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Autore: Gulminar    26/03/2012    4 recensioni
Tanya Cindy Larsson, nata a Londra da madre russa e padre scandinavo. Diplomata a Hogwarts con ottimi voti. Fra le più promettenti reclute dell’Accademia Auror londinese. Entrata giovanissima nella Squadra Phoenix, il corpo scelto del comandante Harry James Potter. Medaglia del Ministero della Magia per servizi resi alla comunità magica. Trasferitasi a Liverpool in seguito allo scioglimento della Phoenix. Incaricata ufficiale per il caso della Cacciatrice.
Sembrava proprio un angelo, stesa in quel letto d’ospedale. I boccoli biondi come un velo che copriva il cuscino, il volto sereno, lontano dalle preoccupazioni, nel sonno indotto dalla magia.

Liverpool, anno 2021. L'Auror Tanya Larsson si dibatte fra un passato che non riesce a dimenticare e un presente da incubo, può darsi che i vecchi amici ed ex colleghi di Londra siano i soli in grado di aiutarla.
Delirio post Doni della morte, escludendo l'Epilogo "19 anni dopo".
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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Jugglershow


Furono fatti entrare in una vasta anticamera, uno stanzone spoglio, illuminato a stento da due bracieri posti ai lati. Compagini di grossi ratti si disgregarono squittendo al loro ingresso, andando a rintanarsi in invisibili aperture nei muri. Il tanfo avrebbe fatto perdere i sensi a persone meno preparate. La squadra si dispose in assetto da battaglia, armi alla mano.
“Le bacchette non vi serviranno, per il momento.” Disse la voce di Juggler nell’oscurità.
Altre luci si accesero, bracieri posti più in alto. Alzando gli occhi, diversi si coprirono la bocca per l'orrore. Il soffitto non era visibile, celato da un marasma di corpi sospesi nel vuoto. Cadaveri mummificati, si riusciva a intuirne la pelle tesa su ossa sporgenti come un velo quasi impalpabile. Le pose erano contorte, innaturali, grottesche, i volti deformati da espressioni di sovrannaturale sofferenza. Mandibole divelte, chiostre di denti marci senza più labbra, bulbi oculari bianchi parevano fissare i nuovi venuti.
“Perché questa follia?” Gemette Leo Larkin con un filo di voce.
“Loro sono i giudici di gara, scusate se non ve li presento uno alla volta, ma potrebbe risultare noioso, sono di poche parole.” Juggler era disteso sul davanzale di una finestra cieca nel muro opposto all’ingresso. “Si dia inizio ai giochi!” Proclamò con enfasi.
A un tintinnio del suo bastone, tre mummie fluttuanti si schiantarono davanti alla squadra inorridita, rimanendo immobili in pose surreali.
“Tre. Mi piace come numero, dunque facciamo squadre da tre, ma voi siete dieci, il conto non torna. Occorre che uno di voi rinunci a partecipare.”
Più o meno tutti percepirono la minaccia insita in quelle parole, ma non ci fu tempo se non per alzare le bacchette. La punta del bastone di Juggler si illuminò, gli anelli tintinnarono ancora. Leo Larkin trasalì, portandosi al petto una mano tremante.
“Leo!” Esclamò Tanya afferrandogli un braccio.
“Suvvia, Leo, cos’è quello sguardo?” Fece languido Juggler. “Pensavi che al capanno mi fossi limitato a stregare il tavolo?”
Leo Larkin si artigliò il torace, mentre il volto si contorceva per il dolore e il respiro gli diveniva un rantolo. Cadde in ginocchio, Tanya da una parte e Lionel dall’altra gli impedirono di schiantarsi a terra. Sputò una boccata di sangue scuro e si afflosciò come un mucchio di stracci. Tanya continuò a chiamare il suo nome, quando l’ebbero steso a terra. Michael e Sofia si erano precipitati e mormoravamo incantesimi muovendo le bacchette sul corpo esanime.
“Lasciate perdere, signori, non potete fare nulla. Il suo povero vecchio cuore è esploso come un palloncino. Comode queste maledizioni a scoppio ritardato.” Celiò Juggler.
Tanya strinse i denti, nel vano tentativo di trattenere le lacrime. Lionel avrebbe voluto abbracciarla, ma il corpo del morto era rimasto in mezzo a loro.
“AVADA KEDAVRA!”
Dalla bacchetta di Tanya uscì uno sputacchio di luce verde, che svanì nello spazio di pochi centimetri. Nella sala piombò un silenzio mortificato.
“Tanya, mi offende che tu abbia una così bassa considerazione di me, tu che mi conosci più di chiunque altro in questa sala, parlando di vivi, ovviamente.” Argomentò Juggler. “Qui le vostre bacchette sono inutili, pensavi davvero che funzionasse?”
Tanya avvertì la presenza di Ron da una parte e di Lionel dall’altra. Con uno sforzo immane, abbassò la bacchetta e riuscì a ricacciare indietro le lacrime.
“Ora attenzione, miei cari ospiti, con il vostro permesso, formerò le squadre.”
Nello sconcerto generale, il bastone di Juggler continuò a tintinnare. Uno dei cadaveri fluttuanti piombò giù dal soffitto, afferrò Lionel sotto le ascelle e tornò da dov’era venuto, rapido come il pensiero. Il giovane svanì alla vista senza nemmeno il tempo di gridare.
“LIONEL!”
Un altro cadavere saettò dall’alto, circondò il torace di Harry con le braccia e se lo portò via.
Ron tuonò un paio di ordini e la squadra si compattò intorno a lui, si strinsero in un ammasso di corpi come pulcini con una chioccia.
“Signori, evitiamo queste bambinate.” Ingiunse Juggler.
Una forza invisibile li colpì, disgregò la falange mandandoli tutti a terra, come birilli dopo uno strike. Un terzo cadavere cadde e ghermì Sofia, senza darle tempo di reagire. Sparirono accompagnati da un grido più di stupore che di paura.
“E la prima squadra è fatta!” Esclamò gongolante Juggler.
“DOVE LI HAI MANDATI, BASTARDO?” Tuonò Ron.
“Taci, feccia!”
Un cadavere piombò addosso al rosso, lo cinturò con gambe e braccia e lo portò via, nonostante lui si dimenasse furiosamente.
Tanya tentò di sfoderare le spade, ma erano come incollate nei foderi, non riuscì a smuoverle di un millimetro. Possibile che tutte le loro armi fossero abolite?
“Hai fretta?” Domandò Juggler, notando il suo movimento.
Anche Tanya fu prelevata. Jack cercò di afferrarla ma una forza invisibile lo respinse, mandandolo a cozzare di schiena contro una parete.
Fu il turno di Kendra a sparire, i superstiti non tentarono più di opporsi.
“E anche la seconda squadra è a posto!” Proclamò Juggler con soddisfazione. “La terza, di conseguenza, siete voi che rimanete.”


