Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Harriet    23/10/2006    3 recensioni
"Anche tu hai qualcuno che non vuole vederti scomparire!"
Nella vita di Kimihiro Watanuki ci sono delle persone che farebbero di tutto per non vederlo scomparire. Perdere il loro tempo e la loro energia, fare cose impensabili per loro, pagare prezzi molto alti...
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Himawari Kunogi , Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki , Yūko Ichihara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II. Speculazioni su Yuuko. Spero che la nostra adoratissima maga non sia OOC, però è vero che ho cercato di presentarla in una situazione in cui non ci è mai stata mostrata dalle Clamp. Cioè in una situazione di disagio. Non so come si comporterebbe, ho provato ad interpretare...
Le boiate immani sui desideri, sui maghi che commerciano i desideri, l’Hitsuzen e i problemi di Yuuko col caldo li ho inventati io. Se fanno ridere o sono assurdi, ditemelo sinceramente. Questo capitolo ha del folle, lo so...


I won’t let you fade away

II – Il desiderio di Yuuko

- Cosa c’è per colazione stamattina?- canticchiò la maga delle Dimensioni, allegra come al solito, scendendo al piano di sotto della sua casa, certa che vi avrebbe trovato una persona assolutamente affidabile e ligia, che spesso passava dal suo posto di lavoro anche di mattina, offrendo alla maga i suoi servigi, nella speranza di abbreviare la sua permanenza alle sue dipendenze.
Una persona che, tra l’altro, preparava delle colazioni meravigliose.
- Non si dà più nemmeno il buongiorno?- brontolò il suo adorabile commesso, mettendo il tavola quel che aveva preparato per lei e per gli altri insoliti abitanti della casa.
- Oh, ma non ti basta la mia sconfinata ammirazione per la tua arte in cucina?- lo canzonò lei, arrivandogli alle spalle e posandogli una mano sul braccio. Il ragazzo, che non si aspettava quell’entrata in scena, sobbalzò gridando, e solo l’intervento delle due ragazzine senz’anima, comparse chissà da dove, evitò che il vassoio della colazione fosse perduto.
- Non farlo mai più!- strepitò lui, cercando di ricomporsi, mentre lei rideva di gusto. Finalmente la maga si sedette al suo posto, e il ragazzo iniziò a servirla, borbottando che non era giusto e che quello non rientrava tra le sue mansioni di commesso, e neppure il compito di sopportare “quell’essere fastidioso”.
Il quale dopo un po’ apparve, saltellando fuori dalla cucina, e balzando in braccio alla maga, come per salutarla.
- Hai preparato il pranzo ai tuoi amici anche oggi, Watanuki-kun?- domandò la maga, finendo la sua colazione. Lui le rispose con un monosillabo non identificato, e lei sfoderò un sorrisino derisorio. – Ma quant’è adorabile il nostro Watanuki-kun!-
- E’ adorabile, è adorabile!- canticchiarono Maru e Moro, prendendosi per mano e iniziando a danzare intorno al tavolo.
- Ormai dovrei saperlo che qui sono tutti pazzi!- piagnucolò Watanuki, lanciando un’occhiata desolata al bizzarro quadretto della sua famigliola. – Beh, io vado a scuola. Ci vediamo oggi, Yuuko-san!-
Prese la sua roba e la salutò con un inchino, prima di correre via.
- Buona giornata, Watanuki-kun!- rispose lei, con voce allegra. Non appena la porta si fu chiusa, un’ombra le scese sul viso. – Ma non sarà una buona giornata, temo. C’è qualcosa di molto strano in giro. Mi dispiace che per lui sarà un po’ difficile.-

