre subiva dal compagno e decisi che quello sarebbe stato il mio campo.
Un altro motivo per cui sono qui è aprire uno studio, solo al femminile, specializzato nei casi di maltrattamento delle donne e sfruttamento di esse.
Al mondo è ancora evidente “l’inferiorità” della donna rispetto all’uomo, e in alcuni Paesi maggiormente, perciò voglio rendermi utile e aiutarne il maggior numero possibile.
Mentre penso tutto questo inizia a suonare, insistentemente, il cellulare, costringendomi a rispondere.
-Hei, amore! Com’è andato il viaggio in aereo?-
-Noioso e lento. Ma dimmi di te, ti hanno assunto?-
-Certo, che domande! Stai parlando con il nuovo Capo Chef del bistrot “La Gardenia”.-
-Sono felicissima per te Manu; non vedo l’ora di vederti, già mi manchi.-
-Anche tu pulciotta._
-Ci sentiamo stasera, ora devo andare. Ciao.-
-Ciao puffa.-
Manu, diminutivo di Emanuele, è il mio migliore amico da sempre. I nostri genitori da ragazzi erano nella stessa compagnia e quindi noi ci conosciamo da quando eravamo piccolissimi.
Vi starete chiedendo per che mi chiama amore… è una storia un po’ complicata.
Siamo stati insieme per un periodo, in seconda liceo, ma poi abbiamo deciso che il nostro era più amore fraterno che da fidanzati. Lui scoprì di essere gay ed io scoprii di essermi presa una cotta per il mio ex. Anche se ci siamo mollati lui continua a chiamarmi amore perché dice che suona meglio del mio nome, gentile vero?
Ma ritorniamo all’aeroporto, gli autisti se ne sono andati quasi tutti e io non so cosa pensare. Che si siano dimenticati di me? E adesso cosa faccio? Non conosco neanche il nome del “dormitorio”.
< Ambra! Ambra! Ambra! > Ma chi è che mi chiama?
Mi giro e vedo una bella ragazza snella, bionda che mi fa segno con la mano di raggiungerla.
< Contentissima di vederti Ambra! Io sono Chaterine. > si presenta gentilmente. Già mi sta simpatica.
< Ambra, piacere di conoscerti. > rispondo mentre stringo decisa la sua mano.
< Allora, vogliamo andare? Scusa per il ritardo, ma sembra che oggi tutta San Francisco sia per le strade! >
< Non ti preoccupare. > gli sorrido.
L’affianco mentre ci incamminiamo verso la sua auto e non posso fare a meno di notare che è alta, molto alta, molto più di me, forse tutto merito dei trampoli, che io non mi azzarderei neanche a provare.
< Mi piace come sei vestita. > mi complimento.
< Oh grazie, ma, senza offesa, non si può dire la stessa cosa di te. Non fraintendere, è che potresti indossare capi più femminili. >
< Perché? > chiedo acida. Adesso non posso neanche vestirmi come voglio che ricevo subito critiche? Ritiro tutto quello che ho detto su questa ragazza e su questa città…
< Perché? Sei una gran bella ragazza e se ti vestissi meglio saresti ancora più bella. > ok, un punto a suo favore.
< Chi ti dice che io voglio migliorare? Sto bene così. > un punto pari, palla al centro.
< Non dubito che tu stia bene così, però è un affronto alla moda. Sei una gran bella ragazza, e allora perché non indossare vestiti che ti valorizzino? > non so proprio come ribattere, forse è meglio se accantono la faccenda della sfida…
< Tipo? >
< Tipo non come la felpa extra large che stai indossando ora… > dice squadrandomi dal basso verso l’alto e viceversa.
Vedendo che non rispondo continua < Ti va se oggi andiamo a fare shopping e ti aiuto? >
< Se per te non è un problema… >
< Certo che no! Mi diverto! > esclama come una bambina di sei anni a cui hanno appena promesso una caramella.
Usciamo dall’aeroporto e ci dirigiamo verso il “bolide”, come lo definisce lei, di Chaterine.