Harry giaceva sulla schiena, pur con l’impressione di essere illeso, attese alcuni secondi prima di sollevarsi. Era immerso nel buio più completo, al punto di dubitare che gli occhi fossero aperti. Il viaggio fra le braccia del cadavere volante era stato come andare sulle montagne russe, con cambi di direzione così bruschi da togliergli il fiato. Era stato deposto a terra con più delicatezza di quanto si fosse aspettato, il cadavere era subito svanito.
Percepì movimento da qualche parte sulla destra ma non osò accendere la bacchetta.
“Chi va là?” Intimò sottovoce.
“Harry?” Un sussurro appena.
“Lionel! Dove sei?”
“Qui!”
Sentì sul braccio la mano del giovane che si protendeva per cercarlo e l’afferrò.
“Avevate idea che fossero così potenti?”
La voce di Lionel non pareva spaventata, piuttosto sorpresa.
“No.” Dovette ammettere Harry. “Ma non dimentichiamo che questa gente è riuscita a catturare e asservire Hermione Granger.”
“Ci sarà qualcun altro oltre a noi?”
Harry capì che il giovane stava cercando di guardarsi intorno.
“Se ho inteso bene le parole di quel pazzo, dovremmo essere in tre.”
“Harry! Lionel!”
“Sofia! Lumos!” Si decise Harry.
Una figura rannicchiata era intenta a massaggiarsi una caviglia. Si precipitarono su di lei.
“Stai bene?”
“Ho preso una storta quando mi hanno depositata.”
“Presumo tu possa sistemarla.”
“Sì, certo.”
Passò la punta della bacchetta sulla caviglia mormorando un paio di incantesimi, quella si sgonfiò all’istante. Harry e Lionel attesero che potesse alzarsi, scrutando nel buio circostante. Entro il raggio luminoso delle bacchette pareva non esserci nulla.
“Se non altro, le bacchette funzionano di nuovo.” Fece notare Sofia.
“Almeno questo.” Convenne Harry.
Le luci si accesero all’improvviso, mettendo a dura prova i loro occhi dopo tanta oscurità.
“Si direbbe una galleria di famiglia.” Azzardò Lionel, appena ebbero rimesso a fuoco.
Erano in un lungo e vasto corridoio illuminato da candelieri a tre bracci infissi nei muri. Sulle pareti stavano appese tele enormi, raffiguranti personaggi in costumi di foggia antica. C’erano nobili dame, distinti gentiluomini, uomini di chiesa, soldati, cavalieri, tutti quadri babbani, immobili entro sfarzose cornici dorate.
“Dubito che gli farebbe piacere, sapere cos’è diventata la loro dimora ancestrale.” Proseguì Lionel, scrutando la tela di un certo Sir Lancel.
Harry lo notò con la coda dell’occhio, mentre si guardavano intorno. Il quadro alle spalle di Sofia parve gonfiarsi, come se volesse uscire dalla cornice, la dama in costume azzurro che vi era ritratta protese le braccia verso l’ignara vittima. Alzò la bacchetta e colpì d’istinto, la figura surreale si contorse e tornò nel quadro, dove si ricompose, ma sul volto le rimase un’espressione famelica che un pittore Babbano non avrebbe mai dipinto.
“Sono stregati! Rimaniamo uniti!” Ordinò Harry.
Formarono un triangolo con le schiene, in modo da non avere punti ciechi. Sir Lancel si protese in avanti, la bocca spalancata in un urlo silenzioso, gli occhi vuoti, ma Lionel lo respinse. Un corpulento abate si scagliò su Sofia ma questa volta lei era pronta.
“Scudo Magico Circolare!” Ordinò Harry. “E leviamoci da qui!”
“Là in fondo c’è una porta!” Indicò Sofia.
“Correte!”
Il corpo di una giovane dama in rosso si allungò come un serpente da un capo all’altro della galleria, bloccando loro il passo, fu tempestata di incantesimi ma non cedette. Altri scattarono in avanti, lo scudo scoppiettò respingendo i primi attacchi, poi divennero troppi. Harry e Sofia si diedero da fare per rinforzarlo, mentre Lionel cercava di ricacciare la dama in rosso nel suo quadro.