- Watanuki – kun!-
Il ragazzo dimenticò i suoi malumori quotidiani, quando fu raggiunto dal saluto di Himawari. Le corse incontro con impeto, e subito le porse il sacchettino con il pranzo.
- Oh, grazie Watanuki – kun! Sei sempre così gentile!-
- E per me non c’è niente?-
Ecco, questa voce invece era molto meno gradita.
- Tu! Perché devi sempre arrivare e farmi andare di traverso la giornata?- gridò, voltandosi verso Doumeki. Il quale si limitò a rispondere con un’espressione un po’ infastidita di fronte a tutta quella confusione. Ma non sembrò affatto infastidito dal sacchettino che gli venne porto dall’altro.
Insomma, la scena di ogni giorno. I tre mangiarono insieme e, tra le discussioni dei due ragazzi e le risate di Himawari, riuscirono addirittura a mettere su una conversazione abbastanza sensata.
Alla fine della giornata di scuola Watanuki riprese la via di casa, da solo perché entrambi i suoi amici avevano impegni legati ai vari club scolastici. Lui non aveva simili impegni, ma aveva Yuuko, e lei da sola era molto più faticosa ed educativa di qualsiasi club.
La strada non era lunga e lui era in anticipo. Prese a camminare lentamente, rilassandosi. Tanto ci avrebbe pensato la maga, con tutti i suoi aiutanti, a metterlo in agitazione, giunto al negozio. Poteva concedersi qualche minuto di calma.
Ad un tratto però il ragazzo fu costretto a fermarsi. Era appena accaduto qualcosa, ne era certo. Qualcosa di strano, anche se non avrebbe saputo dire che cosa. Si guardò attorno, scrutando ogni angolo della via che stava percorrendo. Ma non era sicuro che si trattasse di uno spirito. O almeno, non di uno dei soliti spiriti.
Watanuki rimase immobile al centro della strada. Intorno a lui, per qualche misteriosa congiunzione astrale, non stava passando nessuno. C’era solo una lieve brezza, stranamente fastidiosa, come una creatura viscida che ti striscia addosso. E una luce strana, come se il mattino fosse venuto a invadere il pomeriggio.
Non era normale.
Non era buono.
E lui non voleva restare lì.
Riprese a camminare in fretta verso casa, con l’orrenda sensazione che in quel preciso momento qualcosa fosse andato veramente per il verso sbagliato.

- Hai una faccia spaventosa, oggi. Anzi, da qualche giorno. Il nostro Watanuki non dorme bene?-
- Scommetto che sai già la risposta, come sempre!- strepitò il ragazzo, servendo la merenda alla sua bizzarra datrice di lavoro.
- Perché ti farei una domanda, se conoscessi già la sua risposta?-
- E’ quello che vorrei sapere anch’io! Tu sai sempre tutto, Yuuko-san, e non c’è mai una volta che ti degni di usare la tua conoscenza per aiutarmi!-
- Oh, Watanuki si lamenta!- esclamò Mokona, spuntando da chissà dove e mettendosi a saltellare attorno al ragazzo, per la sua immensa gioia.
- Si lamenta, si lamenta!- cantilenarono le ragazzine senz’anima, appena giunte per completare il classico quadro da incubo a cui Watanuki aveva spesso l’onore di partecipare.
Parlando di incubi...
- In effetti è qualche notte che non dormo bene.- confessò, abbandonando l’espressione imbronciata.
Da quando, quattro giorni fa, tornando da scuola, mi è sembrato di avvertire qualcosa.
Ma non lo disse, pensando che forse non era così importante e che forse non c’entrava proprio niente.
- Faccio...beh...un incubo. Molto brutto. Non che ci sia qualcosa di particolarmente spaventoso, no, ma è...Insomma, strano. E quando mi sveglio, non ho proprio voglia di riaddormentarmi.-
Yuuko lo guardò con un’espressione indecifrabile, studiando il viso serio di Watanuki come per leggere dietro a quelle parole tutto ciò che il ragazzo non aveva detto.
- Gli effetti dell’incubo si limitano al non farti dormire?- domandò infine la maga delle dimensioni, senza lasciar intravedere cosa stesse pensando della cosa.
- Che altro dovrebbe fare un incubo?- sbottò il ragazzo, rendendosi immediatamente conto della sciocchezza che aveva detto. Se si può fare a metà del proprio occhio, esorcizzare un’ortensia e scambiare sogni per dolcetti...Può darsi benissimo che un incubo abbia delle inimmaginabili conseguenze sulla vita di chi lo sogna.
Ma no?
Una novità, per una volta. Una svolta di originalità nella sua monotona vita di part-timer di una maga schizzata...
- Gradirei che mi tenessi informata sulla cosa.- concluse Yuuko. – E gradirei anche un altro po’ di sakè, grazie!-

