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Autore: Oneipo_    26/03/2012    10 recensioni
Song-fic ispirata alla canzone "Sono solo parole" di Noemi.
Non so come mi è venuta, sinceramente. Adoro la canzone e ho provato a buttare giù due parole ispirandomi a questa. Spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo :)
"Quand'è che abbiamo deciso di voler finire così?
Quand'è che la nostra amicizia si è trasformata in qualcosa di meraviglioso e doloroso allo stesso tempo?
Perchè improvvisamente la nostra diversità, quella di cui ci vantavamo, quella che ci rendeva così unici l'uno per l'altro, è mutata in un difetto?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avere l'impressione di restare sempre al punto di partenza,
e chiudere la porta per lasciare il mondo fuori dalla stanza.
 
La mia camera sembra quasi un bunker senza sbocchi d'aria, quando mi sento così. Quando il mondo mi soffoca, la vita mi soffoca, e tu sei la mia unica riserva di ossigeno.
E lo sei sempre stato, da quando allegro mi dicevi che eri il mio supereroe e giocavi a salvare la mia vita in pericolo, a quando, un giorno, ormai grandi e stanchi dei giochi, tu la mia vita me l'hai salvata veramente. Perchè mi hai dato l'aria di cui avevo bisogno, mi hai permesso di respirare quando credevo di non potercela fare.
Io credevo di affondare, e tu mi hai ritirato su tenendomi stretta a te.
Tu ci sei sempre stato, eppure ora, in questa triste stanza che racchiude fin troppi ricordi di noi, non ci sei.
Sei lontano, con il corpo e con il cuore.
Forse anche tu, come me, mi stai pensando. O forse sei a divertirti, così come piace fare a te, con le persone che ami.
Le persone che ami e che non sono io. Non più.
Quand'è che abbiamo deciso di voler finire così?
Quand'è che la nostra amicizia si è trasformata in qualcosa di meraviglioso e doloroso allo stesso tempo?
Perchè improvvisamente la nostra diversità, quella di cui ci vantavamo, quella che ci rendeva così unici l'uno per l'altro, è mutata in un difetto?
In questa stanza, vuota senza te, mi sembra che tutti i tentavi fatti per non rovinarci, per non far fallire la nostra relazione, siano stati inutili.
Le mie fatiche vane, le mie parole buttate al vento.
Chiudo la porta, perchè non ho più niente che mi tiene stretta al mondo se tu non sei con me.
 
Considerare che sei la ragione per cui io vivo,
questo è o non è amore.
 
