POV masu
Fiuuuu! Per
un pelo!!
L’antidoto
ha funzionato appena in tempo. Quel benedetto ragazzo mi stava palpando da
tutte le parti e non so quanto sarei ancora riuscita a tenerlo a bada. Nemmeno
tirandolo per i capelli riuscivo a far scollare le sue labbra a ventosa dalla
mia spalla….quei lunghi e scomposti capelli castani…che gli danno un’aria così
mascolina….ehm..non divaghiamo.
Mi dispiace,
povero tesoro, vederlo ridotto in quello stato. Piegato in due sulla tazza del
bagno a vomitare l’anima.
Del resto
questo è l’unico sistema che conosco per accelerare il processo di eliminazione
delle scorie dell’elisir.
Dannato
pipillus odorosum! E’ tutta colpa del dottor Zero e del suo libro tarocco!!
Speriamo che
Harlock dimentichi tutto quanto accaduto nelle ultime ventiquattro ore.
Ho chiesto a
Yuki di condurre l’Arcadia verso Ombra di Morte, prima di portare l’antidoto al
capitano, perché sapevo che la cura avrebbe avuto effetti catastrofici ed
avremmo avuto bisogno di tranquillità.
Non le ho
detto naturalmente quello che stava succedendo anche se, quando le ho chiesto
di prestarmi una sua canotta sexy, mi ha guardata con espressione
interrogativa.
“E’ per
fargli annusare il tuo profumo mentre beve il filtro!” le ho detto con la più
sincera delle mie facce.
Roba da non
credere….pure lo striptis ho dovuto fare...alla mia veneranda età!!
Beh, mentre
lui riflette seduto sul water, torno in cucina a pensare a cosa raccontare a
Yuki…le dirò che il filtro non ha funzionato perché il pipillus era avariato…
Ma..Ma che
diamine????
Per tutti i
topi della stiva!!
Che è il
botto che ho appena sentito???
Non ditemi
che…quelle sellerone hanno deciso di attaccarci proprio adesso?!!
“Capitano,
sei atteso con urgenza sul ponte di comando. Flotta Mazoniana in arrivo. Ci
stanno attaccando in grande stile!!”
La voce di
Yuki mi fa tremare come una foglia.
“Signora
Masu…….”
E’ Harlock
che mi chiama con voce flebile ed affaticata…eh si, sta facendo grandi sforzi
là dentro…
Torno sui
miei passi e mi avvicino alla porta del bagno che è rimasta socchiusa.
“Che
succede? Tutto bene?”
Un lamento
mi conferma che tanto bene non sta andando.
Tendo
l’orecchio ma odo solo inconfondibili suoni ripugnanti. Attendo pazientemente
che abbia finito e che mi dica quello che vuole dirmi.
“Masu, non
riesco ad andare sul ponte…andateci voi a dare ordini!”
Cheee??
Ha espulso
anche il cervello oltre al pipillus??
Io devo
andare a dare ordini?? Gli dico che non ci penso nemmeno. Non ho alcuna
intenzione di farlo. Io comando in cucina, non sul ponte!
“Vi prego….assumete
voi il comando dell’Arcadia…Siete una donna forte e coraggiosa e il nostro
equipaggio ha bisogno di un leader da seguire...andateci, Masu, loro vi
rispettano....ve ne prego....Blearghhhhhh...”
Oddio,
ancora vomito....
Beh, se me
lo chiede in tono così supplichevole non posso tirarmi indietro.
In fondo se
siamo senza capitano e’ anche colpa mia, no?
Sento
qualcosa colpirmi una gamba.
Mi ha
lanciato dal bagno un oggetto non ben identificato che raccolgo e studio con
attenzione.
San
Polifemo!!
Mi ha tirato
la benda nera che porta sull’occhio destro!!! E che ci devo fare con questa???
“Indossatela,
Masu! Andate sul ponte e comportatevi da vero Capitano! Io purtroppo non posso
far..mmphphhhh….”
Ancora a
rimettere...povero figliolo.
E sia.
Capitan Masu
prenderà il controllo della nave ed abbatterà quelle screanzate donne
vegetali!!
Corro a
perdifiato lungo i corridoi dove c’è molta gente che si muove in evidente stato
di agitazione. Prima di salire al ponte passo dalla cucina a prendere una cosa.
Mi metto la
benda sull’occhio destro ed entro in plancia di comando.