Una settimana dopo la situazione era peggiorata. Non che Watanuki non se lo fosse aspettato. Una volta che lei ti diceva che c’era qualcosa di strano, potevi stare sicuro che c’era un pericolo, e molto grave, vicinissimo. Ma non immaginava certo che quella sarebbe stata l’evoluzione.
Non solo non dormiva da una settimana, ma nemmeno mangiava. Non era colpa sua. Gli si bloccava lo stomaco ogni volta che si avvicinava al cibo, e se si sforzava di mettere in bocca qualcosa, irrimediabilmente vomitava. La sua concentrazione si era volatilizzata e anche la sua sopportazione della maggior parte delle cose. Lui si sforzava di ripetersi che sarebbe passato in fretta, che magari era un effetto della primavera in arrivo, un’influenza dai sintomi strani o una sindrome da stress, ma in realtà aveva intuito che la causa del suo malessere stava da un’altra parte.
Himawari si preoccupava per lui, Doumeki insisteva perché lo dicesse a Yuuko. Lui negava, rassicurava, ripeteva che non c’era problema.
Ma il problema c’era, e alla fine cedette. Decise di chiederle aiuto.
Ma prima che potesse mettere in atto tale richiesta, fu il suo stesso corpo che lanciò un grido di aiuto molto eloquente. Il giorno stesso in cui il ragazzo si era prefisso di parlare a Yuuko del suo problema, perse i sensi davanti a lei, mentre faceva una delle sue solite faccende. Crollò tra le braccia di Maru e Moro, che lo raccolsero prima che urtasse il pavimento.
Le due lo adagiarono su un divano e corsero a chiamare la loro padrona.
Che sapeva già cos’era successo, e sapeva anche come sarebbe finita.

Non credevo che sarei dovuta arrivare a questo. Ma non credevo nemmeno che lui sarebbe incappato in una cosa del genere.
Già. Se Watanuki non fosse stato in pericolo di vita, Yuuko avrebbe perfino riso. Il suo pupillo aveva veramente la capacità di attirarsi la peggior specie di tutte le peggiori cose del mondo spirituale!
Ma questa volta era diverso.
Se non faccio qualcosa, morirà.
Se faccio qualcosa, lui dovrà pagare il prezzo, e non ce la farà.
E allora...

Allora c’era solo una cosa da fare, per quanto l’idea non le andasse a genio. Ma quando una cosa era l’unica cosa da fare, Yuuko la faceva.

- Maru, Moro, vi affido la casa per qualche ora. Devo andare...a trovare una persona.-
- Un amico della padrona?-
- Un amico della padrona?-
- Mmmm...No, un amico decisamente no.- sussurrò la maga, increspando le labbra in un sorriso ironico. – Ma è necessario andare.-
- Stai attenta, Yuuko-san!- si raccomandò un Mokona stranamente serio. Yuuko sorrise, e fu chiaro che sorrideva con sforzo.
- Ma certo.- rispose. Poi aprì una delle porte della stanza, e in un istante fu inghiottita da un flusso di ombre. La porta si richiuse, Yuuko era partita.