Amore.
Che parola meravigliosa quando si è troppo piccoli ed ingenui per capirla a fondo. L'amore tra due bambini che guardano il mondo sognatori.
Come posso dimenticare i tuoi vispi occhi verdi quando quel giorno hai detto di amarmi.
"Ma non come amano gli adulti eh?" mi hai rassicurato, sistemando i tuoi ricci in un gesto fin troppo maturo per un bambino di otto anni. "Io ti amo come amo la Nutella, anzi no...come amo le patatine fritte! Perchè sono il mio piatto preferito, mangerei tutto il giorno le patatine fritte e loro non le tradirei mai!"
Io ti guardavo sorridendo ingenuamente. Una bambina di sette anni che non conosceva altro, al di fuori del suo migliore amico. Che sognava di sposare un principe e di diventare famosa. E che voleva amare, più di se stessa. Ma voleva farlo così, come il bambino riccio dagli occhi verdi le aveva promesso avrebbe fatto, con lei.
Amore.
Che parola difficile da comprendere, quando si entra nell'età in cui si prova a capirlo, in cui senza neanche volerlo ci ritroviamo nel suo turbinio di emozioni che non sappiamo controllare.Quell'età dove tutto ci sembra più bello se c'è lui accanto. In cui si sentono le così dette farfalle nello stomaco, le gambe tremanti e non si fa altro che sognare, e sperare, e sognare ancora.
E tu, ragazzo dagli occhi verdi, sei stato l'unico a tormentare la mia adolescenza.
Mi domandavo per quale motivo il giovane più richiesto della scuola, avesse occhi per me, fosse il mio migliore amico, nonostante tutto.
Nonostante io fossi bassa e non proprio in forma e tu alto e secco.
Io fossi invisibile agli occhi del mondo e tu eri popolare.
Io non avevo amici, al di fuori di te, e tu eri circondato da persone che ti amavano, ti stimavano, volevano essere come te.
Nonostante io perdessi un battito del mio cuore ogni volta che mi abbracciavi, mi sfioravi, mi dicevi di volermi bene, e tu eri interessato a tutte le ragazze della scuola tranne che a me.
Amore.
Che parola dolorosa quando si è fin troppo consapevoli di quello che comporta. Quando si cresce e ci si rende conto che non si può vivere di soli sogni, che non si può sperare solo di incontrare il principe azzurro, che non si può amare come si amano le patatine fritte.
Ed io e te abbiamo imparato a capirlo insieme.
Quando quel giorno, dopo due anni di totale assenza nella mia vita, hai deciso di tornare e sfondare le barriere che io pensavo di essermi creata.
"Perchè sei tornato, Harry? Non ti basta più essere famoso?"
"No, se non ci sei tu con me."
"Le persone cambiano, le situazioni cambiano. Non puoi tornare con la certezza di trovarmi, di nuovo."
"Hai smesso di amarmi?"
"No."
Ci avevo provato, ma non avevo potuto. Perchè era impossibile smettere di amare la parte più importante della mia vita. Un pezzo di me di cui, nolente o volente, non potevo più fare a meno.
Considerando che sei la ragione per cui ho sempre vissuto e continuo a vivere, e chissà forse sei la sola ragione per cui continuerò a vivere per il resto dei miei giorni.

Cercare un equilibrio che svanisce ogni volta che parliamo,
e fingersi felici di una vita che non è come vogliamo.
 
Ma nessuno ci aveva detto che era così complicato. Nessuno aveva mai detto a quei due bambini che la vita non era come se l'aspettavano.
Ci provavamo, ogni giorno sempre di più, ad amarci come la prima volta.
Ci provavamo perchè non eravamo in grado di dirci che era un'impresa impossibile, che non saremmo potuti andare d'accordo un secondo di più.
Dio solo sa le notti che ho pianto e che ho pensato di lasciar perdere. Quelle stesse notti in cui tu eri impegnato per lavoro e non avevi tempo per alzare il telefono e rassicurarti che stessi bene. In cui pensavi a rendere felici milioni di ragazze, tranne l'unica a cui veramente importava qualcosa di te, che non fosse la tua voce, il tuo vestirsi di moda o il tuo essere semplicemente conosciuto nel mondo.
Ma poi non potevo non pensare che i miei giorni con te erano stati tra i più felici, che tu rendevi ogni cosa più bella e trovavo quell'equilibrio giusto per chiudere gli occhi e non piangere più, addormentarmi con il pensiero di te che mi stringi, che mi baci, che mi ami.
Ma succedeva, continuamente, sempre più spesso, di litigare.
Di discutere per cose futili e urlarsi contro senza neanche accorgersene.
Quella scena era ormai così impressa nella mia mente, che faceva parte delle mie giornate e delle mie nottate. La vedevo ripresentarsi ogni volta che le mie palpebre pesanti si chiudevano per il sonno.
Tu che alzavi la voce e io che piangevo.
Io che ti domandavo dove ti trovassi e tu che trovavi stupide giustificazioni per le tue assenze.
Eppure continuavo ad amarti, continuavo a convincermi che non sarei andata avanti senza di te.
Ma eravamo felici, Harry?
Eravamo quelli che speravamo di essere?
La coppia affiatata, per i giornali di gossip.
La coppia distrutta, per i nostri occhi.
 
E poi lasciare che la nostalgia passi da sola,
e prenderti le mani e dirti ancora: sono solo parole.
 