Ron emerse da mezzo metro di acqua e melma putrida. Con una sonora imprecazione, afferrò il braccio di Kendra e la rimise bruscamente in piedi. Tanya era già in assetto da battaglia, le lame delle spade circondate da fiamme violacee illuminavano il tetro ambiente.
“Hai idea di dove siamo?” Chiese Ron.
“Nella merda.” Rispose Tanya.
“Fin qui potevo arrivarci da solo.”
Ron sguainò a sua volta, la spada Hermione si illuminò scacciando altre tenebre. Per essere un tunnel scavato nel sottosuolo appariva molto vasto, piuttosto una caverna.
“Come ne veniamo fuori?” Domandò Kendra.
“Per quel po’ che conosco Juggler, tutto ciò che pensa lo trasforma in giochi e competizioni. Per ottenere qualcosa c’è un solo modo, vincere.”
“D’accordo, ma vincere cosa?”
“Qualunque cosa. Ha detto che questa è la sua casa dei giochi, è qui che prendono forma le sue fantasie, come prove per chi entra.”
“E se si perde?”
“Meglio non doverlo imparare.”
Alle sue spalle apparve un mostro verde, il volto di un pesce su un grosso corpo vagamente umanoide, protese braccia membranose per afferrarla. Tanya si piegò sulle ginocchia per sfuggire all’attacco e menò un furioso fendente al fianco della creatura, che si dissolse.
“State all’erta, non saranno tutte illusioni.” Commentò.
“Kendra, percepisci gli altri da qualche parte?” Volle sapere Ron.
“Ho già provato, nessuna traccia. Ogni ambiente della casa deve essere schermato in maniera indipendente e con incantesimi potenti.”
“È una trappola per gli Auror.”” Spiegò Tanya. “Juggler non è il tipo da tralasciare i dettagli.”
“Non pensavo fosse così in gamba.”
“Juggler non è così in gamba. I cadaveri volanti, le bacchette depotenziate, le spade come incollate nei foderi, pure l’incantesimo che ha ucciso Leo, sono tutte trovate in stile Golconda. Juggler tiene solo i fili, è la Cacciatrice a fare il lavoro sporco.”
“Può uccidere anche noi nello stesso modo?”
“Speriamo di no.”
“Cerchiamo la fonte di magia più forte.” Ordinò Ron.
“Da quella parte.” Indicò subito Kendra.
Due omuncoli deformi con enormi teste di rana emersero dal fango e si avventarono sul comandante, che li evitò scattando di lato. Ne colse uno prima che toccasse terra, il corpo diviso in due tronconi si perse nell’oscurità. Ron si avventò sul secondo e lo finì con altrettanta facilità.
“Ma che razza di schifezze sono?”
“Esperimenti, credo.” Disse Tanya. “Dubito che fossero così, prima di incontrare Juggler.”
Un corpo biancastro con tentacoli rossi al posto della faccia comparve ai piedi di Kendra. Ron ebbe tempo solo per notare che la giovane donna si era accorta del pericolo, quella che gli parve una canocchia gigante si materializzò dal nulla, puntandolo di gran carriera. Tanya stava duellando con una sorta di iguana con testa di cane e un serpente al posto della lingua. Altre creature erano in arrivo, si sentivano i loro movimenti nell’oscurità.
La prima cosa da fare, quando ne usciamo, è staccare la testa a Juggler.


