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Autore: _Kiriku_    25/03/2012    1 recensioni
Anna, una mattina, non propriamente come tutte le altre, si sveglia accaldata. Non gli era mai successo, anche perchè, fino a quel momento, era sempre stata una ragazza molto casta. Il problema però non era il sogno, ma il ragazzo che aveva sognato. Voi vi chiederete: e che problema c'è nel sognare un ragazzo. Ecco, il problema non consisteva proprio in quello, ma nel modo in cui l'aveva sognato.
Ancora scossa arriva a lavoro, e indovinate cosa succede? indovinate chi incontra?
Per saperne di più leggete la storia:)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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UN SOGNO STRANO
 

Pov. Anna
 
“Sono seduta sul mio letto, ma che ci faccio qui?
Oh cacchio! Indosso solo la biancheria intima e una mini vestaglietta trasparente.
Beh dai… chiunque mi abbia vestito ha buon gusto… aspetta chiunque mi abbia vestito! Oh cacchio, doppio cacchio!
Fortunatamente con me non c’è nessuno, quindi significa che prima di perdere i sensi mi sono vestita io così, ma perché?
Pensa Anna, pensa…
Come se non bastasse mi fanno anche male i polsi, aspetta che me li massaggio, ohhhh cacchio cacchio, triplo cacchio, ho le mani legate al letto con le manette!”
< Hei ti sei svegliata… >  una voce molto suadente e dolce mi ridestò dai mie pensieri.
Mi voltai e vidi un ragazzo molto alto, abbastanza muscoloso, castano e moolto figo. I suoi occhi smeraldini mi fissavano intensamente, mentre vagavano indisturbati alla scoperta delle mie curve, anche troppo accentuate.
< Ch …chi sei? > balbettai.
< Non importa… > mi rispose con un tono di voce roco, eccitante.
Iniziò ad avanzare verso di me a rallentatore, come nei vecchi film in bianco e nero, e un fuoco iniziò ad avvampare nel mio basso ventre.
Arrivò al letto, dolcemente si sedette al mio fianco ed iniziò ad avvicinarsi a me e mi intrappolò tra il materasso e il suo corpo.
Mi accarezzò con il dorso della mano la guancia e, dopo aver percorso con il pollice il contorno delle mie labbra, incatenò il mio sguardo ai suoi occhi luci.
Non mi ero accorto di quanto il suo sguardo fosse profondo, i suoi occhi due pozze d’acqua profonde quanto uno strapiombo, ricolmo di emozioni.
Portò il suo viso sul mio e stava per annullare la distanza tra le nostre labbra, quando suonò la sveglia.
 “Diaolo muso, era solo uno stupido sogno.”
Ancora addormentata mi alzai di malavoglia dal letto e mi recai in bagno per prepararmi.
Mezz’ora dopo uscii con addosso un paio di pantaloni larghi e un maglione di lana tutto decorato con colori vivaci.
Feci colazione e presi l’autobus per arrivare a scuola.
Lavoravo nel liceo Messedaglia come professoressa di matematica da un anno ormai e avevo realizzato che con il traffico di Verona era meglio prendere l’autobus.
Arrivata, entrai pronta per un’altra giornata di lavoro.
Attraversai l’atrio e mi diressi in “aula professori” a prendere il materiale per la lezione, che avevo preparato giorni prima, e incontrai Caterina.
Caterina era la mia collega del biennio che insegnava allo scienze applicate, mentre io avevo le classi del tradizionale.
Oltre ad essere mia collega era anche la mia migliore amica e perciò gli raccontai, con un po’ di imbarazzo, quanto sognato la sera precedente.
< Porca vacca!! E non solo quella > questa fu la sua reazione con battuta finale.
< Eh, lo so. Non riesco a capire cosa mi sia successo, solitamente non faccio questo tipo di sogni! > arrossii violentemente quando un nostro collega entrò e  pregai Caterina di continuare il discorso terminate le lezioni, lontani da orecchi indiscreti.
< Ci vediamo dopo a ricreazione. > mi salutò capendo.


Vi prego di recensire, fatemi sapere che ne pensate...

 
  
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