Osservo la porta della mia stanza aprirsi lentamente, quando dopo l'ennesima litigata mi sono rifugiata qui per isolarmi dal resto del mondo.
E tu sei lì, di fronte a me, con la testa bassa, i ricci spettinati. Torturandoti le dita incessantemente.
Perchè lo sai che è sbagliato, lo sai che non possiamo continuare così, ma nonostante tutto, così come me, non sei in grado di mandare tutto a puttane.
Non sarebbe giusto, non sarebbe da noi arrendersi in questo modo.
Perchè noi abbiamo sempre lottato per essere quelli che eravamo e non siamo capaci di mollare come fanno tutti. Noi amiamo le sfide.
Ti sento avvicinarti piano al letto dove ho versato le mie ultime lacrime per te e con la coda dell'occhio continuo ad osservarti.
Sei cambiato, tu cambi ogni giorno di più.
Eppure sei sempre lo stesso bambino dai capelli ricci che mi regalava le caramelle quando giocavamo.
Perchè è questo che vedo, nei tuoi occhi che ora hanno incontrato i miei.
Vedo quel ragazzino con ambizioni fin troppo grandi di lui ma che non ha mai smesso di arrendersi.
Quel ragazzino che ha affrontato a testa alta i problemi che gli si sono parati davanti, imparando a crescere e a difendersi.
Che ha lottato per raggiungere i suoi sogni e che ora è riuscito a realizzarli.
Leggo dispiacere, nel tuo volto ancora così delicato per appartenere a un ventenne di fama mondiale, perchè lo so che litigare fa male ad entrambi. E che tu sei fin troppo buono per fregartene e lasciare che le cose vadano apposto da sole.
Ti guardo sederti accanto a me e accarezzarmi il viso bagnato, dolcemente, con la stessa dolcezza che ti appartiene ma che a volte dimentichi. La dolcezza che cerchi di negare perchè vuoi farti vedere forte, perchè devi essere forte per andare avanti nel mondo in cui ti trovi, capace solo di giudicarti e di pretendere sempre il meglio da te.
Ma io non sono qui per giudicarti.
Ma io non sono qui per pretendere sempre il meglio da te.
E tu lo sai, per questo crolli. Metti in mostra quei lati del carattere che forse nessuno conosce, nessuno tranne me. La tua migliore amica, nonostante tutto.
E il tuo tocco, così gentile e delicato sulla mia guancia, lascia che il dolore, la nostalgia, la tristezza, se ne vadano da soli.
Vedi amore mio? Basta questo per farmi stare meglio, basti tu per rendere tutto migliore.
Ti sorrido, lasciandomi accarezzare dal dorso della tua mano, e ti faccio spazio nel letto accanto a me. Chiudo gli occhi mentre mi abbracci, circondandomi con le tue forti braccia e mi sussurri di non piangere.
Io ti stringo le mani e ti tengo con me.
Perchè forse tutto finirà, ma in quel momento siamo di nuovo noi, insieme.
Perchè sono solo parole le nostre e non posso che continuare a ripertelo ogni secondo della mia esistenza.
 
Sperare che domani arrivi in fretta e che svanisca ogni pensiero,
lasciare che lo scorrere del tempo renda tutto un pò più chiaro.
 