Il colpo contro la parete gli aveva fatto perdere i sensi, Jack riemerse dallo stordimento avvertendo il dolore alla nuca. Cercò di sollevare le mani per tastarsela, ma si rese conto di non poterle muovere. I polsi erano incatenati ai braccioli di quella che gli parve una poltroncina da teatro, le caviglie erano ugualmente bloccate.
“Stai bene?”
Drew era sulla sua destra, immobilizzata nella stessa maniera.
“Credo di sì.” Riuscì a biascicare con la bocca impastata. “Dove siamo?”
“Ce lo stavamo chiedendo.”
Michael era incatenato a una terza poltroncina alla sua sinistra. Doveva aver lottato, a giudicare dalle brutte escoriazioni alla fronte e sulle braccia nude.
La luce scendeva dall’alto e illuminava appena lo spazio da loro occupato, intorno non si intuiva niente, era nero compatto.
“Almeno siamo comodi.” Tentò di sdrammatizzare.
Una seconda luce si accese, più in basso rispetto a loro. Al centro di un cono luminoso apparve Juggler, in equilibrio su un alto sgabello che parve fatto di cristallo. Teneva in mano una cartelletta e un microfono senza filo, da qualche parte si accese una musichetta d’accompagnamento degna di un talkshow di infima categoria.
“Signori, benvenuti nell’Arena di Juggler!”
La sala finì di illuminarsi. Erano in un teatro a pianta circolare, lo sgabello di Juggler posizionato sul campo centrale. Alcuni posti intorno a loro erano liberi, altri occupati dai cadaveri che avevano visto fluttuare nella sala d’ingresso.
“In attesa che i vostri amici ci raggiungano, faremo un quiz. È un gioco che piace molto ai babbani. Prima domanda! Come si chiama l’attore protagonista del film Vomita coi lupi? Pietro Lianori? Abule Joe? Poptet Incu? O Abdel Lekalek? Trenta secondi per rispondere.”
I tre Auror scambiarono occhiate attonite.
“Venti secondi!”
Vomita coi lupi?” Ripeté Drew incredula.
“Dieci secondi!”
“Capisco che voglia prenderci in giro, ma questo…”
“Il tempo è scaduto e nessuno ha dato la risposta, penitenza!”
Il bastone magico di Juggler tintinnò, nella mano destra di ognuno dei tre il dito indice si torse all’indietro fino a spezzarsi. Il dolore improvviso li fece urlare.
“Seconda domanda! Come si chiamavano le armate del Generale Gregor che nel 1732 conquistarono la città di Bothroyd? I Gatti Zoppi? I Beatles? Franco? O Barbara Streisand? Trenta secondi per rispondere!”
“Ma chi è Gregor?” Chiese Michael.
Gli altri lo guardarono in modo indecifrabile.
“Venti secondi.” Infierì Juggler.
“E dove sta la città di Bothroyd?” Si domandò Jack.
“Dieci secondi!”
“Barbara Streisand!” Tentò Drew alla disperata.
“La risposta è… sbagliata!” Tuonò Juggler.
Il bastone magico tintinnò di nuovo e fu il medio della destra di Drew a spezzarsi, con il suono scricchiolante di un pezzo di legno in torsione forzata. La donna si piegò in avanti con un grido strozzato, strinse i denti per resistere al dolore e alla nausea.
“Bastardo!” Fremette Jack.
“Ragazzi, il gioco è più serio di quanto sembri.” Fece notare Michael con pragmatica tranquillità. “Cerchiamo di stare calmi e ragionare.”
“Terza domanda! Durante la seconda guerra punica, perché Annibale scelse di non attaccare direttamente Roma, nonostante la schiacciante vittoria ottenuta a Canne? Ebbe un attacco di emorroidi? Il match fu rinviato per impraticabilità del campo? Si era sotto le feste? O si accorse che c’era il pickup di Chuck Norris parcheggiato fuori Roma? Trenta secondi per rispondere!”
“Vi ricordate qualcosa delle guerre puniche?”
“Venti secondi!”
“Se anche fosse, le risposte sono tutte idiote.”
“Dieci secondi!”
“C’era il pickup di Chuck Norris!” Gridò Jack.
“La risposta è esatta! Bravo il signor Carter!”
All’istante, una cascata di sterco putrido cadde dall’alto e sommerse Jack.
“Ma che schifo!” Gemette Drew.
“Se la sbagliavo cosa mi succedeva?” Mormorò Jack esasperato.
“Forse pigliavi un calcione da Chuck Norris.” Ipotizzò Michael.
“Quindi, tutto sommato, mi è andata bene.”
“Magari ci fosse Chuck Norris a salvarci da questo pazzo.”
“QUARTA DOMANDA!”
“Qualcuno mi uccida.”


