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Autore: Bake di Cera    27/03/2012    1 recensioni
Introspezione di Marina, nei primi capitoli di "E' una favola, è solo fantasia".
Scritta da Dark Aeris.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dentro ai tuoi occhi io vedo me stessa
quella bambina che un giorno sognò
un principe azzurro che con le sue labbra
l'amore, dolcemente, le insegnò.1

I capelli lunghi e ribelli di Stefano erano riusciti a sfuggire all'elastico con il quale li aveva legati poche ore prima.
Si era mosso per tutto il concerto, saltando e brandendo il microfono con tutte le sue forze, per poi aggrapparsi all'impalcatura del palco, e ora il suo corpo era arrossato, i suoi occhi apparivano più scuri, a causa della matita colata, e la maglietta nera gli aderiva al petto, completamente attaccata alla sua pelle.
Marina non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.
Sapeva che divorarsi un altro ragazzo vicino al proprio fidanzato fosse un atteggiamento altamente riprovevole, ma era più forte di lei: Stefano sembrava essere uscito da una delle sue fantasie più recondite.
Ricordava le ore passate con Laura a chiacchierare circa i loro uomini ideali e lei non aveva che descritto il cantante che ora si trovava di fronte.
Gli occhi scuri della ragazza si posarono sulla mano di Stefano, che stringeva il microfono con una forza percepibile anche da lontano e si immaginò – per un folle instante – stretta da quelle mani, avvinta dalle sue monumentali braccia.
Si sentiva quasi svenire dal turbinio di sensazioni che le aveva provocato quel semplice concerto e quasi desiderava che terminasse, per riprendere fiato.
La Gibson bordeux del chitarrista alla sua destra terminò le ultime note del pezzo finale e Stefano ringraziò il pubblico, sciogliendosi con un gesto la chioma riccia.
Marina si ritrovò a stringere il tavolo, prima di riprendere pieno controllo di sé e gettare un'occhiata ai suoi amici, che sembravano aver ignorato il gesto.
Quando l'uomo annunciò di essere il protagonista – e non l'antagonista, come avevano pensato inizialmente – del Musical per il quale si era proposta, il primo pensiero che le attraversò la mente fu quello di inscenare con lui la scena del bacio tra Wendy e Peter.
Le apparve davanti agli occhi con naturalezza, come se fosse l'immagine più spontanea del mondo: loro due abbracciati, stretti l'uno all'altra, appartenendosi.
Arrossì violentemente e ascoltò i due brani proposti con la coscienza che le rimordeva.


Strano è il mio sorriso,
il mondo ha un colore diverso.2

Ah, è uno degli interpreti, era qui quel giorno. Stefano, te lo ricordi?”
Da quando aveva ricevuto quella telefonata non riusciva quasi a dormire la notte.
Passava le ore nelle quali avrebbe dovuto giacere tra le braccia di Morfeo ad immaginarsi Stefano parlare con Alessandro e dirgli che dovevano prenderla per forza nel cast, che doveva rivederla, che non poteva rinunciare ad averla accanto a sé.
Ovviamente, era in preda a deliri di onnipotenza, ma questi pensieri la facevano sorridere come un'ebete per ore e questo le bastava.
Si era accorta che l'essersi lasciata con Luca non l'aveva toccata minimamente.
Del resto, perché avrebbe dovuto farlo? Le aveva voltato le spalle nel momento stesso in cui aveva dovuto ammettere che sotto i riflettori potesse starci lei e non il solito protagonista borioso.
Marina sospirò, afferrando il cellulare e guardando la foto che Laura le aveva inviato: la famosa foto che aveva scattato a Stefano il giorno dell'audizione.
Era così bello.
Eppure sentiva un senso di terrore invaderla del tutto: come avrebbe fatto a parlargli ora? E se lui le avesse fatto il provino? Sarebbe stata ancora più tesa, ora che i sentimenti si erano uniti all'ansia da palcoscenico!
Ma desiderava troppo quella parte, desiderava troppo dimostrare quanto valesse, per farsi bloccare da qualsiasi timore potesse ostacolarla.
Lo avrebbe fatto per Luca, perché lei non era una dilettante da quattro soldi, lo avrebbe fatto per Angelica, perché non le avrebbe mai permesso una vincita tanto inspiegabile, e lo avrebbe fatto per se stessa, per inseguire il sogno di cantare, che valeva più di qualsiasi rivincita personale.

Sei la fantasia,
che appaga ogni follia.3

Stefano stava parlando con lei.
Non era un sogno, non era un parto della sua mente malata e ossessionata da lui, Stefano stava davvero parlando con lei.
Non che Marina capisse davvero cosa stesse dicendo, ovviamente.
L'uomo si limitava ad aprire la bocca e ad emettere suoni gutturali, che le provocavano spasmi e brividi e non a scambiare con lei frasi di senso compiuto.
Aspetta...
Diavolo, sì che stava conversando, era lei che non lo stava ascoltando!
Si riscosse, arrossendo violentemente e riuscì finalmente a comprendere quale fosse l'argomento che stesse trattando – con la sua meravigliosa voce – il cantante.
“Sei stata chiamata solo tu.”
Oh Signore Iddio.
Le venne in mente, chiaro come il sole, il sogno fatto proprio quella notte, dove lui le diceva che chiamarla per il Musical era stata solo una scusa per rivelarle il suo amore, il suo unico e prorompente amore.
Guardò l'uomo accendersi una sigaretta, stringendo gli occhi e passandosi una mano tra i capelli e quasi scoppiò a ridere nell'immaginarselo in veste così romantica.
Che scema.

Stringi il mio corpo,
mio dolce straniero.4

La chitarra elettrica invase la sala, le orecchie, la mente.
Non c'era che il suo suono, il suo aspro quanto forte e meraviglioso suono a riempirle il cuore in quel momento, non c'era altro che la preoccupasse o che potesse farle del male.
Le note le uscirono dalle labbra, quasi dotate di una propria coscienza, rapite e richiamate dalla musica che volteggiava nell'aria.
Sentì a malapena la propria voce: sapeva solo che la canzone l'aveva chiamata e lei aveva risposto.
Quando la batteria diede l'ultimo tocco, interrompendo il pezzo, Marina aprì gli occhi e si ritrovò nella sua realtà, nella vita vera.
Stefano la guardava, rapito. Sì, forse lei sognava un po' troppo e tendeva a confondere la finzione con la sua reale esistenza, ma la luce che vide nel suo sguardo era palpabile, la sentiva sulla pelle.
Desiderò che lui, in silenzio, si avvicinasse a lei, per stringerla.
Forse per la prima volta da quando l'aveva visto, non bramava immagini violente dove lui la possedeva sul pavimento, tirandole i capelli.
In quel momento, avvinta dalla canzone, voleva solo sentire il suo odore su di sé.
Durò poco, comunque.
Nel momento in cui lui aprì la bocca in un sorriso storto, per complimentarsi con lei, le fantasie erotiche piombarono nuovamente nella sua mente malata.
“Sei dei nostri, sono sicuro che non mi deluderai.”
Ti faccio vedere io...
“Farò del mio meglio!”


Tutte le citazioni derivano dal Musical La Magnolia Bianca.
   
 
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