Ma non è più così che funziona tra noi. Tu hai smesso anche di sentirti in colpa, hai smesso di venirmi a trovare dopo una litigata, hai smesso di esserci semplicemente.
E io sono qui, nella mia stanza, cercando disperatamente un tuo contatto fisico, il tuo sguardo, il tuo sorriso.
Non ci sei ed è fin troppo difficile rendermene conto.
Chiudo gli occhi, sperando di trovare di nuovo quell'equilibrio di cui ho bisogno, di cui vivo.
C'è bisogno di tempo, solo di tempo Alison.
Mi autoconvinco, ripetendomi in testa quelle parole come una cantilena.
Tempo.
Quanto ancora? Giorni, settimane, mesi, anni?
Quanto sarebbe dovuto passare prima che capissimo di non essere fatti l'uno per l'altra, o forse che non potevamo amarci più di quanto già non stavamo facendo?
Quanto male sarei dovuta stare prima di riuscire a dividermi da te e andare avanti con la mia vita?
Maledico quel giorno. Il giorno in cui sei tornato e hai sconvolto nuovamente la mia vita.
Quel giorno in cui io non ho avuto le palle di chiuderti la porta del mio cuore in faccia, ma ho permesso di insediarti al suo interno e di esserne il padrone.
Il coraggio, quello che non ho mai avuto, di dirti che era troppo tardi per costruire qualcosa.
Perchè se l'avessi fatto ora non sarei qui, a piangermi addosso e a sperare che il giorno dopo sia migliore, senza pensieri, senza preoccupazioni.
Consapevole che non lo sarà, perchè tu sarai lontano.
Vivere la mia vita solo perchè ho troppa paura di smettere di farlo, ma non provare più emozioni, sentimenti, sensazioni.
Lasciare che il tempo sistemi le cose, come non aveva mai fatto, perchè si sa che il tempo non sistema mai nulla.
Ma continuare ad aspettare.
Cosa non so.
Forse te, forse qualcuno al posto tuo, forse semplicemente un barlume di luce nella mia vita.
 
Perchè la nostra vita in fondo non è nient'altro che
un attimo eterno,
un attimo,
tra me e te.
 
Il tuo respiro regolare mi suggerisce che stai dormendo, mentre io, appoggiata al tuo petto nudo, non riesco a chiedere occhio.
Non posso non pensare a quello che è successo, perchè la felicità che provo dentro di me è troppo grande per lasciarmi dormire.
Sei arrivato nella mia vita, così come hai fatto quando eravamo bambini, e mi hai portato via l'unica cosa preziosa che ancora avevo, la mia infanzia.
Me l'hai portata via senza chiedere il mio permesso, sicuro di te, come sei sempre stato.
E io non ho protestato, ho lasciato che ti prendessi il mio cuore, che mi trasformassi in una donna, che mi amassi per una notte intera.
Ripercorro i tuoi gesti, mentre ti osservo muovere impercittibilmente gli occhi, forse scosso da qualche sogno.
 
Le tue mani sul mio corpo, le nostre labbra che coimbaciavano perfettamente, i tuoi occhi nei quali mi perdevo.
Provo ancora gli stessi brividi, solo ripensandoci, solo immaginando il tuo tocco delicato sulla mia pelle.
Ci siamo trasformati in una persona sola ed io, improvvisamente, non ho più provato paura.
Perchè tu eri con me, perchè eravamo insieme, perchè non c'era nient'altro a parte noi.
Mi hai fatta tua ed io mi sono fidata.
Ti muovi lentamente e mi domando cosa stai sognando. E se ci sono io nei tuoi sogni, se tormento il tuo sonno così come tu tormenti il mio.
Incontro i tuoi occhi verdi e luminosi e sorrido imbarazzata mentre le tue labbra si aprono mostrandomi i perfetti denti bianchi.
"Non dormi?"
Mi domandi, spostando una ciocca dei miei biondi capelli e scoprendo i miei occhi marroni.
"Non ci riesco."
Annuisci, continuando ad osservarmi.
Anche il silenzio, per noi, è qualcosa di meraviglioso. Perchè ci parla, ci dice molte più cose di quelle che riusciamo a dirci a parole. Ci racconta delle nostre vite insieme, del nostro amore appena nato, delle emozioni che proviamo.
"A che pensi?"
Ti domando, mentre scruto ogni tuo più piccolo particolare. I tuoi capelli, come sempre spettinati, i tuoi lineamenti delicati, di un bambino troppo cresciuto, le tue labbra rigonfie e ancora rosse, forse per i miei morsi, ma sempre così morbide e calde, i tuoi occhi in cui mi perdo ogni volta, che mi portano in un altro mondo, lontano da tutto.
Un mondo dove ci siamo solo noi, io e te.
I tuoi piccoli difetti, che ti rendono ancora più bello di quanto già non sei. Ancora più perfetto.
"A te."
Rispondi continuando a sorridere e avvicinandoti per lasciarmi un bacio a fior di labbra. Ed io sento i brividi, di nuovo.
"A me?"
"A quanto sia incredibile quello che provo per te, Alison. A questa notte e...a come il mio cuore stia scoppiando di felicità."
Ti bacio, questa volta più appassionatamente, spingendo contro le tue labbra e facendoti più mio.
"Ti amo."
Mi sussurri per poi riprendere a baciarmi. Ed io mi sento morire.
Sento il respiro andarsene, il cuore fermarsi, le gambe tremare.
Sento di non poter reggere tutte le emozioni che sto provando.
MI AMI e finalmente me lo hai detto.
"Ti amo, Harry."
Soffio dentro un tuo orecchio, mentre mi concedo nuovamente a te.
In quell'attimo eterno che non potrò dimenticare.
Un attimo, tra me e te.
 