La stanza nella quale arrivò era buia, e nonostante fosse grande era così piena di cose da farla sembrare piccola ed inospitale. Yuuko si guardò attorno con un certo fastidio. Anche il suo retrobottega era così, ingombro e invivibile. Ma le cose che erano lì erano di natura del tutto diversa. C’erano cose belle e cose strane, oggetti utili e oggetti dall’uso sconosciuto, utensili pericolosi e suppellettili misteriose, ma una persona che fosse entrata là dentro non avrebbe provato quel disagio che avvertiva lei ora.
Il luogo dov’era entrata era pieno di cose tremendamente inutili, brutte o cattive.
E poi, quale buon padrone di casa si farebbe trovare di spalle, ad accogliere i suoi ospiti?
Yuuko trattenne un moto di stizza, lo stesso che la coglieva sempre quando doveva incontrare quella persona. Se ne stava lì, a pochi passi da lei, seduto a terra, immerso nell’ombra che celava le sue sembianze ed il suo cuore.
Lo conosceva da tempo, ma non l’aveva mai potuto sopportare. Probabilmente era una sensazione comune a tutti quelli che hanno un concorrente, che lavora nel proprio stesso campo. Ma non era solo quello. Yuuko avrebbe accettato sportivamente la concorrenza di qualsiasi mago dedicato al settore dei desideri: l’Hitsuzen del resto aveva bisogno di ognuno di loro.
Quell’uomo era diverso, però, e lei lo sapeva bene.
- Yuuko, carissima!-
La voce mielosa e sibilante la urtò, come la confidenza sgradevole che quella persona si prendeva con lei. Rimase immobile, a qualche passo di distanza da lui. Era più che sufficiente.
- Sono lieto di averti qui! Cosa porta al mio negozio la maga più grande di tutti, nel business dei desideri?-
Stava mentendo e dicendo la verità al tempo stesso, ed era un altro dei motivi per cui Yuuko non tollerava quell’uomo. Perché era vero, la considerava una grande maga, una vera rivale, un pericolo. Ma allo stesso tempo la disprezzava. Temeva il suo potere e derideva i suoi metodi.
Oh, non che la cosa non fosse reciproca.
- Voglio che tu esaudisca un mio desiderio.- rispose lei, con voce piuttosto atona e controllata.
- Ma certo. Sono lusingato del fatto che ci sia qualcosa che io posso fare...che è al di là delle tue forze!-
- Non è al di là delle mie forze.- rispose lei. – E’ una questione di prezzo.-
- Prezzo?- chiese lui, la voce vibrante di curiosità e divertimento. Di sicuro aveva intuito cosa c’era dietro a quella visita. – Spiegati meglio.-
- A te basta sapere cosa desidero, non hai bisogno di sapere perché.-
- Hai ragione. Anche perché posso immaginarlo. Questo desiderio non è per te, ma è per qualcun altro. Una persona che non potrebbe pagarti il prezzo. Mentre tu sei convinta di poterlo pagare a me. Sbaglio?-
- Lo esaudirai o no?- La voce di lei risultò appena incrinata da una goccia di nervosismo.
- Del resto, non è la prima volta che lo fai.- insisté lui, godendo dell’agitazione di Yuuko. – Già. E servirti è sempre un piacere.-
Yuuko non rispose. Era viva nei mondi da troppo tempo e aveva affrontato difficoltà di ogni genere, per lasciarsi mettere in crisi da quel folle.
- Posso dirti cosa desidero o vuoi farmi aspettare?- domandò. Lui rise e ignorò la domanda.
- Perché sei venuta proprio da me, Yuuko?-
- Perché sei l’unico che esaudisce desideri anche...ai colleghi. Sei l’unico che non ha paura delle conseguenze.-
- E non c’era veramente un altro modo, per risolvere il tuo problema, Yuuko?-
- No. E tu dovresti sapere perché.-
- In realtà non capisco.-
- Perché ti sto per chiedere di liberare una persona da una delle maledizioni che tu stesso hai messo in giro per i mondi.-
L’altro rimase in silenzio per qualche istante, poi scoppiò a ridere.
- Ma non mi dire! Il tuo adorabile commesso ha attirato su di sé anche una di quelle mie piccole creazioni? Non ho parole, è davvero un ragazzino dalle mille risorse! Mi chiedo ancora perché tu abbia scelto proprio lui...-
Chieditelo, e rimani senza risposta. Quando capirai, sarà anche il momento in cui sarò io a ridere.
- Allora, devo scioglierlo dalla maledizione, eh?- riprese lui.
- Già.-
- Sta già molto male?-
- Anche questo non ti interessa.-
- Oh, andiamo! Dammi la soddisfazione di sapere come funzionano quelle maledizioni!-
Come se non le avessi sicuramente sperimentate su qualche creatura...
- Potrei considerare questa richiesta come un desiderio, e farti pagare un prezzo.- ribatté lei.
- Non lo faresti mai, avresti paura dei...come dire...flussi e riflussi dell’Hitsuzen!-
- Non provocarmi.-
- Oh, mi spaventi! E cosa mi chiederesti come prezzo?-
- Non provocarmi.- ripeté lei, adesso completamente calma, ora che era vicina alla soluzione e alla sua partenza da quel luogo.
- Va bene, va bene.- sospirò lui. – Esaudirò il tuo desiderio. Ma in cambio mi prenderò lo stesso pagamento dell’altra volta.-
Yuuko impiegò meno di un secondo per riaversi dalla sorpresa, ma l’altro avvertì quell’esitazione e ne gioì.
- D’accordo.- rispose lei, infine.
- Te la sei cavata bene in tutti questi anni, no?- insisté lui.
Yuuko non rispose, rimase solo in silenzio ad aspettare. Il desiderio sarebbe stato esaudito, perché, per quanto quell’uomo fosse folle e crudele, e troppe volte infrangesse regole e superasse confini leciti, nemmeno lui poteva opporsi al semplice meccanismo del commercio di desideri.
E finalmente Yuuko ebbe la consapevolezza che lo scambio era stato fatto. L’avvertì chiaramente, e a quel punto, visto che nient’altro la tratteneva lì, si limitò a voltarsi ed andarsene.
- Non mi saluti nemmeno?- la raggiunse la voce canzonatoria di lui. Yuuko non rispose. Dietro di lei stava di nuovo la porta che l’avrebbe condotta a casa, e si affrettò ad imboccarla, lasciando quel luogo oscuro.