“SOFIA!” Harry sentì Lionel gridare. “L’hanno presa!”
Non vedeva più i compagni, un gentiluomo in costume nero lo stava schiacciando a terra. Vista l’inutilità degli incantesimi, si risolse a cacciargli la bacchetta in un occhio, spingendo più a fondo che poté senza perdere la presa sull’arma. Il personaggio dipinto esitò l’istante necessario per scrollarselo di dosso a calci, Harry riuscì a rimettersi in piedi. Individuò Sofia in un viluppo di membra che la trascinavano sul pavimento, Lionel colpiva da tutte le parti ma non serviva.
“BOMBARDA!” Ruggì, rivolgendo l’incantesimo contro il quadro.
Il muro circostante esplose con una pioggia di calcinacci, ma la cornice ebbe a malapena un fremito. Harry scagliò gli incantesimi più distruttivi che conosceva, ma non ottenne risultati migliori. Lionel aveva rinunciato ad attaccare, cercava di trattenere la collega tirando per la sola mano che emergeva dall’ammasso. Harry pensò di versargli sopra una fiala di pozione caustica, ma c’era il rischio di danneggiare anche Sofia. Lo prese a calci e pugni, non sapendo che altro fare, nemmeno la sua esperienza serviva contro la follia creativa di Juggler. Una figura priva di lineamenti emerse dal groviglio e colpì Lionel con un devastante uppercut alla mascella, lo Spezza Incantesimi crollò a terra tramortito. Sofia svanì all’interno della cornice, Harry fu gettato a terra dalle figure che tornarono freneticamente nei rispettivi quadri, dove riassunsero le pose ordinate che avevano avuto in origine. Calò un silenzio irreale.
“Lionel!”
Harry si precipitò a soccorrere il giovane rimasto immobile a terra, gli tastò la mascella in cerca di fratture. Non trovandone, si limitò a un paio di potenti incantesimi antidolorifici. Di pugni ne aveva dati e presi tanti, ma una sventola del genere non la ricordava. Lionel emise un gemito strizzando le palpebre e si fece aiutare a mettersi seduto.
“Dov’è Sofia?” Fu la sua prima preoccupazione.
“È scomparsa dentro il quadro. Tu come ti senti?”
“Farò fatica a dimenticare questo sganassone. Presumo che non caveremmo niente da loro, qualora facessimo un tentativo.” Lionel fece cenno alle tele che li circondavano.
Harry scosse la testa.
“Dobbiamo scoprire dove l’hanno portata.”
Aiutò Lionel a rimettersi in piedi, il giovane ebbe un capogiro ma riuscì a controllarlo.
“Ce la fai?”
Annuì, benché fosse palesemente debilitato dal colpo.
Raggiunsero la porta per cui avevano lottato senza che altro li ostacolasse, Lionel diede fondo al repertorio di Spezza Incantesimi per accertarsi che non fosse incantata. Aperti i catenacci, scivolò sui cardini senza incontrare resistenza.
“Le cose che non ho mai visto stanno diventando un po’ troppe.” Commentò Harry.
Le luci si erano accese nel momento in cui avevano varcato la soglia. Erano enormi, alti fino al soffitto, gonfi come palloni e di tanti colori diversi. All’ingresso dei due Auror, presero vita.
“Ora posso preoccuparmi?”