Sono solo parole.
Sono solo parole, le nostre.
Sono solo parole,
Sono solo parole, parole, parole, parole.
 
Erano solo parole? Forse.
Era solo un'illusione quella di essere amata da te? Forse.
Era sbagliato sperare in una vita con te? Forse.
 
E ora penso che il tempo che ho passato con te
ha cambiato per sempre ogni parte di me.
Tu sei stanco di tutto e io non so cosa dire,
non troviamo un motivo neanche per litigare.
 
Mi sembrano così lontani quei ricordi che credo sia tutto successo in un'altra vita.
In quella vita in cui eravamo insieme, e che ora ho dimenticato.
Perchè non mi hai più detto ti amo, non mi hai più baciata, non mi hai più chiesto di fare l'amore.
Perchè te ne sei andato, semplicemente.
Hai cambiato la mia vita, l'hai stravolta totalmente, ti sei divertito con i miei sentimenti, e poi, come se fosse la cosa più facile del mondo, sei sparito.
"Sono stanco."
Mi hai urlato contro prima di uscire dalla mia stanza e dalla mia vita.
Senza darmi il tempo di controbbattere, senza permettermi di implorarti di restare.
Lo avrei fatto? Implorarti. Credo di sì.
Ti avrei pregato di ripensarci, di rimanere con me.
Ti avrei promesso che sarebbe stato migliore, ma anche io sapevo che non sarebbe successo.
Perchè le nostre vite sono così diverse che è impossibile renderle conciliabili.
Tu hai la tua carriera, la tua musica, i tuoi nuovi amici.
E io ho te, semplicemente.
Te che sei sempre assente.
Abbiamo smesso di farci del male, ora. Hai finalmente avuto il coraggio di mollare e andare avanti.
Sempre che di coraggio possiamo parlare.
Io sono stata più forte di te. Io ho vinto perchè sono rimasta, perchè avrei affrontato altri mille giorni con te. I più duri, i più difficili forse. Ma con te.
Io non sono scappata, come hai fatto tu.
 
Siamo troppo distanti, distanti tra noi,
ma le sento un pò mie le paure che hai.
Vorrei stringerti forte e dirti che non è niente,
posso solo ripeterti ancora: sono solo parole.
 