La prima impressione che ebbe, quando si ritrovò nel suo negozio, fu che la giornata fosse diventata tremendamente calda. Insopportabilmente calda. Ebbe una specie di vertigine e vacillò, ma si riprese subito. Per fortuna nessuno di casa l’aveva vista.
In cambio mi prenderò lo stesso pagamento dell’altra volta.
Non c’era da stupirsi, dunque. E comunque, non era un problema così grande. In tutti quegli anni non aveva sofferto più di tanto per il pagamento dato al mago. Certo, perdere un po’ della forza di resistenza del suo corpo le aveva provocato disagi, come la sua intolleranza al caldo, ma alla fine i problemi si erano limitati a quello. Era Yuuko, e lo era da tanto tempo, un filo di debolezza in più non aveva cambiato niente.
E non lo avrebbe fatto nemmeno questa volta.
Magari il caldo si sarebbe rivelato più problematico del solito, ma non se ne sarebbe preoccupata granché.
E poi, non avrebbe avuto mai più bisogno di quell’uomo. Ne era certa: presto qualcosa gli avrebbe intralciato la strada, e sarebbe stato ripagato per tutto ciò che compiva.
Sospirando, Yuuko andò a chiamare Maru e Moro, per farsi preparare un bagno. Poi avrebbe imposto a Watanuki di farle una merenda come si deve.
Mentre le due ragazzine si dedicavano al compito di soddisfare la padrona, Yuuko sbirciò la stanza dove avevano portato Watanuki dopo che era svenuto. Il ragazzo dormiva tranquillamente, e la maga seppe con certezza che adesso andava tutto bene.
Arriverà il momento in cui avrai la forza per pagare da solo i tuoi prezzi e non avrai più problemi di desideri.
Fino ad allora...
Ci sarà sempre qualcuno che farà sì che tu non scompaia.






- Un kisu a chi ha letto e approvato questo capito prima della sua pubblicazione! Se passate di qui...dai, lasciatelo un commentino! Anche solo per dirmi che conoscete questa splendida storia di “XXXHolic”, con i suoi splendidi personaggi e trovate geniali...-
   
 
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