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Autore: 8giusy8    25/03/2012    5 recensioni
Molto spesso le parole non servono..
molto spesso basta solo uno sguardo, una carezza, un abbraccio
e tutto improvvisamente diventa chiaro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Roma.... 

Erano passate alcune settimane da quella domanda, da quell’invito a cena accettato e seguito da una fuga. Era tutto di nuovo in una situazione di standby tra di loro.
Lucia non riusciva a lasciarsi andare, spesso si ritrovava a pensare a quell’uomo che così in poco tempo aveva conquistato la sua fiducia, la sua attenzione e i suoi sentimenti, anche se ancora non lo ammetteva a se stessa.
Orlando non riusciva ad avvicinarla di più, aveva abbattuto buona parte di quel muro di difesa che si era costruita attorno, ma mancava ancora l’ultimo mattone. Sapeva che lei si fidava ciecamente di lui, sapeva che qualcosa nel suo cuore si stava muovendo, ma non voleva in alcun modo opprimerla.
Le mattine si scambiavano un saluto e un sorriso un po’ imbarazzato, poi ognuno di loro tornava al proprio lavoro per occupare ad entrambi l’intera giornata.
Al centro dei due poli c’era Ghiro, l’amico fidato di entrambi.
Li vedeva, li conosceva e sapeva cosa entrambi provavano e sinceramente era stufo di vedere Orlando imbambolato davanti e Lucia e le sue continue fughe. Se quei due non sarebbero riusciti a trovarsi a questo punto doveva fare qualcosa lui, oltre che continuare a parlare con entrambi doveva trovare la situazione giusta per fa sì che i due riuscissero a parlare una volta per sempre.
La situazione che cercava non tardò ad arrivare, quella mattina Lucia era andata via dal Ris, aveva la febbre alta e non si reggeva in piedi, così, convinta da Ghiro se n’era tornata a casa a riposare, al laboratorio avrebbe pensato il Capitano Ghirelli, che dopo aver partecipato alla riunione con i suoi collaboratori, aveva chiesto ad Orlando di restare con lui, aveva bisogno di parlargli.
Rimasti soli, Ghiro iniziò a parlare:
G: Allora, sai che Lucia segue il caso della banca, assieme ad Emiliano…
O: Si certo…. – risponde.
G: bene, adesso te ne occuperai tu, assieme a lei naturalmente, Emiliano mi serve sul caso della sud-americana. – dice porgendogli dei fogli.
O: Va bene, allora inizio a lavorarci, poi appena torna Lucia ci lavoro con lei… - risponde, iniziando a vedere il fascicolo.
G: Veramente, sarebbe meglio se iniziaste a vederlo assieme, Abrami inizia a fare pressioni, vai a casa sua e iniziate a verificare le due ipotesi… - dice , cercando di restare professionale e vago.
O: Ma dai….sta male, ti pare che deve lavorare? – chiede un po’ stupito.
G: La chiamo tranquillo…. Se sta molto male farai da solo… - risponde iniziando a prendere il cellulare.
O: Va bene…. fammi sapere allora, io inizio a dare un occhiata a questo.
Rimasto solo, Daniele tira un sospiro di sollievo, Orlando non aveva intuito il suo piano, bisognava solo convincere Lucia, sperando non stesse troppo male.
Pochi squilli dopo una Lucia rauca e tossente rispose al telefono, non stava granché bene, aveva preso l’influenza ed era costretta a stare sul divano ma stava comunque controllando alcuni fascicoli. Ghiro le spiega la situazione, e alla fine non poco titubante accetta, avrebbe aspettato Orlando a casa sua così avrebbero lavorato sul caso.
Un’ora dopo la telefonata, il campanello di casa Brancato suona.
Lucia, trascinandosi avvolta da un plaid va alla porta, Orlando era lì.
L: Ciaio, vieni…entra. – dice socchiudendo la porta dietro di lei.
O: Accidenti…. Non hai una bella cera, sei sicura di riuscire a lavorare? – le chiede premuroso.
L: Si…. per lo meno credo, però mi devo sedere… ho di nuovo capogiro – dice con una voce rauca e molto debole.
In effetti Lucia è molto pallida in volto, ha gli occhi lucidi e la sua voce e molto bassa, a mala pena si regge in piedi.
Si siedono entrambi sul divano e dopo aver tirato un bel respiro profondo iniziano a lavorare, confrontano le immagini al computer mentre ricostruiscono con il simulatore la scena del crimine.
Dopo più di un ora di lavoro ininterrotto Lucia si alza per andare a prendere da bere, ma mentre lo fa viene colta da un forte capogiro.
Con la mano cerca di appoggiarsi nuovamente al divano, mentre con l’altra si tiene la fronte e gli occhi. Orlando naturalmente si accorge che Lucia sta poco bene, si alza dal divano afferrandola per un braccio e cingendole la vita la fa risedere.
Mentre l’aiuta si rende conto di quanto la temperatura di Lucia sia alta.
O: Ma tu scotti! – esclama, adagiandola e poggiandole delicatamente una mano sulla fronte per sentire la temperatura.
L: In effetti, non mi sento granché bene… - dice, poggiandosi alla schienale del divano.