Sento vibrare il mio cellulare, mentre mi abbandono nel buio della mia stanza.
Lì dove i tuoi occhi mi hanno inchiodata, prima di sentirmi dire che era finita.
"Ho paura."
Mi hai scritto, forse in preda ai sensi di colpa.
Ho paura anche io, Harry.
Paura della mia vita senza di te, ora che non ci sei, ora che sei lontano kilometri. Al di là dell'oceano.
Paura di non essere in grado di ricominciare con un'altra persona.
Paura di non saperti dimenticare.
"Di cosa?"
Digito velocemente, senza neanche guardare i tasti del mio cellulare.
Mentre i miei occhi si riempiono di lacrime, nuovamente.
"Di andare avanti senza di te."
Piango, di nuovo. Perchè hai paura come me eppure hai deciso di lasciarmi.
"Hai preso tu la decisione di andartene."
"Sono stato uno sciocco."
Sorrido.
Allora non vuoi mollare.
Allora vuoi continuare ad amarmi.
Vorrei essere con te, abbracciarti e dirti che va tutto bene. Poter attraversare l'oceano che ci divide e tenerti stretto al mio cuore, accarezzare il tuo viso, sfiorare le tue labbra.
Il mio cellulare vibra ancora.
"Scusa per tutto quello che ti ho detto. Ma non sono capace di lasciarti andare."
Forse siamo destinati. Nonostante le litigate, nonostante quello che ci aspetterà, forse non siamo destinati ad essere separati.
Ti rispondo velocemente, sognando di averti accanto a me.
"Sono solo parole, le nostre. Sono solo parole." 
Paura di non essere in grado di ricominciare con un'altra persona.
Paura di non saperti dimenticare.
"Di cosa?"
Digito velocemente, senza neanche guardare i tasti del mio cellulare.
Mentre i miei occhi si riempiono di lacrime, nuovamente.
"Di andare avanti senza di te."
Piango, di nuovo. Perchè hai paura come me eppure hai deciso di lasciarmi.
"Hai preso tu la decisione di andartene."
"Sono stato uno sciocco."
Sorrido.
Allora non vuoi mollare.
Allora vuoi continuare ad amarmi.
Vorrei essere con te, abbracciarti e dirti che va tutto bene. Poter attraversare l'oceano che ci divide e tenerti stretto al mio cuore, accarezzare il tuo viso, sfiorare le tue labbra.
Il mio cellulare vibra ancora.
"Scusa per tutto quello che ti ho detto. Ma non sono capace di lasciarti andare."
Forse siamo destinati. Nonostante le litigate, nonostante quello che ci aspetterà, forse non siamo destinati ad essere separati.
Ti rispondo velocemente, sognando di averti accanto a me.
"Sono solo parole, le nostre. Sono solo parole." 
 ..
Perchè non mi hai più detto ti amo, non mi hai più baciata, non mi hai più chiesto di fare l'amore.
Perchè te ne sei andato, semplicemente.
Hai cambiato la mia vita, l'hai stravolta totalmente, ti sei divertito con i miei sentimenti, e poi, come se fosse la cosa più facile del mondo, sei sparito.
"Sono stanco."
Mi hai urlato contro prima di uscire dalla mia stanza e dalla mia vita.
Senza darmi il tempo di controbbattere, senza permettermi di implorarti di restare.
Lo avrei fatto? Implorarti. Credo di sì.
Ti avrei pregato di ripensarci, di rimanere con me.
Ti avrei promesso che sarebbe stato migliore, ma anche io sapevo che non sarebbe successo.
Perchè le nostre vite sono così diverse che è impossibile renderle conciliabili.
Tu hai la tua carriera, la tua musica, i tuoi nuovi amici.
E io ho te, semplicemente.
Te che sei sempre assente.
Abbiamo smesso di farci del male, ora. Hai finalmente avuto il coraggio di mollare e andare avanti.
Sempre che di coraggio possiamo parlare.
Io sono stata più forte di te. Io ho vinto perchè sono rimasta, perchè avrei affrontato altri mille giorni con te. I più duri, i più difficili forse. Ma con te.
Io non sono scappata, come hai fatto tu.
 
Siamo troppo distanti, distanti tra noi,
ma le sento un pò mie le paure che hai.
Vorrei stringerti forte e dirti che non è niente,
posso solo ripeterti ancora: sono solo parole.
 
Sento vibrare il mio cellulare, mentre mi abbandono nel buio della mia stanza.
Lì dove i tuoi occhi mi hanno inchiodata, prima di sentirmi dire che era finita.
"Ho paura."
Mi hai scritto, forse in preda ai sensi di colpa.
Ho paura anche io, Harry.
Paura della mia vita senza di te, ora che non ci sei, ora che sei lontano kilometri. Al di là dell'oceano 
 