Gli uomini
mi guardano esterrefatti ma non do loro il tempo di parlare perché impartisco
subito il primo ordine.
“Yattaran!
Preparati a fare fuoco con le torrette due e quattro!”
L’ometto mi
guarda con fare sbigottito.
“Muovi
quelle chiappe! E’ capitan Masu che te lo ordina!! Tutti ai posti di
combattimento!!”
Come per
incanto, tutti quei pelandroni-scansafatiche-zoticoni si mettono in riga ed
eseguono i comandi.
Guardo il
timone della nave.
Mi avvicino
e, dopo aver posizionato uno sgabello sotto alla ruota, ci salgo sopra.
Coltello tra i denti e maniglia serrata con forza nel mio pugno.
“All’attacco!!!
Facciamole a fettine!!”
La ciurma mi
guarda con fare sbigottito.
“Agli ordini, capitano!” mi dice Yuki,
cominciando a digitare sulla plancia.
“Fuori il
rostro di prua! Speroniamole!!”
Il mio urlo
risuona tra le pareti della sala comando mentre roteo il coltello sopra la mia
testa.
L’impatto e’
violentissimo.
Perdo
l’equilibrio sullo sgabello ma rimango attaccata al timone come una cozza allo
scoglio, facendo virare la nave in maniera caotica, tanto da spiazzare le navi
nemiche che non capiscono cosa diavolo abbiamo in mente.
“Yattaran,
continua a far fuoco con le torrette! Tadashi, arma il cannone ad impulsi! Al
mio via: fuoco!!!!”
La nave
trema ad ogni colpo.
“Capitan
Masu, la nave sta battendo in ritirata...che facciamo?” mi chiede Yuki.
Rimango un
po’ pensierosa.
“Al nemico
che fugge, ponti d’oro...lasciale andare: questa volta Capitan Masu e’ stata
magnanima...”
Lascio Yuki
e Tadashi sul ponte ad occuparsi dei danni alla nave.
Io mi vado
ad accertare sui danni al mio capitano.
Lo trovo a
terra, nel bagno, seduto con la schiena appoggiata alla parete.
Ha lo stesso
colore delle mazoniane, poveretto, un verde pallido malaticcio. Nella stanza ci
sono olezzi molesti.
Mi guarda
con aria stralunata
“Devo aver
mangiato qualcosa che mi ha fatto male....” mi dice lui
Altroche’...ed
ora come faccio?
Che gli
dico?
“Mi
dispiace...e’ tutta colpa di Yuki, del dottore e del suo libro di ricette
taroccate e...anche mia.”
Lui non
capisce.
Gli
restituisco la benda.
Gli racconto
la verita’.
Di Yuki, e
dei suoi sentimenti per lui.
Del filtro
d’amore che era descritto in uno dei libri del dottore.
Della scusa
per andare su Serenity e prendere il pipillus.
Di come ho
preparato il filtro e di come glielo ho fatto bere.
Non gli ho
detto di quel piccolo insignificante effetto collaterale che ha avuto.
Non voglio
metterlo in imbarazzo.
Mi scruta in
silenzio.
Cosa c’e’,
capitano, forse qualche piccolo ricordo di cosa e’ successo ti e’ rimasto?
Mi sorride.
Forse
ricorda.
Forse no.
O forse
preferisce dimenticare.
“Yuki ha
fatto questo, per me?” mi chiede lui poi, incredulo.
Annuisco.
Sospiro.
Lui scuote
la testa.
“E’
adorabile, Yuki...una ragazza deliziosa. Merita un uomo accanto che la sappia
rendere felice, che la ami, la rispetti e renda indimenticabile ogni momento
della sua vita. Un uomo con cui farsi
una famiglia, avere dei figli...” dico io, alludendo in maniera ovvia.
Lui capisce.
“...Avere
ragione, signora Masu...”
Oh,
finalmente quel testone l’ha capito!
“...Ma
quell’uomo non sono io....” mi dice lui poi, con un tono un po’ mesto “...io
non le darei certezze. Le darei una vita in fuga tra le stelle, perseguitata da
chi vogliamo difendere. Voglio bene a quella ragazza, darei la mia vita per
lei...non posso farle questo.”
Sospiro io.
Vorrei tanto
avere con me il mio mattarello.
Per una
volta, sono a corto di parole.
Lui la ama.
Talmente tanto da essere disposto a rinunciare a lei.