O: Ora tu stai qui buona, vado a prendere il termometro e qualcosa per farti scendere la febbre.
L: E’ tutto nel primo cassetto di là..- dice indicando la cucina.
Orlando torna con il termometro e un antipiretico.
O: 38,8…..ci credo che non stai bene.. – dice mentre controlla il termometro.
O: Adesso prendi questa compressa, stai sdraiata che ti porto una coperta..
L: Ma non c’è bisogno, mi sento già meglio… - dice cercando di alzarsi dal divano, fortunatamente la mano di Orlando arriva in tempo per bloccarla, spingendola delicatamente e facendola sdraiare sul divano.
La copre con un plaid, leva i documenti e il computer dal tavolino sedendosi accanto a lei.
L: Non guardarmi così… sto meglio..
O: Non è vero stai tremando, tra un po’ si muove anche il divano.. – dice cercando di farla sorridere, e infatti Lucia accenna un debole sorriso.
Poco dopo, la febbre scende, e appena finiscono i brividi Lucia dalla stanchezza si addormenta.
Anche Orlando, che intanto aveva ripreso a sfogliare i verbali, si addormenta con la testa poggiata sul divano.
Il sonno tranquillo di Orlando viene interrotto appena avverte il tremore di Lucia.
Si avvicina e le posa una mano sulla fronte, scotta di nuovo.
Lei a quel contatto apre appena gli occhi, non smettendo di tremare.
L: Mi sento uno schifo.. – sussurra.
Orlando le accarezza il viso dolcemente, lei socchiude gli occhi, non si sente per niente bene.
Prova a metterle un’altra coperta, ma non funziona granché, Lucia non fa che tremare.
Così, senza pensarci troppo, si leva le scarpe e si sistema accanto a lei, avvolgendola nel suo abbraccio. Lucia inizialmente rimane immobile, poi, subito dopo afferra il petto di Orlando stringendosi a lui.
Continua a tremare per un po’, fino a quando la febbre inizia a scendere, e si addormenta stremata tra le sue braccia.
La luce che filtra dalla finestra del salotto la fa svegliare.
Era già mattina, Orlando dorme ancora tenendola ben stretta a sé.
Lucia si sente molto meglio, la febbre doveva essere passata, si sentiva solo un pochino debole e a dire il vero anche stranita. Era tra le braccia di Orlando e stava incredibilmente bene.
D’istinto, mentre lui ancora dorme, gli accarezza il viso delicatamente stringendosi di più in quell’abbraccio; Orlando nel sentirla muoversi apre gli occhi vedendola appoggiata al suo petto che muoveva delicatamente le mani.
Senza dire una parola le accarezza i capelli dandole un leggero bacio sulla fronte. Il suo profumo è così bello – pensa, mentre l’accarezza.
Lucia solleva la testa, incrociando il suo sguardo, rimangono a guardarsi a lungo, in realtà non hanno bisogno di parlare, sono in una perfetta sintonia.
Lucia si sente sicura come non mai nelle sue braccia, si sente protetta e sente con quale dolcezza Orlando la tiene stretta a sé. Lui si perde a guardarla, si perde guardando quegl’occhi verdi che lo osservano, si perde sentendo il suo cuore battere così vicino, si perde sentendo le sue mani tiepide sul suo petto.
L: Grazie per stanotte… - sussurra dolcemente.
O: Non mi devi ringraziare, non potevo vederti stare così male… -risponde continuando a far scivolare le sue mani tra i biondi capelli di lei.
L: Ora sto bene….. – risponde accennando un sorriso molto dolce.
E’ un attimo, è uno sguardo che rende tutto immediatamente più chiaro.
Orlando era riuscito a togliere quell’ultimo mattone, Lucia era più vicina che mai e non aveva paura, non voleva scappare. In quell’attimo realizzò che si trovava esattamente dove voleva essere, tra le braccia di quell’uomo che la rendeva felice, che la faceva sorridere di nuovo e che le aveva finalmente fatto battere il cuore.
Senza dire una parola, senza distogliere lo sguardo si avvicina a lui, posando il suo viso su quello di lui. Sentivano i loro respiri, sentivano entrambi il loro calore.
Orlando la stringe di più a sé, facendo scivolare il suo viso e le sue labbra lungo il collo perfetto di lei, per poi tornare su… fermandosi a pochi millimetri dalle sue labbra.
La guarda dolcemente negli occhi, lei sorride leggermente e avvicinandosi lentamente a lei afferra le sue labbra con delicatezza. Si stacca appena per guardarla, per cercare il suo sguardo, ora è Lucia che cerca di nuovo le labbra di lui.
Con più passione, Orlando afferra le  labbra calde di Lucia, senza smettere un attimo di tenerle il viso tra le mani, lei si stringe a lui, afferrando il suo petto.
Le mani di lui, scivolano desiderose lungo il corpo di lei, che ormai senza vincoli e senza paure non desidera altro che quell’uomo.
Si abbandono a quella passione, a quel turbinio di emozioni incontrollabile che li accompagna per ore, fino a quando non si addormentano finalmente insieme, coscienti che sarà solo il primo di infiniti e magici momenti che d’ora in avanti passeranno insieme.
 
  
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