Perchè non mi hai più detto ti amo, non mi hai più baciata, non mi hai più chiesto di fare l'amore.
Perchè te ne sei andato, semplicemente.
Hai cambiato la mia vita, l'hai stravolta totalmente, ti sei divertito con i miei sentimenti, e poi, come se fosse la cosa più facile del mondo, sei sparito.
"Sono stanco."
Mi hai urlato contro prima di uscire dalla mia stanza e dalla mia vita.
Senza darmi il tempo di controbbattere, senza permettermi di implorarti di restare.
Lo avrei fatto? Implorarti. Credo di sì.
Ti avrei pregato di ripensarci, di rimanere con me.
Ti avrei promesso che sarebbe stato migliore, ma anche io sapevo che non sarebbe successo.
Perchè le nostre vite sono così diverse che è impossibile renderle conciliabili.
Tu hai la tua carriera, la tua musica, i tuoi nuovi amici.
E io ho te, semplicemente.
Te che sei sempre assente.
Abbiamo smesso di farci del male, ora. Hai finalmente avuto il coraggio di mollare e andare avanti.
Sempre che di coraggio possiamo parlare.
Io sono stata più forte di te. Io ho vinto perchè sono rimasta, perchè avrei affrontato altri mille giorni con te. I più duri, i più difficili forse. Ma con te.
Io non sono scappata, come hai fatto tu.
 
Siamo troppo distanti, distanti tra noi,
ma le sento un pò mie le paure che hai.
Vorrei stringerti forte e dirti che non è niente,
posso solo ripeterti ancora: sono solo parole.
 
Sento vibrare il mio cellulare, mentre mi abbandono nel buio della mia stanza.
Lì dove i tuoi occhi mi hanno inchiodata, prima di sentirmi dire che era finita.
"Ho paura."
Mi hai scritto, forse in preda ai sensi di colpa.
Ho paura anche io, Harry.
Paura della mia vita senza di te, ora che non ci sei, ora che sei lontano kilometri. Al di là dell'oceano 
 


Le tue mani sul mio corpo, le nostre labbra che coimbaciavano perfettamente, i tuoi occhi nei quali mi perdevo.
Provo ancora gli stessi brividi, solo ripensandoci, solo immaginando il tuo tocco delicato sulla mia pelle.
Ci siamo trasformati in una persona sola ed io, improvvisamente, non ho più provato paura.
Perchè tu eri con me, perchè eravamo insieme, perchè non c'era nient'altro a parte noi.
Mi hai fatta tua ed io mi sono fidata.
Ti muovi lentamente e mi domando cosa stai sognando. E se ci sono io nei tuoi sogni, se tormento il tuo sonno così come tu tormenti il mio.
Incontro i tuoi occhi verdi e luminosi e sorrido imbarazzata mentre le tue labbra si aprono mostrandomi i perfetti denti bianchi.
"Non dormi?"
Mi domandi, spostando una ciocca dei miei biondi capelli e scoprendo i miei occhi marroni.
"Non ci riesco."
Annuisci, continuando ad osservarmi.
Anche il silenzio, per noi, è qualcosa di meraviglioso. Perchè ci parla, ci dice molte più cose di quelle che riusciamo a dirci a parole. Ci racconta delle nostre vite insieme, del nostro amore appena nato, delle emozioni che proviamo.
"A che pensi?"
Ti domando, mentre scruto ogni tuo più piccolo particolare. I tuoi capelli, come sempre spettinati, i tuoi lineamenti delicati, di un bambino troppo cresciuto, le tue labbra rigonfie e ancora rosse, forse per i miei morsi, ma sempre così morbide e calde, i tuoi occhi in cui mi perdo ogni volta, che mi portano in un altro mondo, lontano da tutto.
Un mondo dove ci siamo solo noi, io e te.
I tuoi piccoli difetti, che ti rendono ancora più bello di quanto già non sei. Ancora più perfetto.
"A te."
Rispondi continuando a sorridere e avvicinandoti per lasciarmi un bacio a fior di labbra. Ed io sento i brividi, di nuovo.
"A me?"
"A quanto sia incredibile quello che provo per te, Alison. A questa notte e...a come il mio cuore stia scoppiando di felicità."
Ti bacio, questa volta più appassionatamente, spingendo contro le tue labbra e facendoti più mio. 
 


 


 

 
  
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