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Autore: fila    26/03/2012    3 recensioni
«Speriamo che i boss mettano in riga questa gentaglia, sono stufo marcio di stare in un castello mezzo diroccato!» disse Felix ad alta voce.
«Sssssh, così ti sentono tutti» gli fece notare Chelsea...
Quando Felix è in missione per conto dei Volturi non ci si annoia mai! Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Chelsea, Felix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Il duello

 

Un pàss... un pàss... e pö un oltru pass...

capèll sbassàa sö i öcc... pistola giò in bàss...

La geent la fìada piö e l'ha cambiaa culuu

de che a ciinq menütt se spàra suta el de su...

L'aria l'è ferma e trèmen anca i sàss

düü omen ne la via hann decidüü de cupàss...

fiulitt a bùca verta che tègnen fermu el càn

el becamòort el vàrda e intaant el frèga i mànn …

 

«Speriamo che i boss mettano in riga questa gentaglia, sono stufo marcio di stare in un castello mezzo diroccato!» disse Felix ad alta voce.

«Sssssh, così ti sentono tutti» gli fece notare Chelsea e alzò lo sguardo dal giornale di moda bulgara che stava sfogliando.

«Sai cosa mi importa! Che sentano pure, questi quattro scalzacani di bulgari!» replicò Felix a tono ancora più elevato. «Sono a malapena dei vampiri civilizzati e fanno tante storie con i Volturi. Non capisco perché Aro li stia trattando come da pari: sono due giorni che questi pezzenti contrattano con i Signori. Dovrebbero gettarsi ai nostri piedi e ringraziarci di non averli già polverizzati: stavano cercando di tradirci!»

«Siamo qui proprio per verificare se le voci corrispondano alla verità. In ogni caso, Hristo Botev ha molto aiutato i nostri Signori qualche secolo fa, quando si è infiltrato in Romania, e ha sventato uno degli assurdi piani di Vladimir e Stefan» ricordò Chelsea. «Per questo Aro gli è grato e lo tratta come il leale alleato che è».

«Leale un cavolo! Lui e gli altri due volevano farci le scarpe: quegli stupidi Cullen hanno fatto credere di averci battuti e ora dobbiamo, nuovamente, far capire al mondo che i più forti siamo noi!» dichiarò Felix e sbatté un pugno sul tavolo.

La porta di una delle stanze interne della Fortezza di Kaleto venne spalancata all'improvviso e ne uscì un vampiro della stessa stazza di Felix. I due colossi si guardarono negli occhi per qualche minuto, poi Stoyàn indicò un'altra porta all'italiano. «Vieni fuori, se hai il coraggio, stronzo!»

«Come mi hai chiamato?!» ululò Felix e lo seguì in un cortile assolato della fortezza.

«Ti prego, Felix, ragiona: siamo qui per una trattativa non per una scazzottata!» lo implorò Chelsea. Felix scosse la testa e cominciò a camminare lentamente in tondo, studiando l'altro vampiro. Il rivale lo imitò.

«Afton, ti prego falli ragionare!» provò, allora, la vampira.

«Se hanno deciso di ammazzarsi che importanza ha? Tanto prima o poi tutti si muore. In caso, Felix, preferisci essere riportato a Volterra?» chiese Afton.

Felix gli scoccò un'occhiataccia. «Cos'è, a stare in questo buco del cavolo ti è spuntato il senso dell'umorismo? Questo me lo mangio a colazione!»

 

"Te spari per la Juve e per la partìda a scùpa

e vàrdum drizz in fàcia che sun quèll che te cùpa!

E prèma de sparàtt te en dìsi ammo' vöena:

ieer sìra al burdèll ho incuntraa anca la tua dòna..."

"Parla pirla... che fra un pö te pàrlett piö

te màndi all'infernu cul vestii che te gh'eet sö

e dighell al demòni quaand te la dumànda:

a quell che m'ha cupaa, gh'eri sfrisaa la Pànda"

 

«Ti piacerebbe, vero, italiano? Ma qui io gioco in casa e nessun arbitro ti farà vincere la partita, come fanno sempre nel vostro calcio!» replicò Stoyàn, beffardo.

