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Autore: Aniel_    26/03/2012    4 recensioni
Ma se perdi un padre sopravvivi, in un modo o nell'altro.
Viene a mancarti una guida ma non una vita intera.
Ma quando viene a mancarti un amore?
Come si supera?
Come lo supero?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Titolo: E' buffo come tutte queste perdite ti facciano sentire finito senza ucciderti davvero
Autore: LunaStortaBlack
Fandom: Supernatural
Personaggi: Castiel, Sam, accenni Dean
Rating: G
Conteggio Parole: 623
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono. L'autrice scrive senza alcuno scopo di lucro.
Note: fanfiction scritta sul prompt "Il silenzio è il suono più forte" della mia tabellina
per syllablesoftime. Adoro l'idea e dato che i miei sette Prompt si baseranno sul personaggio di Castiel, non posso che esserne felice!


E' buffo come tutte queste perdite ti facciano sentire finito senza ucciderti davvero



Era finita.
Ero finito.
La maggior parte degli umani considera la propria fine inevitabile, netta.
Forse hanno ragione, non so. Non so più nulla in effetti.
Esisto da moltissimi anni, così tanti che non riesco nemmeno a ricordarli e da sempre ho visto uomini vivere e morire.
Mi rattristava sapere che molti di loro non avevano alcuna idea del dono che li avrebbe aspettati, se meritevoli: il Paradiso, l'eternità di pace.

La maggior parte degli umani considera che la fine combaci inesorabilmente con la morte.
E lo pensavo anche io, per certi versi.
Ma non è vero.
La fine, quella vera, arriva quando perdi tutto ciò in cui avevi creduto fermamente: un padre, un piano superiore, un fratello, un amico, un amore.
Ed è buffo come tutte queste perdite ti facciano sentire finito senza ucciderti davvero.
Morire sarebbe più facile, semplice. Un po' come andare a dormire.
Io non ho mai dormito, quindi non saprei.
Ma suppongo che sia comunque semplice. Naturale.
Detesto il silenzio, questo silenzio che prima amavo e bramavo.
Adesso il silenzio mi infastidisce, mi ferisce peggio della lama più affilata.
Questo silenzio è il suono più forte, è assordante.
Mi sta dilaniando dentro, lentamente, senza uccidermi.

Forse sono solo morto dentro, senza realmente saperlo.
Forse sono un contenitore vuoto dentro un contenitore altrettanto vuoto, ed è frustrante.
Frustrante perché ho portato via un padre amorevole da una famiglia felice.
Ho privato una bambina della figura di suo padre, quasi come se si trattasse di una vendetta, quasi come se dovessi infliggere ad un innocente la mia stessa pena: vivere senza un padre.
E adesso maledico me stesso perché è stato inutile, tutto.
Sono vuoto, vuoto come non lo sono mai stato, avvolto da un silenzio innaturale.

Ma se perdi un padre sopravvivi, in un modo o nell'altro.
Viene a mancarti una guida ma non una vita intera.
Ma quando viene a mancarti un amore?
Come si supera?
Come lo supero?
Pensavo di aver fatto quanto dovevo, mentre solo adesso realizzo di aver fatto solo quanto volevo.
Non mi va di ascoltare sproloqui sul destino, sull'inevitabilità del fato.
Sono tutte stronzate. Non c'è niente di scritto.
E forse è per questo motivo che credo di essere finito.
Lui ha detto si sapendo che il destino non esiste.
Si è sacrificato ma non perché fosse la cosa giusta, non lo era, sento che non lo era.
Si è sacrificato per stanchezza.
E adesso io sono morto dentro.
Non è servito a nulla picchiarlo, non ha capito.
Non ha ascoltato.
Ha preferito il silenzio assordante piuttosto che le mie parole.

E adesso le mie parole sono vuote, prive di significato, mentre due iridi verdi si posano su di me, distanti, lontanissime, fredde.
Non è lui, non più.
Adesso è solo la pallida ombra di quello che era e l'immagine di qualcos'altro.
Di qualcun'altro.
Mi parla, mi osserva, ma non riesce più a leggermi dentro.
E nemmeno io.

Ecco quello che siamo diventati: due involucri.
Siamo entrambi vuoti.
Ecco in cosa ci siamo trasformati...

Apro gli occhi con una lentezza surreale, mentre una fitta di dolore mi aggredisce con una tale violenza da farmi piombare nuovamente sul cuscino soffice.
Sento parlare, sento qualcosa come "si è svegliato" e suoni indistinti.
C'è confusione, una confusione vera, intensa.
Non c'è silenzio.
«Buongiorno principessa, hai dormito bene?» esordisce la voce familiare di Sam.
«Sam?»
«Parlavi nel sonno, lo sai?» domanda ancora, e sul suo viso si disperde un'espressione serena.
«Dov'è Dean?»
«Con Bobby. Abbiamo un piano B per tutta questa storia.»

Sorrido.
E riesco chiaramente a percepire lo sgomento sul viso di Sam, sebbene non riesca a vederlo.
Così chiudo gli occhi, riuscendo solo a pensare: non si è arreso.
Dopotutto non siamo ancora così vuoti.
*°*°*°*°*°*°*°*°*°







Spazio dell'autrice: dopo questa fic avrò bisogno di qualcosa che mi tiri su. Eeeeh che allegria! Niente, che posso dire a proposito? Ho immaginato come potesse sentirsi Cas dopo un ipotetico "si" di Dean a Michael. Se volete darmi un parere, io sono qui!
Nel caso vogliate unirvi a me e ad altre folli Destiel durante le follie generali, questo è il mio account Twitter!
Buona serata a tutti!
Baci,
E.
   
 
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