< Eccolo! > esclama euforica, ansiosa di sapere cosa ne penso del suo gioiellino.
Io non vedo proprio niente… aspetta che mi avvicino  e… Ah, e quello sarebbe il bolide? Un maggiolino così piccolo da essere nascosto da una Nissan? Wow, sono letteralmente senza parole!
< Non è bellissimo? > mi chiede.
< Stupendo. > dico poco convinta.
E’ una bella macchina, ma il colore, il colore è vomitevole. Mi viene la nausea solo a guardarlo. E’ rosa, rosa shocking. Così splendente e brillante che sono costretta ad indossare gli occhiali da sole per non essere abbagliata dai raggi solari che, neanche farlo apposta, riflette proprio sulla mia faccia. Immagino di non stargli simpatica, forse ha capito che lo trovo orripilante… ma che mi prende? Sto parlando del maggiolino come fosse una persona, sono proprio partita.
Ripresami dalle considerazioni sulla natura del maggiolino, sotto invito di Chatrine, mi siedo sul sedile del passeggero, prima di partire alla volta del dormitorio.
< Bene, ci siamo. >
< Eh, già. >
< Vieni, il tuo appartamento è sul mio stesso pano. >
Entriamo in un edificio di modeste dimensioni, non troppo imponente, di un colore mattone. Non è niente male come posto, e l’atmosfera che si respira è gradevole.
Arrivate al piano Chat, come mi ha detto di chiamarla, inserisce la chiave nella serratura della porta e la spalanca, dandomi una perfetta visuale dell’appartamento.
Non è molto grande, ma neanche uno sgabuzzino. Le pareti sono tinteggiate di un grazioso color pesca ed i mobili sono molto moderni. Il salotto/cucina è costituito da un divano affiancato da due poltrone rivolte vero una libreria, nel cui centro si trova un televisore al plasma, di minimo 40 pollici.
Il “salotto” e la zona cottura sono separate dalla penisola della cucina, circondata da sgabelli.
Nell’insieme molto carina ed accogliente.
Entriamo e subito una voce ci accoglie.
< Hei dolcezza, finalmente mi hai portato la mia coinquilina. >
Non posso crederci è la voce di un ragazzo, e sicuramente anche vanitoso e irritante, di quelli che si credono superiori solo perché sono bellocci.
Quando però spunta dal corridoio, che separa le due camere da letto, devo ricredermi sul belloccio, è uno strafigo! Oh mamma, sarà difficile resistere alla tentazione di saltargli addosso. A giudicare dalle spalle larghe, sotto quella leggera maglietta, deve avere un fisico che farebbe invidia anche a Ian Somerhalder.
< Oh, vediamo chi abbiamo qui. Un cioccolatino molto carino. > dice girandomi attorno per osservarmi meglio.
< Immagino tu non sia Abbie, a meno che tu non abbia subito un intervento plastico e sia un trans… ma credo sia improbabile. >
< Vai così! > Mi incoraggia Chat < Sei riuscita a lasciarlo senza parole già alla prima frase, sei un mito! > conclude continuando a ridere a crepa pelle per la faccia da pesce lesso del mio coinquilino.
< E anche peperino, come cioccolatino! Comunque sono sempre stato maschio e il mio amico Walter non è molto contento, l’hai offeso… > dice indicandosi il pacco.
< Oh poverino… devo chiedere scusa come si deve al tuo amichetto allora. > dico avvicinandomi pericolosamente al mio coinquilino. Ad un passo dal suo naso faccio finta di abbassarmi per arrivargli alla cintura, ma invece gli vuoto il bicchiere di acqua che è sulla penisola, dietro di lui, in faccia.
< Ok ok, mi ci voleva proprio per calmare i bollenti spiriti. Vuoi che ti faccia vedere l’appartamento o ti arrangi con la tua amica? > dice indicando la mia amica con aria di sufficienza, forse perché sta ancora ridendo di lui.