Felix strinse i pugni. «Come osi? La mia squadra è la migliore al mondo!» sillabò furente. «Tanto i vostri calciatori in campo giocano a carte, non a calcio!»

Questa volta fu il vampiro bulgaro a ringhiare; fissò il vampiro italiano per qualche secondo, poi fece un sorriso furbo. «Ho sentito dire che, finalmente, hai trovato una donna che ti ha voluto con sé solo per pietà: è per caso quella che l'altra sera si sollazzava con tutti?»

Felix lo incenerì con lo sguardo. «Parla, parla pure! Tanto tra un po' smetterai, perché sto per mandarti all'inferno! Almeno io una donna ce l'ho, mentre tu al massimo ti baci il tuo compare!» Si guardò attorno e vide la Triumph TR3A bianca del rivale, si avvicinò all'auto, raccolse un sasso da terra e rigò tutta la fiancata di sinistra.

Stoyàn lanciò un grido di rabbia e si lanciò a controllare l'entità dei danni. «Lurido figlio di un cane, ho impiegato tre mesi a restaurarla!»

 

"CORRETE! CORRETE! I hènn dree a fà el düell

l'è mej de la pàrtida e de quaand gh'era el carusèll

Mariangela mövess che g'hann el culp in càna

registra tücoos che gh'el vèndum al Mentana"

 

Attirati dal rumore, giunsero in cortile Corin e Santiago, seguiti da Ivàn, uno dei vampiri bulgari.

«Cielo, Santiago, dobbiamo fare qualcosa prima che sia troppo tardi!» disse Corin e afferrò il compagno per un braccio.

Santiago si accese una sigaretta. «Hai ragione: dov'è la telecamera nuova? Non vorrei perdermi neanche un fotogramma...»

«Ma ti sembra il caso?» lo rimbrottò Chelsea. «Qui rischiamo di far saltare un'alleanza per un banale litigio»

«Ci penso io» disse Corin e si allontanò velocemente dal cortile.

 

Nel frattempo i due contendenti si stavano ringhiando insulti sempre più personali a vicenda.

«Forse hanno ragione loro» disse Felix. «Con una schiappa come te non mi diverto neppure!»

«Fai bene a lasciar perdere: si vede lontano un miglio che non sei in grado di far male neanche a una bambina mezzosangue» lo derise Stoyàn.

«Se non fosse stato per noi Volturi, qui ci sarebbero ancora gli Ottomani: non siete stati in grado di conquistarvi il territorio in cui vivete!» rispose Felix.

«I grandi Volturi che non sanno fronteggiare quattro cagnolini e una neonata?» domandò il bulgaro.

«Quelli che hanno fatto un culo così ai vostri cari amici rumeni da cui siete scappati con la coda tra le gambe!» gli ricordò Felix.

«Brutto figlio di puttana!» ringhiò Stoyàn.

«Se non altro mia madre era onesta: mica un lurido topo di fogna senza onore come i tuoi pari e i tuoi antenati!»

I due duellanti si fermarono sul posto, squadrandosi.

«Sembra di vedere Mezzogiorno di fuoco» bisbigliò Ivàn, «Ma se questi due si danno una mossa è meglio: tra poco devo uscire per una commissione di cui mi ha incaricato Hristo e non vorrei perdermi il finale.»

 

I mànn currèn in prèssa, ma i ciàpen mea la pistòla

i tìren fö tücc düü de culpu el Motorola

la geent capìss nagòtt, la vàrda scià e là...

Cume mai i pistoleri i henn dree a telefunà?

"A l'era la mia dòna, me sà che g'ho de nà

a l'è incazzàda negra, l'è pruunt de mangià..."

"El fèmm un'oltra vòlta, anca mè g'ho de scapà...

l'è el cumpleànn de quèll penènn, se sun desmentegaa..."