“Michael, non voglio guardare, cosa ti è caduto addosso questa volta?”
“Cimici, blatte, roba schifosa che non conosco.” Rispose l’interpellato con nonchalance.
Dopo una serie di domande sempre più surreali, Drew aveva quattro dita spezzate e puzzava orrendamente di urina, Jack, oltre ad essere coperto di cacca, aveva collezionato cinque fratture, Michael con le dita era ancora fermo a tre, ma era coperto di vomito in cui zampettavano schifezze. Si accorse a stento che la poltroncina alla sua destra svaniva inghiottita dal pavimento, per riemergere poco dopo con un nuovo occupante.
“Che piacere! La signorina Harrer si unisce al gioco!” Rumoreggiò Juggler estasiato.
“Benarrivata.” Riuscì a dire Michael.
Sofia considerò l’ammasso informe di vomito e insetti che le rivolgeva la parola. Si mise a urlare e tentò più volte di fuggire, prima di rendersi conto delle catene.
“M… Michael?” Riuscì a domandare, una volta recuperata la lucidità.
“Quello che ne resta.” Fece l’uomo.
Sofia ebbe pochi secondi per registrare la situazione, nessuno per decifrarla. La musichetta da talkshow si era intensificata, forse per accoglierla più degnamente.
“Quale gioco?”
“È lunga da spiegare.” Disse un cumulo di merda seduto oltre Michael con la voce di Jack.


“Vortice!” Tuonò Ron.
“Sono pronta!” Gli fece eco Tanya.
Le fiamme intorno alle lame si intensificarono, si allargarono fino a fondersi, creando un globo incandescente che li circondò. Tutto fu inondato di luce, come se un piccolo sole si fosse acceso all’improvviso. Il fuoco si allargò vorticando intorno a loro, spazzando via le creature che ancora li attorniavano. Durò un istante, il tempo di raggiungere i limiti della caverna per mondarli dal putridume che vi allignava.
“Mi mancavano queste stronzate!” Esclamò Tanya soddisfatta.
Il Vortice delle Spade Fiammeggianti, la loro tecnica di coppia preferita negli anni della Phoenix. Una fra le tante trovate geniali di Hermione, forse dedotta dagli insegnamenti dell’inesauribile Golconda.
“Dov’è Kendra?”
La soddisfazione di Tanya gelò di fronte al volto duro di Ron.
“Era con noi un attimo fa!” Rispose, gettando intorno sguardi preoccupati.
Erano soli, a parte le poche creature scampate al vortice che si stavano già riorganizzando.
“KENDRA!”
Chiamarono entrambi più volte, ma l’eco delle loro voci si perse contro le volte della grotta, senza che giungesse risposta. Tanya lanciò incantesimi di ricerca da tutte le parti, senza risultato, mentre Ron, masticando imprecazioni, teneva a distanza le creature rimaste.
“Non l’ho vista cadere!” Stridette Tanya.
“Nemmeno io.”
“Non avremo carbonizzato anche lei?”
“No, mentre preparavamo il Vortice era in mezzo a noi.”
Prima Leo, ora Kendra, senza contare tutti gli altri di cui ignoravano la sorte. Tanya sentì la smania di stringere le dita intorno al collo di Juggler.
Fu il puro istinto a salvarla, alzò le spade all’ultimo istante utile. Il contraccolpo fu tremendo e la fece volare nel fango, senza la cognizione di cosa l’avesse colpita.
Rialzando la testa, sentì il cuore accartocciarsi.
Siamo spacciati.
Ron le faceva da scudo, la spada, traboccante di potere, puntata contro una figura nera armata di lucenti Tonfa Blade.

*


La tenuta da battaglia della Cacciatrice è presa in prestito dal devastante personaggio Karl Ruprecht Kroenen, come appare nel film Hellboy del 2004.


*


Next time: Il potere della Cacciatrice.

   
 
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