< Mettiamo in chiaro alcune cose: primo, io non sono un cioccolatino, secondo, io non sono tua e terzo, non sono peperina. > lo minaccio puntandogli il dito contro, prima di terminare < E grazie, sarei contenta se mi facessi vedere le altre camere. > dico l’ultima frase sorridendo.
< Oh oh, mon chocolat, non ti scaldare troppo. >
< Si, non farlo. E’ un gioco che fa con tutte. > interviene Chat rivolgendogli uno sguardo di sfida.
Qualcosa mi dice che sono finiti a letto insieme, e che è anche finita male, per lei ovviamente.
Lui sicuramente dopo una delusione, ne trova a bizzeffe di ragazze pronte a tuffarsi sotto le sue calde lenzuola. Chissa com’è a letto, sicuramente una bomba… BOOOMBA… Sensual un movimiento sensual, sensual un movimiento muy sexi…Ma che sto a pensare!! Oh MAMMA MIA mi serve un bicchiere d’acqua, ma che dico, me ne serve una cisterna! Ma soprattutto serve ai miei ormoni che si stanno scatenando al ritmo di questa canzone dettata dal mio cervello… E’ un complotto! Cervello e ormoni non erano mai andati d’accordo, devono per forza iniziare ora?
Ok, ora la devo proprio smettere, Ambra respira. Inspirare ed espirare, inspirare ed espirare, inspirare ed espirare…
< Quando hai finito di respirare orgasmicamente, potresti seguirmi? > mi chiede il ragazzo con una punta di malizia nella voce. Accidenti a me! Dovevo anche farmi scoprire? Non bastava il marmaglia interiore?
Attraversiamo il corridoio ed entriamo in una delle stanze che si affacciano sul corridoio.
< Questa è a tua stanza. > dice facendomi passare per prima.
< Oh che bel letto, e morbido! > esclamo sedendo mici sopra.
< Se vuoi ti do una mano ad inaugurarlo… > il solito ghigno sulle labbra. E che labbra! Ok Ambra, ora mi sono stancata, finiscila! Sembro un’adolescente in piena crisi ormonale, e si che ho 24 anni, non 12.
< Oh, si! Sarebbe fantastico! > dico canzonandolo.
< Anche subito se vuoi, ho dieci minuti prima del prossimo corso. > mi regge il gioco.
Oh mio Dio! Stiamo flirtando! Un ragazzo, e anche figo, ci sta provando con me. L’america mi fa proprio bene! In Italia non mi sarei mai azzardata a flirtare spudoratamente con un esemplare di sesso maschile. Sarei arrossita vistosamente e me la sarei data a gambe levate.
< Contaci! > rispondo ostentando una sicurezza che non pensavo neanche di avere.
Scoppiamo a ridere entrambi. La sua risata sincera e allegra mi provoca la perdita di un battito, del mio povero muscolo cardiaco, che è destinato a perderne ancora molti altri.
Poi, però, vedendo il sorrisetto sbieco che gli è spuntato sul viso, mi ricordo di quanto è pallone gonfiato e mi do’ della stupida per i pensieri che ho fatto su di lui.
< Comunque, io sono Brian e sono anche in ritardo. A dopo mon chocolat! >
< Mi chiamo Ambra! >
< Ok, a dopo mon chocolat! >
< Ancora… > sbuffo irritata, coricandomi completamente sul letto.
< E’ irritante… > dico seccata, quando la mia amica si affaccia alla porta della mia camera.
< Lo so, ma ha anche un corpo da stupro. >
< Qualcosa mi dice che siete finiti a letto. >
< Credevo di piacergli veramente, invece sono una delle tante che si è portata a letto. >
< Chissà perché ma avevo già capito che tipo fosse… >
< Si da tante arie, lo so. > sospira.
< Mm mm. > mugolo mentre mi godo la morbidezza del mio cuscino.
< E a letto è un portento. Non sono mai stata con uno che fosse più bravo di lui! > esplode entusiasta, come a volermi invitare a fare la sua stessa esperienza.
< Beh, allora il fatto che si dia tante arie è giustificato. >
< Hai ragione. > dice prima di scoppiare a ridere seguita da me.