 

Calò un silenzio carico di tensione, tutti i presenti smisero di respirare. Improvvisamente Felix e Stoyàn abbandonarono la posizione d'attacco e infilarono velocemente la mano in tasca; entrambi estrassero un cellulare di ultima generazione e risposero alla chiamata.

Gli astanti guardavano ora l'uno, ora l'altro dei due duellanti, per cercare di capire cosa stesse accadendo.

Felix chiuse di scatto il cellulare. «Era la mia compagna» spiegò. «È incavolata nera; le avevo promesso di comportarmi bene: devo proprio andare, se no stasera mi manda in bianco» disse e si avvicinò all'avversario tendendogli la mano.

Stoyàn, a sua volta, aveva finito la telefonata. «Era il mio capo; mi sono scordato che oggi è l'anniversario della liberazione della Bulgaria: devo aiutare Ivàn a procurare la cena» disse e strinse la mano a Felix.

I due vampiri si voltarono: tutti li stavano guardando con la bocca aperta.

«Beh, che avete? Non avete niente di meglio da fare?» chiesero Felix e Stoyàn all'unisono e si allontanarono dal cortile fischiettando .

 

 

Note: la canzone citata è «Il duello» di Davide Van Der Froos. Qui sotto c'è la traduzione della canzone.

Hristo Botev è un poeta e giornalista bulgaro, famoso per essere l'eroe nazionale che partecipò alla liberazione della Bulgaria dai turchi alla fine del 1800. Proprio per il suo spirito rivoluzionario dovette, in un certo periodo della sua vita, fuggire in Romania.

Ringrazio Vannagio per il suo aiuto e Dragana e Ottonovetre per avermi portato ad un bellissimo concerto :)

Spero la storia vi sia piaciuta.

 

Il duello

 

Un passo... un passo... e poi un altro passo

cappello abbassato sugli occhi...pistola giù in basso

la gente non respira più e ha cambiato colore

da qui a cinque minuti si spara sotto il sole...

L'aria è ferma e tremano anche i sassi

due uomini nella via hanno deciso di ammazzarsi...

Bambini a bocca aperta che tengono fermo il cane

il becchino guarda e intanto si frega le mani...

 

"Ti sparo per la Juve e per la partita a scopa

guardami dritto in faccia che sono quello che ti ammazza!

E prima di spararti te ne dico ancora una:

ieri sera al bordello ho incontrato anche la tua donna..."

"Parla pirla che fra un po' non parli più

ti mando all'inferno col vestito che hai addosso

e diglielo al demonio quando te lo domanda:
a quello che mi ha ucciso avevo sfrisato la Panda!"

 

"CORRETE! CORRETE! Stan facendo il duello

è meglio della partita e di quando c'era Carosello

Mariangela muoviti che hanno il colpo in canna

registra tutto quanto che lo mandiamo a Mentana"

 

"Preparati che fra un attimo la pistola grida..

Tuo figlio è un drogato, rovina mia figlia!"

"Sei tu che sugli occhi hai le fette di salame..

tua figlia è come la credenza del pane!*

Sei sempre ubriaco, non stai neanche in piedi,

ma tanto adesso ti levo io il pensiero

la mia pistola spara e non fa finta

non è un chiodo come quella che hai lì tu!"

 

"CORRETE! CORRETE! Stan facendo il duello

è meglio della partita e di quando c'era Carosello

Mariangela muoviti che hanno il colpo in canna

registra tutto quanto che lo mandiamo a Mentana"

 

"CORRETE! CORRETE! Si stan facendo la pelle

per chi ha problemi c'è pronto lo sgabello

Madonna che tensione, è peggio di un parto

ci sono in giro le lucertole che prendono l'infarto"

 

Le mani corrono velocemente, ma non prendono la pistola...

tirano fuori tutti e due di colpo il Motorola

gente non capisce più niente, guarda di qua e di là...

Come mai i pistoleri stanno telefonando?

"Era mia moglie, mi sa che devo andare

è incazzata nera, è pronto da mangiare..."

"Lo facciamo un'altra volta, anche io devo scappare...

è il compleanno di quello piccolo, mi sono dimenticato..."

 

 

 

 


 

  
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