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Autore: xNewYorker__    26/03/2012    1 recensioni
Altre parole navigavano nel mare del silenzio, affogando e nuotando e cercando di aggrapparsi a qualche scoglio, ma scivolandone irrimediabilmente giù.
Iniziava forse a portare quella caramella amara alla bocca?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le luci, sempre più scure da dietro le tende bianche, macchiate di tutto il dolore di cui la stanza era satura, iniziavano a dare il benvenuto alla notte in una danza sconsolata e macabra, velata dalle gocce che arrivavano fin sulle guance di Margareth.
Insieme alle luci, anche lei dava il benvenuto alla notte, con il sorriso malinconico di una persona maledetta dal destino.
Da qualche giorno si chiedeva che sapore avesse la morte.
L’immaginava come una caramella amara che le avrebbe impregnato la lingua e il cui sapore sarebbe rimasto per sempre impresso nella memoria delle sue papille gustative.
E taceva.
Taceva di rancore e di una paura immensa, nella penombra.
Osservava la compagna con gli occhi socchiusi. Le lanciava sguardi di perdono ad ogni sua mossa.
Le lacrime scendevano, e scendevano, e non si fermavano, nell’estrema disperazione di una Shelly straziata.
Più volte quella stessa ragazza aveva augurato quasi la morte di Margareth.
Anche Shelly aveva paura, forse più della stessa Margareth.
Tante parole arrivavano lontane alle sue orecchie, tanti suoni diventavano impercettibili e si confondevano nel rumore del vento proveniente dalle sue terminazioni nervose, che davano impulsi complicati e incodificabili alle cellule grigie. Lo stomaco era stretto in una morsa che lo rimescolava con se stesso e lo faceva contorcere in un terribile spasmo, o questo era quello che sembrava.
La notte era così scura che il fiato non arrivava.
Pian piano i colori sbiadivano. Sbiadivano in una luce la cui provenienza non poteva ch’essere sconosciuta: quelle della finestra non arrivavano più.
Altre parole navigavano nel mare del silenzio, affogando e nuotando e cercando di aggrapparsi a qualche scoglio, ma scivolandone irrimediabilmente giù.
Iniziava forse a portare quella caramella amara alla bocca?
Ai suoi occhi illuminati la cosa pareva sempre più probabile, mentre quegli stessi occhi non reggevano più quella che sembrava brina sputata sulle iridi: si ghiacciavano e si scioglievano per ghiacciarsi ancora una volta. Si fondevano con l’ambiente e l’ambiente spariva. Spariva tutto, perfino Shelly, che implorava all’esterno delle mura di una stanza insonorizzata. Tutto spariva e tutto finiva, mentre la caramella si consumava nella bocca impastata di Margareth, che non riconosceva più il sapore dell’ultimo pasto, consumato a pochissima distanza dalla caramella stessa.
I muscoli s’irrigidivano come quelli di un ginnasta. La mascella non si apriva più per darle modo di dare parola ai suoi pensieri, sempre più accavallati e annodati l’uno all’altro.
La danza delle luci era diventata la danza dei pensieri, e di quella poca saliva che pian piano si asciugava contro l’interno delle guance di una persona che aveva sognato e vissuto così poco da poter insegnare tanto ad un mondo ingrato.

Angolo autrice:
Ho una noticina: la Margareth morente descritta è la Margareth personaggio della protagonista di "Say goodbye to my heart tonight".
   
 
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