< Cambiando argomento, mi aspettavo peggio, invece questa appartamento è davvero carino. Anche il tuo è così? >
< Si, niente male, ma il mio è molto più bello. Vuoi vederlo? >
< Ok. >
Chat mi lascia le chiavi dopo aver chiuso l’appartamento e ci spostiamo nel suo.
Effettivamente è molto più bello del mio, e si vede che c’è un tocco femminile, soprattutto per quanto riguarda le tende.
Il mio, considerato che devo vivere con Brian e non con Abbie come stabilito all’inizio, è destinato a rimanere così.
< Hei, ma che fine ha fatto la mia coinquilina? > chiedo curiosa.
< Si è ritirata all’ultimo minuto. E visto che serviva un appartamento per i professori, ti hanno messo con brian. Quando lo hanno saputo, le ragazze, che sono state con lui, si sono disperate… >
< Ah, immagino! E penso che a Brian non dispiaccia questa cosa, visto che dorme nel dormitorio femminile. Chissà quante conquiste! > dico facendo una faccia maliziosa alla mia amica, che ricomincia a ridere.
< Sei molto buffa, lo sai? >
< Grazie, me lo hanno detto spesso… >
< Si può? >
< Che vuoi Brian? > chiede fredda Chat.
< Parlare con la mia coinquilina, posso? > risponde irritato.
< Ok, smettetela. Che vuoi? > li interrompo.
< Dirti che, visto che manca il professore, sono in camera mia a studiare e di non fare troppo rumore quando torni. >
< Oh poverino, non riesce a concentrarsi se Ambra fa rumore… >
< Chat, smettila. > gli intimo < Ok, non ti preoccupare cercherò di fare meno rumore possibile. > mi rivolgo a Brian, sorridendogli.
< Grazie, mon chocolat… > mi concede un altro dei suoi sorrisi da capogiro, e scompare dietro la porta.
< Allora? > mi chiede la mia amica a braccia conserte.
Mi sono fermata troppo a fissare il sorriso di Brian e Chat se n’è accorta. “Hops”.
< Allora cosa? > chiedo facendo la vaga.
< E dai… tanto ho già capito che ti piace. >
< Perché a te no? E’ bello, non lo nego. Però ha un enorme difetto: è irritante! >
< Tanto irritante che non ti sei neanche innervosita per i fatto che ti ha chiamato ancora “mon chocolat”… >
Cacchio, non me ne sono neanche accorta!
< E allora? >
< Allora significa che il suo fascino ha fatto effetto anche su di te. Io però, fossi in te. >
< Phf, figuriamoci! >
< Guarda che non c’è niente di male ad ammetterlo. >
< Ok, lo ammetto. E’ carino… >
< Carino? >
< Ok, è sexy e arrapante! Contenta? >
< Si… se ti consola non sei l’unica a pensarlo… >
< Non sai quanto mi tranquillizzi. > faccio sarcastica.
< Forse hai ragione, non dovrei giudicare. >
< Anche se la cosa che più attrae le ragazze è l’aura di mistero che si porta dietro, il fatto che si conosca veramente poco, per non dire niente, della sua vita privata. >
< Ah, quindi non lo conoscerò mai… > constato.
< Si, si può dire di si. >
La mattina continua tra risate e chiacchiere. Scopro che Chat è qua per seguire un corso di moda, in particolare sul trucco.
Tutti e due campi in cui io sono una frana, soprattutto quello del trucco, visto che il massimo a cui mi limito è un velo di matita e il mascara.
Il pomeriggio, come programmato, facciamo shopping e, sotto la guida della mia amica, compro dei vestiti molto carini. Devo dare ragione a lei: i tacchi, anche se non troppo alti, mi slanciano.
Ho deciso: voglio cambiare, in modo graduale però.
Sfinita, dopo una giornata movimentata all’aperto, torno nel mio appartamento.
 
 
Ringrazio con tutto tutto il cuore anle06 e Piccola_Luna per aver inserito la mia storia nelle seguite;)
BACIONI
Anarina97
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _Kiriku_